venerdì 3 giugno 2011

Federali Sera-3 giugno 2011. Son cetrioli. E la cosa è talmente importante per Zaia, che sabato, per fare la cetriolata salterà l’inaugurazione ufficiale della Biennale d’Arte di Venezia, che ha la grave colpa di svolgersi in contemporanea.----Treviso. Giancarlo Gentilini: Ho sempre detto che il peggio deve ancora arrivare. Temo che se continua questa situazione ci possano essere rigurgiti di guerra civile. Quindi richiamo le autorità governative e regionali a prendere coscienza di questo fenomeno che porta personaggi dell’Africa a soggiornare nel nostro territorio, foraggiati con 1.200 euro al mese, mentre i miei pensionati arrivano appena a 500. Questa è la rivolta del mio popolo.

Energia dei business:
Svizzera. Il paese ha bisogno di nuovi tetti – solari, naturalmente
Ammortizzatori sociali: a San Marino conti in rosso, imprese in trincea
Evasione fiscale, schermi attraverso San Marino

Giggin’ Manetta:
Napoli. De Magistris incontra dirigenti e personale di palazzo San Giacomo

Cetrioli:  
Trieste. Maxifrode alla Regione, sponsorizzazioni nel mirino
Zaia in soccorso del cetriolo veneto
Treviso. Bombola anti-profughi «È la rivolta del mio popolo»
Padova. No delle Terme ai profughi
Padova. «Il federalismo? Non s'è visto Il voto ha detto anche questo»
Vicenza. Il federalismo c'è ma col riequilibrio non cambia nulla



Svizzera. Il paese ha bisogno di nuovi tetti – solari, naturalmente
Andreas Schiendorfer, Online Publications
01.06.2011   Non è un'utopia: una Svizzera solo con tetti solari, che in questo modo potrebbe garantirsi senza problemi l'uscita dal nucleare in circa 15 anni, non da ultimo grazie alla Solar Industries di Niederurnen.

Un ex banchiere scopre l’energia solare. E non solo dopo il micidiale terremoto in Giappone che ha mandato in avaria la centrale atomica di Fukushima, ma già oltre 20 anni fa. Fu allora che Rolf Wägli installò celle solari sul tetto della sua casa di vacanza nella "sonnenstube" svizzera, un impianto che lo rese autonomo dal punto di vista energetico durante le ferie e che ancora oggi funziona benissimo. La prova concreta della longevità dei moduli destinati allo sfruttamento dell’energia solare, a condizione che siano prodotti nel segno della qualità svizzera.

Investimenti in cleantech e salute
 Giorno dopo giorno, Rolf Wägli ha approfondito sempre più la questione energetica e, in qualità di esperto, ritiene insostenibili a lungo termine sia le energie fossili, sia l'energia atomica, ma è anche fermamente convinto che la tutela ambientale può generare profitti. La New Value AG, società di private equity che porta nettamente la sua impronta, investe esclusivamente in cleantech e salute (ad esempio nella Silentsoft SA di Morges, v. articolo a pagina 16): proprio di recente ha fatto positivamente notizia aiutando il Gruppo Meyer Burger, grazie alla fusione con la 3S Industries, a conquistare la leadership tecnologica nelle macchine e nei sistemi destinati all’intera catena di creazione di valore nel fotovoltaico.
Gruppo internazionale con sede nel glaronese.
Con Solar Industries Rolf Wägli, che siede nel Consiglio di amministrazione di Meyer Burger, progetta ora di dare vita a una analoga catena di creazione del valore nella produzione e distribuzione di moduli solari. "Questo ci consentirà di essere competitivi sul fronte dei prezzi con i produttori asiatici di moduli solari, rispetto ai quali i nostri prodotti sono però superiori sotto il profilo qualitativo ed ecologico", spiega Rolf Wägli. Il centro, sorto nel 2008, del gruppo in continua espansione si trova nel glaronese, precisamente nella Eternitstrasse a Niederurnen. Il gruppo ha acquisito rapidamente partecipazioni in società produttrici di moduli italiane e poi statunitensi, e alla fine del 2010 la SIAG, com'è conosciuta in breve Solar Industries, è riuscita ad assicurarsi una partecipazione maggioritaria nella SI Solutions GmbH di Friburgo in Brisgovia, cosicché la capacità produttiva annua di moduli del gruppo è salita a circa 200 MWp (Megawatt peak).

