venerdì 12 novembre 2010

Laureati del Sud, beffati senza saperlo


di Gianfranco Viesti - 11 Novembre 2010
Ecco una storia italiana. Che ci fa capire come vengono realizzate le politiche pubbliche nel nostro paese; che ci fa comprendere l’importanza delle politiche per il Sud per l’attuale Governo; che illustra anche le difficoltà dell’opinione pubblica a conoscere fatti anche di una certa rilevanza. Una storia che forse meriterebbe la prima pagina dei grandi quotidiani nazionali. Che, con tutta probabilità, a parti invertite, l’avrebbe avuta. Ecco la storia (con l’avvertenza che la questione è stata prima sollevata sul sito www.la voce.info, e poi da una interpellanza presentata da alcuni senatori fra cui Latorre e Bubbico, dal cui testo sono presi i dati seguenti). Con una norma delle legge finanziaria per il 2008 (legge 244/07, art.2, comma 556) si era disposto l’accertamento annuale di tutti i risparmi derivanti dalla revoca, per rinuncia o decadenza dal diritto delle imprese destinatarie, dei finanziamenti accordati in base alla legge 488 del 1992. La legge 488 finanziava gli investimenti delle imprese tanto nel Mezzogiorno, quanto – in misura minore – nelle altre aree del paese. Una volta concessi gli incentivi, però, non tutti gli investimenti venivano realizzati, per diversi motivi; innanzitutto perché molte imprese cambiavano idea. Era dunque opportuno comprendere quante risorse, già stanziate, erano invece ferme, e riutilizzabili per altri scopi. Per quali scopi dovevano essere riutilizzate quelle risorse? Era stabilito in un altro comma della stessa finanziaria: in primo luogo per un programma nazionale destinato ai giovani laureati residenti nel Meridione, finalizzato a favorire il loro inserimento lavorativo; ma anche: la riduzione del costo del lavoro per tecnici e ricercatori impiegati in nuove imprese innovatrici (le “star t up”) sempre del Sud, ed altri interventi nel Mezzogiorno.

GOVERNO PRODI - Che è successo? Il governo Prodi, prima di cadere, accerta le disponibilità per il 2008; una cifra imponente, 785 milioni di euro. Poi cade. Con il decreto legge 5, del febbraio 2009, il governo Berlusconi destina quelle risorse (in realtà una cifra ancora superiore, 933 milioni di euro). Sorpresa! Le risorse vengono destinate a copertura degli incentivi alla rottamazione degli autoveicoli. I giovani laureati e ricercatori del Mezzogiorno vengono così rottamati; le risorse destinate a loro finiscono agli incentivi all’in - dustria dell’auto (quelli che sono in realtà serviti solo a fare anticipare gli acquisti di auto finché erano in vigore, e a cui è seguito un crollo della domanda). Nel luglio 2009 (legge 99, art. 2) l’attuale Governo muta le finalità per cui dovevano essere riutilizzate quelle risorse, aggiungendo nuovi obiettivi. Alcuni molto generali: “valorizzazione dello stile e della produzione italiana”, incentivi ai distretti industriali”. Altri, molto interessanti e precisi: “il sistema produttivo delle armi di Brescia” e il “sistema dell’illuminazione del Veneto”. A questi ultimi vengono assegnati 2 milioni di euro ciascuno. Ai laureati e ai ricercatori del Sud, naturalmente niente. Dopo essere stati “rottamati”, vengono adesso “folgorati”: è evidente che l’obiettivo di sostenere i sistemi d’arma di Brescia e dell’illuminazione del Veneto è assai più importante. Poi con la Finanziaria per il 2010 (legge 191/09 art. 2 commi 237 e 238), 50 di quei milioni finiscono – in piana coerenza – nientedimeno che all’emittenza locale.

ATTO FINALE - Finito qui? Neanche per idea. Manca l’atto finale. Avviene il 4 maggio scorso. Che succede quel giorno? Il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola si dimette, nel dubbio che – egli non sapendolo – qualcuno avesse pagato una quota dell’acquisto del suo appartamento. Ma prima di dimettersi, lo stesso giorno, emana un decreto ministeriale, evidentemente di grandissima importanza. Ma senza immediata pubblicità: della questione si ha notizia, perché il decreto viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, solo il 17 settembre seguente. Con questo decreto il Ministro accerta i risparmi per il 2010, pari a 152 milioni. Ma li destina anche. A chi? Finalmente ai laureati e ai ricercatori del Mezzogiorno? Domanda sciocca. La destinazione è la seguente: 50 milioni all’emittenza televisiva locale, 48 alla programmazione negoziata nel Centronord. Ancora, 2 milioni sia per l’illuminazione del Veneto sia per le armi di Brescia: obiettivi evidentemente strategici della politica industriale nazionale. Infine, ciliegina sulla torta, 50 milioni vanno all’industria bellica degli armamenti, rifinanziando (senza una legge, con atto amministrativo) una legge del 1993 senza risorse dal 2001. Dopo essere stati rottamati e folgorati, i giovani laureati e ricercatori meridionali sono definitivamente battuti, armi alla mano. Ma non è il caso di continuare nello scherzo. Sì, è successo questo: risorse per i laureati e i ricercatori del Sud sono finite un po’ dappertutto e anche all’industria bellica, per decisione autonoma con atto amministrativo di un Ministro che si stava dimettendo. Questa è l’Italia di oggi. Non sorprendiamoci se, quando i nostri ragazzi se ne accorgeranno (se riusciranno a saperlo) si arrabbieranno. E molto.
Fonte:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=381796&IDCategoria=2682

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