mercoledì 22 dicembre 2010

La secessione dolce del caffettino triestino.

TRIESTE. Le avevano definite "beautiful exit" e forse, per i 50 dirigenti regionali che, tra il 2003 e il 12007, avevano concordato la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, quelle buonuscite erano state veramente "favolose". Non lo sono state altrettanto per l'allora presidente della Regione, Riccardo Illy, nè per la sua giunta, per l'ex direttore generale, Andrea Viero, e pergli ex direttori del Personale, Michele Losito e Roberto Conte. Perchè per quelle indennità, deliberate nell'ambito della riorganizzazione dell'amministrazione regionale, la Corte dei conti li ha condannati a pagare un risarcimento complessivo di 1 milione 590 mila euro. Di cui 504 mila a carico del solo ex Governatore.


Le quote del risarcimento. La sentenza della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Friuli Vg (presidente Enrico Marotta, consiglieri Paolo Simeon e Francesca Padula) è stata depositata lunedì. Accogliendo la richiesta della Procura contabile, che aveva però concluso per un risarcimento complessivo pari a quasi 6,5 milioni di euro, il collegio giudicante ha deciso di addebitare il danno erariale a dirigenti e assessori in quote diverse «in considerazione delle correlate delibere giuntali»: dopo Illy, il "conto" più salato è quello chiesto a Viero (420 mila 271 euro), seguito da quelli di Michele Losito (196 mila 305), Franco Iacop (179.028), Gianni Pecol Cominot to (64 mila 444), Roberto Conte (55 mila 821), Lodovico Sonego (25 mila 997), Enzo Marsilio (22 mila 653), Enrico Bertossi (21 mila 284), Roberto Antonaz (20 mila 372), Ezio Beltrame (20.051), Roberto Cosolini (19 mila 543), Michela Del Piero(17.059), Gianfranco Moretton (14 mila 617), Augusto Antonucci (8 mila 937).

Scelte irragionevoli. Al centro della vicenda, dunque, le indennità supplementari erogate a 50 dirigenti del ruolo unico regionale, in cambio della loro "uscita" anticipata. «Il danno - aveva ipotizzato la Procura coordinata da Maurizio Zappatori - consiste nell'inutile spesa di 6 milioni 480 mila euro sopportata dalla Regione». Di quei casi, la Sezione giurisdizionale ha individuato irragionevolezza di 25 risoluzioni contrattuali», cioè di quelle «non collegate ad accorpamento o soppressione del posto o comunque generatrici di una vacanza». Al contrario, sempre secondo i giudici, «laddove l'Amministrazione sia addivenuta alla risoluzione con soppressione o accorpamento della struttura di livellodirigenziale cui non sia seguita, in capo alla più ampia struttura, una vacanza, o una copertura con neoassunti o esterni», non ci sarebbe stata alcuna violazione della normativa contrattuale del 2003, «poichè - continua la sentenza-sussiste il richiesto collegamento funzionale con la riduzione della pianta e con il conseguente abbattimento degli oneri retributivi».

Le difese. Tutti d'accordo i difensori: la sentenza sarà impugnata dinanzi alle Sezioni giurisdizionali centrali della Corte dei conti. «Riteniamo di avere fondate ragioni per sostenere la totale assenza di responsabilità», ha affermato l'avvocato Giovanni Borgna, difensore di Illy. Secondo I'awocato Renato Fusco, che assiste dieci tra assessori e dirigenti e che, come anche il collega Luca Ponti, difensore di Beltrame e Del Piero, si è comunque detto soddisfatto del «favorevole reciso ridimensionamento della pretesa complessiva di 6,5 milioni», la decisione del collegio «non ha tenuto in debita considerazione che tutte le risoluzioni sono state disposte nella puntuale osservanza dei presupposti giuridico-fattuali stabiliti dalla normativa contrattuale vigente, risultando ricollegate - continua -all'incisivo processo di ristrutturazione dell'apparato regionale e avendo conseguito i prescritti risultati di stabile riduzione del numero di dirigenti e della spesa dirigenziale». La verifica condotta dalla magistratura contabile, in altre parole, parrebbe «del tutto avulsa dallo sviluppo progressivo e dai risultati complessivi della complessa operazione riformatrice».
 

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