Nuovi modernissimi impianti produttivi in Svizzera
 E ora queste sedi di produzione nelle vicinanze del confine riforniranno di moduli solari anche il mercato svizzero? "No, non è affatto la nostra intenzione", puntualizza l'esperto energetico Wägli. "Da un lato i mercati per tetti solari in Italia e in Germania sono immensi e in costante crescita, per cui possiamo trovarvi sbocco sufficiente per i nostri prodotti. Dall'altro, il principio 'produrre localmente e consumare localmente' è a mio modo di vedere inscindibile dalla natura di un bilancio ambientale serio".
 In altre parole: la SIAG realizzerà presto un proprio centro di produzione in Svizzera. "A Langenthal", conferma Wägli, "intendiamo inaugurare un impianto produttivo con un organico iniziale di 25 collaboratori." La sede è stata scelta non da ultimo per la vicinanza ai principali fornitori (del Gruppo Meyer Burger), ma altri fattori ancora, fra cui l'intenso prodigarsi dell'amministrazione comunale, hanno suggerito questa località. In primis Wägli punta alla produzione di moduli solari per 60 - 65 MWp, che già il prossimo anno dovrebbero ammontare ad almeno il doppio. "Durante la fase di start-up possiamo attingere copiosamente al know-how del team dell'affiliata tedesca, ma poi la produzione svizzera dovrà naturalmente rendersi al più presto autosufficiente", spiega Wägli, che si aspetta di commercializzare moduli premium svizzeri anche nei mercati europei.

Svizzera: un paese alpino predestinato all'energia solare
 L'interrogativo su quale deve essere il futuro dell'energia solare in Svizzera è un tema che oggi suscita ancora pareri discordanti. Wägli ne è irritato poiché ritiene che non si comunica sempre con la necessaria franchezza e sincerità. A cominciare, in particolare, dal prezzo dell'elettricità: se si costruissero nuove centrali nucleari esso dovrebbe lievitare in brevissimo tempo a livelli siderali, senza contare che anche i costi di stoccaggio e smaltimento non verrebbero integralmente traslati sul prezzo dell'energia elettrica. Ad essere troppo cara in Svizzera non è l'elettricità ricavata dall'energia solare, bensì per il momento ancora i costi d'installazione degli impianti solari. Ma Solar Industries intende creare una rete di installatori capaci con condizioni eque.
 "Se si considera la longevità di un impianto solare, al minimo da 25 a 30 anni, sul piano finanziario i conti tornano in ogni caso", sottolinea Wägli, convinto sostenitore da un lato delle soluzioni fisse e quindi decisamente più stabili, praticamente non soggette a manutenzioni, e dall’altro della "Rimunerazione per l’immissione di energia a copertura dei costi" (RIC) della Confederazione nonché della possibilità di abbinare l'investimento al risanamento del tetto e quindi di finanziarlo con un'ipoteca.
La chiave per una positiva svolta energetica
 Wägli sviluppa visioni, vede impianti solari su tutte le case svizzere e giunge alla conclusione che, grazie all’energia solare, il paese potrebbe puntare all’uscita dal nucleare in circa 15 anni. Una cosa non del tutto facile a credersi, ma: "Se nella vicina Germania ha potuto nascere e crescere il maggiore mercato mondiale per l’energia solare, perché mai non dovrebbe funzionare anche in Svizzera?", chiede Wägli, argomentando che l’energia ricavata dai pannelli solari aumenta nettamente con l'altitudine. E anche se Rolf Wägli dovesse vedere troppo sereno il futuro del solare, una cosa è certa: questa soluzione porge alla nostra intera società e a ogni singolo proprietario di casa la chiave per accendere il motore di una positiva svolta energetica.

Ammortizzatori sociali: a San Marino conti in rosso, imprese in trincea
Venerdì 03 Giugno 2011
SAN MARINO - La crisi non è passata, le imprese restano in trincea. Ma il coraggio e l’impegno del comparto industriale permettono allo Stato di contenere il passivo degli ammortizzatori sociali, a 1,2 milioni.

Per essere più precisi, gli ammortizzatori sociali, sul Titano, nel 2010 sono costati complessivamente 12 milioni di euro abbondanti. Sorprendendo gli esperti tuttavia, anche le entrate sono andate in doppia cifra, con un totale di circa 10,8 milioni di euro. Dunque il disavanzo di gestione, per l’anno 2010, è stato complessivamente di circa 1,2 milioni di euro, coperti con le risorse della Cassa Compensazione.

