venerdì 12 novembre 2010

Napoli verso il collasso


Chiude Taverna del Re - Napoli verso il collasso
Angelo Agrippa - 12 novembre 2010
NAPOLI — Riesplode la protesta degli abitanti di Terzigno che da ieri sera hanno annunciato un nuovo blocco, impedendo ai compattatori di trasferire i rifiuti dei diciotto comuni della «zona rossa» nella discarica di cava Sari. Gli esiti delle analisi sulla falda acquifera hanno confermato la presenza di metalli pesanti di dubbia origine: nei tre pozzi spia a monte e a valle della discarica di Terzigno — ha reso noto il consulente del comune di Boscoreale, il chimico Michele Moscariello— è stato riscontrato il «superamento di floruri, manganese, ferro, zinco, nichel, alluminio e boro, ma anche la presenza di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), con concentrazione di benzo(a)pirene superiore alle Csc». Secondo il tecnico la mancata acquisizione di controlli pregressi «non consente di formulare ipotesi precise sulla fonte della contaminazione della falda acquifera».
Moscariello ritiene, inoltre, che «i valori e le concentrazioni rilevate di manganese, floruri e ferro, sono tipicamente caratteristici di acque sotterranee di origine vulcanica», mentre sarebbe anomala la presenza di zinco, nichel, alluminio e boro. «Per lo zinco - ha sottolineato il chimico - si hanno degli incrementi di concentrazione da monte a valle che sono pari a venti, trenta volte la concentrazione rinvenuta nel pozzo 1, quello a monte». Insomma, un aggiornamento che ha finito per riaccendere la contestazione all’indirizzo dei sindaci. I primi cittadini di Boscoreale, Gennaro Langella, e Terzigno, Domenico Auricchio, hanno comunicato che invieranno alla magistratura i dati delle analisi: «I cittadini ci hanno accusati - ha affermato Langella - ma se noi non tenessimo alla loro salute, non avremmo nominato dei tecnici per effettuare le analisi. Sebbene dalla Protezione civile ci avevano detto che la discarica è sicura, abbiamo voluto controllare». Intanto, Napoli resta con la spazzatura a terra: circa 800 tonnellate. E il sito di trasferenza di Taverna del re, a Giugliano, è quasi saturo. Da domani sarà vietato sversare. Le amministrazioni provinciali di Benevento e Caserta hanno ribadito il loro no ad accogliere i rifiuti partenopei e così si torna nel vicolo cieco dell’emergenza. Solo la Provincia di Avellino sarebbe disponibile ad accettare fino a 5 mila tonnellate al mese nel sito di Savignano.
Per Napoli rimane, dunque, soltanto Chiaiano, dove, tuttavia, non è possibile trasferire più di 700 tonnellate al giorno, vale a dire la metà della produzione media giornaliera del capoluogo. «Credo solo nei miracoli di San Gennaro, sono passati ben più di tre giorni — ha commentato amareggiata la sindaco Rosa Russo Iervolino — e malgrado lo sforzo di Regione e Provincia non si vede via di uscita. Mi ha colpito la scarsa sensibilità delle altre Province». Asìa spera di poter chiudere un accordo con la Spagna dove indirizzare le 35 mila tonnellate di frazione organica stipate nello Stir di Caivano, mentre la quantità accumulata a Giugliano è arrivata a 11 mila tonnellate e a Tufino addirittura a 15 mila. «Siamo in contatto con Lombardia, Umbria ed Emilia — afferma Daniele Fortini, ad di Asìa — per verificare la disponibilità a trattare in quelle regioni la frazione umida stipata negli Stir, in modo da liberarli e ripristinare un corretto ciclo di lavorazione». Infine, si teme che anche per questo fine settimana il consiglio dei ministri non riuscirà a varare il decreto sui rifiuti, quello che dovrà sancire la cancellazione dei siti di cava Vitiello a Terzigno, Valle della Masseria a Serre e Andretta in Irpinia.

Rifiuti, sempre più emergenza - Napoli verso il blocco totale
Taverna del Re satura: stop alla raccolta
NAPOLI (12 novembre) - L’emergenza rifiuti a Napoli è a un passo dal tornare ai livelli record di duemila tonnellate di immondizia in strada: a taverna del Re non si sversa più perché la discarica è satura, allo stesso modo avviene a Giugliano e Tufino. E lunedì è previsto lo stop anche per Caivano.
Risultato: non c’è più posto da nessuna parte, settecento tonnellate al giorno rimarranno senza raccolta ed è reale la prospettiva che a terra si accumulino già oggi millecinquecento tonnellate di rifiuti. In questa situazione si susseguono gli incontri tra Regione, Provincia e Prefettura. Il no della Puglia ad accettare l’immondizia di Napoli ha indotto Caldoro e Cesaro a rinnovare gli appelli ai presidente delle Province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Ma la risposta è ancora una volta negativa.
Falde avvelenate. Terzigno pronta a nuove rivolte. Parco del Vesuvio, le falde acquifere sono inquinate e nei pozzi vicini alla discarica ci sono «metalli pericolosi e sostanze fortemente cancerogene», con una presenza anomala di materiali come zinco, nichel, alluminio e boro. È quanto emerge dai risultati delle analisi dell’Arpac e dei tecnici dei comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase, presentati ieri. E si prepara una nuova fase di guerriglia, con proteste, blocco dei camion e richieste di chiusura della discarica Sari. Applausi scroscianti ai tecnici della cittadinanza, poi rabbia verso i sindaci, con il coro di «assassini, assassini».
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