sabato 11 dicembre 2010

11 dicembre 2010, questa giornata inizia male.

Napoli, marchio in crisi: gelateria La Scimmia rischia fallimento
Per la Ue la pizza napoletana “Doc” rischia vita breve
Napoli: fedeli chiedono certificato al parroco per avere lo sconto sull’assicurazione dell’auto



Napoli, marchio in crisi: gelateria La Scimmia rischia fallimento
Napoli, 10 dic (Il Velino/Il Velino Campania) - La crisi rifiuti, ma soprattutto gli eterni cantieri della metropolitana, stanno portando al collasso il commercio napoletano. Secondo indiscrezioni del VELINO, un altro marchio storico di Napoli sarebbe sull'orlo del baratro finanziario: è la famosa Gelateria La Scimmia che sembra rischiare concretamente il fallimento. “Chiusura in protesta contro la mancata apertura della piazza”, è scritto all'ingresso del suo negozio di quella piazza Carità che solo da un paio di settimane ha visto la chiusura parziale del cantiere della metropolitana. Gli affari, per La Scimmia, nell'ultimo anno sono evidentemente andati malissimo se la società che gestisce la gelateria sembra destinata al fallimento, fattore che rappresenterebbe l'ennesimo durissimo colpo al commercio e all'imprenditoria napoletana che già è costretta a fare i salti mortali. La Gelateria della Scimmia, nata a Taranto ma dal 1933 trasferita a Napoli nell'attuale sede di piazza Carità, è specializzata nel gelato artigianale: la chiusura definitiva sarebbe un’ulteriore segnale triste per la città. (Carlo Porcaro) 10 dic 2010 18:28

Per la Ue la pizza napoletana “Doc” rischia vita breve
Rischia di avere vita breve la pizza napoletana “Doc”, cioè il prodotto che appena nel 2009 – dopo una battaglia durata anni e anni – ha ottenuto dall’Ue il riconoscimento europeo di Specialità tradizionale garantita (Stg).
La proposta approvata da Bruxelles per rafforzare la politica di qualità degli alimenti in Europa prevede infatti di sopprimere quelle “Stg” che non hanno protetto il loro nome, come appunto la “Pizza Napoletana”, ma solo la ricetta. Lo hanno indicato all’Ansa esperti comunitari spiegando che – se la proposta della Commissione sarà accolta dal Consiglio Ue – la “Pizza Napoletana Stg” potrebbe sopravvivere al massimo per un periodo transitorio che finirebbe nel 2017.
L’Italia, sostengono gli esperti, per salvaguardare il marchio Sgt dovrebbe quindi presentare una nuova domanda di Registrazione all’Ue con l’aggiunta di un’altro termine all’attuale denominazione: ad esempio “Pizza Napoletana Verace” o “Pizza Napoletana Tradizionale”. Insomma, è il ragionamento degli esperti, si vuole ridurre al minimo il rischio che il consumatore possa essere tratto in inganno evitando che si possa trovare davanti sia a una “Pizza Napoletana Stg” – che deve rispettare precise regole di produzione – che a una “Pizza Napoletana” che di napoletano ha solo il nome.
10 dicembre 2010 | 20:30

Napoli: fedeli chiedono certificato al parroco per avere lo sconto sull’assicurazione dell’auto
Alcuni fedeli chiedono al parroco di attestare con un certificato la loro confessione cattolica e la frequenza assidua nelle celebrazioni eucaristiche. Motivo? Secondo l’agenzia assicurativa cui si sono rivolti l’attestato di “buona condotta cristiana” serviva ad ottenere uno sconto sull’ assicurazione dell’ auto di 400 euro.

L’episodio, reso noto oggi 10 dicembre dal quotidiano ”Il Mattino”, è avvenuto a San Giovanni a Teduccio, un quartiere periferico e popoloso nella zona Est di Napoli. Qui padre Orlando Esposito, parroco della Chiesa di Santa Maria del Soccorso sul centralissimo corso San Giovanni, lo scorso 8 dicembre in occasione della festa dell’ Immacolata, ha denunciato dall’altare la prassi insolita che si trascina da diversi mesi. ”Già sei o sette fedeli della mia parrocchia, tra l’altro indigenti, si sono presentati da me dicendo che un’ agenzia assicurativa prometteva 400 euro di sconto dimostrando con un certificato rilasciato da parroci di essere buoni cattolici” racconta all’Ansa padre Orlando Esposito, che ha messo in guardia i suoi fedeli.
Al momento resta il mistero sull’ identità e la sede dell’agenzia assicurativa e il sospetto che si possa trattare di una truffa, alimentata dal passaparola, è molto forte. ”Io non ho voluto rilasciare alcun certificato”. Sembra che i fedeli si siano convinti ma un ultimo richiedente si è ribellato: ”Al mio rifiuto ha inveito e se ne è andato via infuriato – racconta Esposito – Non so, qualche altro parroco della zona forse in buona fede ha firmato ma io non ho voluto farlo”.
Sull’episodio non ci sono ancora denunce alle forze dell’ ordine ma il fenomeno potrebbe dilagare e interessare anche i comuni limitrofi del Vesuviano. ”Ho anche spiegato ai fedeli – prosegue Esposito – che neanche noi parroci abbiamo sconti su assicurazioni e non esiste alcuna convenzione di questo tipo con compagnie assicurative”. E questa mattina il parroco si è  recato dal cardinale Crescenzio Sepe mettendolo al corrente dell’episodio.
10 dicembre 2010 | 20:38

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