Evasione fiscale, schermi attraverso San Marino
3/06/11 10:23
In Italia il ministro Tremonti è soddisfatto per la lotta all’evasione fiscale che stanno portando avanti gli uomini delle fiamme gialle. Numeri importanti si registrano soprattutto in Toscana dove tra gennaio e maggio, sono stati scoperti ] miliardo e 560 milioni di redditi non dichiarati, +5% nel 2010. Importante anche il recupero dell’Iva, che passa anche attraverso l’individuazione elusioni attraverso la Repubblica del Titano. Lo spiega Giuseppe Vicanolo, comandante regionale della Guardia di Finanza toscana, che ha le idee molto chiare su come intervenire: “E’ la ricerca sul territorio degli indici di ricchezza che permette di scoprire chi utilizza prestanome o società schermo. Per intelligence intendo anche l’osservazione diretta della pattuglia. A Lucca, Siena, Orbetello e all’Isola d’Elba abbiamo rilevato in aree di atterraggio due elicotteri (da 125mila e da 600mila euro) intestati a una società americana e a una di San Marino e tre ultraleggeri (da 150mila curo) immatricolati a San Marino. Velivoli utilizzati da imprenditori e professionisti affermati, noti, romani. Non volevano figurare come proprietari e hanno finto di noleggiare aerei.

Napoli. De Magistris incontra dirigenti e personale di palazzo San Giacomo
Oggi primo contatto con i dipendenti del Comune
«Tra sette, otto giorni saremo a pieno regime»
NAPOLI - Primo contatto «ravvicinato» coi dipendenti comunali per Luigi de Magistris. «Non comincio oggi a lavorare - ha specificato - perchè non ho avuto un minuto di sosta». Il sindaco di Napoli, al suo arrivo a Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli. «Anche ieri ho lavorato per la composizione della Giunta ho avuto una serie di incontri e rispetteremo gli impegni che ho preso: tra dieci giorni ci sarà la Giunta». «Oggi prendo un primo contatto importante - ha concluso il sindaco - non soltanto con i dirigenti del Comune ma con tutto il personale». Ed ha aggiunto: «Credo che tra sette-otto giorni saremo in grado di lavorare a pieno regime».

Trieste. Maxifrode alla Regione, sponsorizzazioni nel mirino
 Un’azienda vicentina e le triestine Dfx Bertocchi e Mars nell’indagine della Finanza sulla tentata truffa fiscale alla Regione
Si chiama Dynamic Srl. È una società che ha sede a Thiene, in provincia di Vicenza. È finita sotto la lente degli investigatori della Guardia di finanza che stanno indagando sul vorticoso giro di fatture false e sulla truffa alla Regione in cui è coinvolto Mauro German, titolare della Germandata e poi della E-St. Ma sotto osservazione sono finite anche anche la Dfx Bertocchi di Muggia e la Mars Srl di Monrupino.

 La Dynamic Srl - così risulta da un’informativa trasmessa al pm dalla Finanza - aveva ricevuto nel 2008 proprio dalla Dfx di Sergio Bertocchi fatture di sposorizzazioni per l’ammontare di 110mila e 400 euro. L’imprenditore vicentino Davide Casarotto proprietario della Dynamic, hanno accertato gli investigatori, aveva sottoscritto un contratto di gestione pubblicitaria relativo al campionato 2008 di Superbike. Il contratto prevedeva che la Dfx Bertocchi si assumesse l’obbligo di pubblicizzare il marchio della Dynamic realizzando striscioni, adesivi, applicazioni grafiche da diffondere in occasione delle gare motociclistiche. Ma dalle indagini dei militari della prima compagnia è emerso che nella stagione 2007 del campionato Superbike si era verificata una situazione esattamente opposta. Era in pratica emerso che «la stessa Dynamic che aveva effettuato le prestazioni per il team di Bertocchi organizzando i test per le prove libere e per le gare».

 «A tutt’oggi il signor Bertocchi non sa ufficialmente nulla di questa indagine. Aspettiamo le contestazioni», ha detto con una certa vena polemica l’avvocato Guido Fabbretti, il legale che in altre occasioni ha assistito l’imprenditore muggesano.

 Ma le indagini hanno anche evidenziato altri aspetti che sono oggetto di indagine. Gli investigatori hanno scoperto che il materiale pubblicitario oggetto del contratto si riferisce alla Dfx Corse di Verona di Daniele Carli. La scuderia fa parte del team Pata B&G che nello scorso gennaio ha affidato al pilota giapponese Noriyuki Haga la moto Aprilia ufficiale per partecipare al campionato Superbike. E riguardo al materiale pubblicitario commissionato i finanzieri - così emerge dall’informativa - non hanno trovato alcun riscontro. Si legge: «Non c’è alcun riferimento alla società muggesana». Nell’affare a questo punto compare anche una società slovacca che, stando alle ipotesi accusatorie, avrebbe fornito fatture per prestazioni inesistenti alla Dfx Bertocchi. Così è emerso dai documenti presi nel corso della perquisizione effettuata a casa dell’imprendotore vicentino. «La documentazione - scrivono i finanzieri nell’informativa - comprova che la Dfx Bertocchi effettuava dei bonifici sui conti esteri della Commercial Sro e che Casarotto si adoperava fattivamente nel trasferimento dei capitali dal conto corrente vicentino della Bertocchi a quelli esteri intestati formalmente all’azienda slovacca».

 La terza società coinvolta nell’indagine è la Mars Srl, una ditta di autotrasporti di Monrupino. Tra il 2008 e il 2009 aveva ricevuto dalla Dfx Bertocchi Srl - secondo le indagini - circa 100mila euro di fatture per sponsorizzazioni. La Mars Srl era stata coinvolta in una maxitruffa da 300 milioni di euro scoperta dalla Tributaria esattamente un anno fa. Erano finiti in manette il titolare Roberto Spadon, 50 anni, di Monfalcone e un funzionario dell’Agenzia delle dogane, Ernesto Rum, 55 anni. La truffa era consistita in false esportazioni in Serbia, Ucraina, Bosnia Isole Marshall, Siria, Giordania e San Marino. L'indagine dei finanzieri si era concretizzata attorno alla scoperta di 287 operazioni di false cessioni all'estero di capi di abbigliamento apparentemente destinati in Ucraina, Serbia e Bosnia Erzegovina.

Zaia in soccorso del cetriolo veneto
Maxi-insalata per scongiurare la psicosi
Manzato: «Ingiusto il blocco russo delle importazioni». Sabato «verdurata» nel Trevigiano. Per farla il governatore salterà la vernice della Biennale di Venezia, che visiterà con Simon Peres
VENEZIA—La questione è delicata. Da giorni l’assessore all’Agricoltura è in allarme per il cetriolo veneto, travolto nei consumi estivi dalle notizie sul batterio killer e ora colpito—e non solo lui — anche dalla Russia, che ha deciso di bloccare le importazioni di ortofrutta dall’Europa: «Un gesto—dice Manzato —che ci penalizza senza colpe e rischia di creare un effetto imitativo in altri Paesi dell’Est come Ucraina e Bielorussia. Chiederò l’immediato intervento del ministro delle Politiche agricole e forestali Saverio Romano». I Nas hanno avviato controlli in tutte le zone di produzione, ma in Veneto è tutto regolare e nulla, se non la psicosi, giustifica l’improvviso calo dei consumi. La questione, però, è talmente delicata che per sabato mattina, nonostante giovedì fosse festa, è partito un tam tam per una maxi insalata di cetrioli che sarà organizzata nel campo di un coltivatore tra Quinto di Treviso e Zero Branco, zona di grande produzione di cetrioli.
Una maxi insalata di cetrioli capace di sfamare duecento persone e fatta per dimostrare che il cetriolo nostrano è sano, non teme allarmi e non merita l’improvvisa flessione di mercato di questi giorni: «Oggi non c’è ancora la sicurezza su cosa ha provocato il batterio killer — spiega Manzato — e una chiusura unilaterale dei mercati da parte della Russia rischia di provocare danni enormi. Già la crisi del cetriolo killer fa perdere ai nostri incolpevoli produttori 600 mila euro al giorno, in un settore che registra un saldo positivo di quasi 80 milioni di euro. Non possiamo assistere passivamente al generalizzato crollo dei consumi a causa dell’allarme generato nell’Europa continentale e del Nord dalla verdura, certamente non di origine italiana, che avrebbe trasmesso il batterio E.Coli 0104». La cosa, però, questa volta non è organizzata dall’assessore Manzato, che l’altroieri era andato al mercato di Padova a mangiare cetrioli in favore di fotografi e telecamere per certificare la bontà dell’ortaggio. Bensì direttamente dal governatore Luca Zaia in persona, che all’epoca dell’aviaria — quando era vice di Giancarlo Galan e assessore all’Agricoltura — organizzò una storica (e gustosa) maxi-mangiata di pollo a Palazzo Balbi. I tempi sono cambiati, ma Zaia non ci sta a rimanere indietro in fatto di azioni dimostrative sulla sicurezza dell’agricoltura. Così sarà lui, e non Manzato (ufficialmente fuori regione proprio sabato), a condire l’insalatona a difesa del cetriolo.

E la cosa è talmente importante per Zaia, che sabato, per fare la «cetriolata» salterà l’inaugurazione ufficiale della Biennale d’Arte di Venezia, che ha la grave colpa di svolgersi in contemporanea. Biennale di cui, dallo scorso luglio, Zaia è anche consigliere d’amministrazione. Il governatore sarà però alla Biennale in mattinata insieme al prefetto di Venezia Luciana Lamorgese e al presidente della Biennale Paolo Baratta per accogliere il presidente israeliano e premio Nobel Simon Peres, a Venezia per l’inaugurazione del Padiglione Israeliano. «La presenza a Venezia di Peres e di tante personalità istituzionali—ha detto infatti Zaia—conferma l’importanza e lo spessore culturale della manifestazione e il ruolo vitale della città nel panorama internazionale ». Tutto vero. Tranne sabato.
S.D’A.

Treviso. Bombola anti-profughi «È la rivolta del mio popolo»
Lo sceriffo Gentilini «assolve» l’intimidazione. La Lega trevigiana «giustifica» l’episodio di Vazzola. Aperta un’inchiesta
VAZZOLA (Treviso) — La procura di Treviso ha aperto un fascicolo sulle minacce all’albergo di Vazzola che avrebbe dovuto ospitare i profughi. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Conegliano sono in corso e una svolta potrebbe arrivare già nelle prossime ore, dal momento che gli investigatori seguirebbero una pista locale. Ma intanto i big del Carroccio trevigiano «assolvono» i responsabili (forse un paio di persone) del lancio della pesante bombola e dell’estensione del volantino minatorio: «Comprensibile clima di esasperazione». Il più duro, come sempre, è Giancarlo Gentilini: «Ho sempre detto che il peggio deve ancora arrivare. Temo che se continua questa situazione ci possano essere rigurgiti di guerra civile. Quindi richiamo le autorità governative e regionali a prendere coscienza di questo fenomeno che porta personaggi dell’Africa a soggiornare nel nostro territorio, foraggiati con 1.200 euro al mese, mentre i miei pensionati arrivano appena a 500. Questa è la rivolta del mio popolo».

Non è molto più tenero comunque nemmeno Gianantonio Da Re, segretario provinciale della Lega: «Se condanno il gesto? Lo condanno perché c’è stato un danneggiamento a una proprietà privata. Ma i sindaci fanno bene a rifiutare l’accoglienza, perché coi bilanci che si ritrovano non possono permettersi di spendere energie per gli africani». In linea pure Leonardo Muraro, il presidente della Provincia che sbattendo per primo la porta ai profughi aveva scatenato un effetto domino, sia nella Marca che verso Venezia: «Questo episodio testimonia tutto il malumore della gente per una partita iniziata male e gestita peggio. Di fronte a casi come questo sono sempre più convinto della correttezza della posizione che ho assunto prima delle elezioni e che ha visto poi fare marcia indietro anche il mio partito. Certamente l’atto è da stigmatizzare, magari sarebbe stato meglio esprimere la contrarietà con una scritta spray da qualche altra parte, però è evidente che i cittadini si sono rotti le scatole». Insolitamente più morbido del solito è il senatore Piergiorgio Stiffoni: «Neanche l’insofferenza può giustificare simili azioni. Invito tutti alla calma, sappiate che nessun giornale l’ha scritto, ma in commissione a Palazzo Madama il ministro Roberto Maroni ha detto chiaramente che per il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia verrà intrapresa la strada delle caserme».

Per monsignor Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto sotto la cui giurisdizione ricade il luogo del blitz, occorre invece che i Comuni facciano la loro parte: «Mi auguro che le amministrazioni valutino positivamente la richiesta che arriva dallo Stato. L’appello ad aiutare i rifugiati non ci arriva infatti da qualche idealista, ma dal governo del nostro Paese: come facciamo allora a dire che non possiamo o non dobbiamo raccoglierlo?». Duro il Partito Democratico, che attraverso il segretario provinciale Enrico Quarello attacca il sostegno ai teppisti espresso su Facebook da una frangia di Razza Piave, poche ore dopo il fatto: «Lega e Pdl prendano le distanze subito. La Marca non è l’Alabama di fine anni ‘50, se quelli di Razza Piave pensano di poter giocare ai "cavalieri bianchi" la risposta del tessuto democratico trevigiano deve essere compatta, un ceffone senza se e senza ma». Intanto l’inchiesta va avanti. «Questo danneggiamento è stato voluto e calcolato — dice il procuratore Antonio Fojadelli —allo scopo di sollevare la polemica attraverso un messaggio minaccioso. L’Arma ci sta lavorando ed è stata interessata anche la Digos. Sembra un gesto assolutamente isolato, il che non implica però che si debba sottovalutarlo». Preoccupato pure il questore Carmine Damiano: «L’episodio è molto inquietante, bisogna stare molto attenti alle reazioni di questo tipo». Fiducioso sull’esito delle investigazioni il prefetto Aldo Adinolfi: «Il fatto è circoscritto al Comune di Vazzola, probabilmente a qualcuno che non si rendeva bene conto di quello che stava facendo in paese ». Spererebbe invece in un forestiero il sindaco Maurizio Bonotto: «Non posso pensare che un vazzolese arrivi a tanto».
Angela Pederiva

Padova. No delle Terme ai profughi
Ieri terza riunione a Veggiano del Distretto, un'altra fumata nera
di Sergio Sambi
ABANO. I sindaci delle due città termali non hanno alcuna intenzione ospitare i profughi fuggiti dall'inferno del Nord Africa. Questo è quanto emerso ieri nel corso della riunione a Veggiano tra i sindaci del Distretto di Protezione civile Padova Sud Ovest.  All'incontro, presieduto dal sindaco di Veggiano, Anna Lazzarin, si sono ritrovati i rappresentanti dei comuni di Abano, Cervarese, Mestrino, Montegrotto, Rubano, Saccolongo, Selvazzano e appunto Veggiano. «Abbiamo preso atto della lettera congiunta inviata dai due sindaci di Abano e Montegrotto - esordisce Lazzarin - i quali hanno delegato un loro incaricato per portare un messaggio chiaro: non c'è posto per i profughi, le località turistiche e termali non sono adatte ad ospitare i migranti». E ora cosa succederà, visto che già in precedenza gli altri comuni avevano evidenziato altrettanto chiaramemte di non avere strutture per questa emergenza? «La palla passa al soggetto attuatore, ovvero il prefetto di Venezia, Luciana Lamorgese - prosegue Lazzarin - Spetterà a lei ogni decisione. Noi non abbiamo altra soluzione da proporre. Abbiamo fatto già tre riunioni senza trovare una struttura disponibile».  Il neoeletto sindaco di Abano, Luca Claudio, aggiunge: «Ci troviamo di fronte a una emergenza umanitaria e ci sono zone del Paese adatte ad accogliere i profughi, non certamente le Terme. Il nostro è un territorio di forte impatto turistico, quindi non idoneo a ricevere dei migranti, che dovrebbero rimanere a vagare per le strade senza avere alcuna occupazione. Ho intenzione di chiedere agli altri sindaci di comuni termali di andare assieme dal prefetto di Venezia per sensibilizzarlo sulle priorità dei nostri territori».  Alla riunione era presente Claudio Chiarello, primo cittadino di Cervarese. «Non siamo riusciti a trovare strutture da mettere a disposizioni a livello di territorio - afferma - nemmeno le parrocchie e gli agriturismi, che hanno i loro ospiti e non possono impegnarsi per lunghi periodi. Rimangono gli appartamenti da affittare, ma una trattativa con i privati è un'ipotesi estrema anche perchè c'è da valutare l'aspetto economico. Conoscendo come vanno le cose mi dispiacerebbe lasciare partite aperte per lungo tempo. E' vero che prima o poi i soldi arrivano, ma la figuraccia la facciamo noi». 2 giugno 2011

Padova. «Il federalismo? Non s'è visto Il voto ha detto anche questo»
 DIBATTITO. Il sindaco di Salerno e quello di Padova alla festa del Pd al castello di Montorio
 De Luca: «Quel che conta è spostare le decisioni vicino alle persone che ne sono interessate»
03/06/2011
Il federalismo desiderato e quello concreto. La riforma sbandierata e quella che è arrivata. La condanna del Pd alla riforma federalista del centrodestra arriva da nord e da sud. L'introduzione del federalismo fiscale e municipale previsto dalla legge delega 42 del 2009 con la quale si voleva dare piena attuazione all'articolo 119 della Costituzione lascia insoddisfatti proprio i sindaci, cioè gli amministratori più vicini ai cittadini.
Per raccontare quali sono gli effetti della nuova legge sul territorio i circoli della sesta, settima e ottava circoscrizione del Partito democratico veronese mercoledì sera, al castello di Montorio, hanno invitato due sindaci del Pd molto conosciuti: Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, e Flavio Zanonato, sindaco di Padova. I due primi cittadini, intervistati dal giornalista Lillo Aldegheri, hanno dialogato assieme al professor Massimo Bordignon dell'Università Cattolica di Milano e consulente per il federalismo. Quest'ultimo ha fornito una fotografia chiara sui processi di decentramento che a partire dagli anni '90 hanno interessato l'Italia sottolineando però che la riforma costituzionale del 2001 (quella riguardante il Titolo quinto) ci ha messo dieci anni per trovare un'applicazione legislativa che attuasse gli articoli 117, 118 e 119 della Costituzione. La legge delega approvata prevede che l'80% delle spese dei Comuni e delle Regioni siano definite in base ai costi standard individuati dallo stato il quale garantisce comunque il finanziamento dei servizi agli enti locali.
Ma cosa prevede in concreto questa riforma? «Io sono tra quelli che ancora oggi non hanno capito bene di che cosa parliamo quando discutiamo di federalismo», ha esordito De Luca. «L'unica cosa a me è chiara è questa: lo scorso anno il mio Comune ha avuto un taglio di risorse di 10 milioni e mezzo di euro. E l'ipotesi federalista che è in discussione prevede per i prossimi anni una diminuzione di 23,6 milioni. È un taglio finanziario drammatico, al limite della sostenibilità amministrativa e sociale. Personalmente ritengo che l'idea fondamentale deve essere quella della sussidiarietà per spostare le decisioni politiche quanto più vicino alle persone. In questa maniera responsabilizziamo le classi dirigenti e rendiamo possibile ai cittadini un controllo ravvicinato sui centri di spesa. Sul recente risultato elettorale ha pesato anche questo: e cioè che la ricaduta concreta del federalismo non l'ha vista nessuno... proprio perché non c'è!».
Conferma la tesi anche il sindaco di Padova: «Io penso che la gente si sia stufata di vedere agitare i problemi senza risolverli. Piano piano anche in Veneto si è capito che la gallina delle uova d'oro che ha prodotto consenso per tanto tempo alla Lega, ha cominciato a diventare meno produttiva. È come andare dal medico e sentirsi sempre fare la diagnosi. Prima o poi una terapia me la devi dare. I veneti avevano capito che federalismo voleva dire due cose: comandiamo di più e ci danno più soldi. Quello che è arrivato è il contrario. Su alcune decisioni decidiamo di meno». Per esempio - ha spiegato Zanonato - è stato deciso che i Comuni che vivono di turismo possono spendere per le manifestazioni culturali il 20% (cioè un taglio dell'80%) di quello che hanno speso nel 2009. Ma il comma 1 dell'articolo 119 della Costituzione non parla autonomia finanziaria di entrata e di spesa? «Va bene... - si dice -, ma hai più soldi! No, ne abbiamo di meno. Quest'anno avremo un taglio di 6,4 milioni di euro in meno di trasferimenti che, tenuto conto dei precedenti e sommati a quelli futuri raggiungeranno quota 15 milioni e mezzo di euro».
Matteo Ferrari

Vicenza. Il federalismo c'è ma col riequilibrio non cambia nulla
 DECRETO: LE CIFRE DI QUEST'ANNO. Nuovi calcoli, risultati deludenti
 Raggiunto l'accordo tra Governo e Anci nazionale Il Veneto guadagna più milioni di "gruzzolo" Iva ma con la redistribuzione non servirà fino al 2013
03/06/2011
Una cosa ora è chiara: con il federalismo municipale, per il periodo transitorio fino al 2013, si trasformano tutte le cifre ma nel risultato finale non cambia praticamente nulla. A farla da padrone sono piuttosto i tagli fatti calare dalla manovra del Governo nell'estate scorsa. Sempre sperando che restino gli unici, perché come noto si parla di un'altra manovra estiva per tenere i piedi i conti dello Stato.
SCATTA IL FONDO "DI RIEQUILIBRIO". Come predicava ancora mesi fa a gran voce il sen. Marco Stradiotto (Pd), e come riconosceva il sen. Paolo Franco (Lega) - sono i due veneti che siedono nella Commissione bicamerale per il federalismo - al di là delle tante proiezioni c'era da fare i conti con il "fondo perequativo" (o di riequilibrio) che doveva garantire un aiuto ai Comuni meno fortunati. Ebbene, il 31 maggio alla Conferenza unificata lo Stato e i sindaci dell'Anci hanno raggiunto l'accordo sul decreto che applica le cifre per quest'anno a un totale di 6700 Comuni. Ma l'accordo impone che nessun sindaco possa perdere più dello 0,28%, e quindi si è dovuto lavorare a livellare tutti quelli che avrebbero incassato di più. Morale, da quanto riferisce il "Sole24ore" l'Ifel, l'Istituto di ricerca dell'Anci, ha calcolato che solo per 218 Comuni quest'anno ci saranno risorse in più. Dovrebbero trovarsi con i conti più o meno in pari altri 4.657 Comuni, mentre per altri 1.835 - tutti superiori ai 5 mila abitanti - ci sono appunto lievi perdite. In sostanza, a livello nazionale solo il 10% delle cifre da distribuire ha davvero seguito il federalismo municipale, tutto il resto va distribuito come "fondo di riequilibrio".
L'IVA IN VENETO È PIÙ DEL PREVISTO. Tutti i nuovi calcoli peraltro nascono dal fatto che per ogni Comune non ci sono più i semplici trasferimenti dal Ministero. Scatta invece una compartecipazione dell'Iva, più appunto un "fondo di riequilibrio" in cui - per tre anni di fase transitoria - confluiscono tutte le altre entrate che, in base al decreto del federalismo, dovrebbe tenere per sè (gettito sui trasferimenti immobiliare, Irpef immobiliare sulle locazioni, cedolare secca). Il Ministero ha quindi ufficializzato le cifre della compartecipazione dell'Iva, e il sen. Franco ha potuto aggiornare le sue proiezioni su cosa accadrà quando, dal 2014, il federalismo sarà operativo. E il Veneto si vede ora assegnati 304 milioni di euro di compartecipazione all'Iva: 16 più del previsto). Per i 121 Comuni del Vicentino ad esempio, rivela Franco, la "torta" è di 53,7 milioni.
GUADAGNANO I COMUNI PIÙ PICCOLI RISPETTO AI GRANDI. in queste cifre ufficiali dell'Iva, segnala Franco, c'è un fenomeno di riequilibrio: «Si nota una riduzione dell'Iva per i Comuni capoluogo, che però non intacca in modo significativo il complesso delle maggiori risorse di cui godranno (dal 2014, appunto), mentre c'è un incremento del valore degli altri Comuni. È un aspetto positivo perché fornisce alle risorse un maggiore riequilibrio territoriale, a vantaggio dei Comuni più piccoli».
COSA SUCCEDE ORA. Il sito dell'Ifel, istituto dei Comuni dell'Anci nazionale, pubblica già da ieri le proiezioni di cosa dovrebbe spettare ad ogni Comune italiano, mettendo assieme la cifra di compartecipazione dell'Iva più quella del "fondo sperimentale di riequilibrio". Il grafico qui sopra - del tutto sperimentale - prova a mettere a confronto quindi tre cifre: i trasferimenti ottenuti nel 2010 dai Comuni, e cioè le cifre prima della manovra dei tagli fatta scattare dal Governo per far reggere i conti dello Stato; quelli "pre-federalismo" previsti per il 2011 (le cifre sono tratte dalle tabelle elaborate dal sen. Franco); e infine le cifre che risultano attualmente al sito dell'Ifel e che sarebbero le cifre che verranno effettivamente distribuite a ogni sindaco. A sorridere, da quanto emerge, sarebbero pochi Comuni. I conti andranno comunque verificati. Stando a quanto apparso sui quotidiani nazionali, comunque, almeno per ora ad avere risorse in più saranno solo i Comuni fortemente turistici come ad esempio Rosolina (Rovigo).
Piero Erle

Nessun commento: