venerdì 14 gennaio 2011

Entrate, Tesoro-Bankitalia divisi sui dati

Il ministero: sono in crescita. Via Nazionale: no, in calo. Debito, nuovo record
Il Mattino - Cinzia Peluso
È di nuovo guerra di cifre tra il Tesoro e la Banca d'Italia. E ancora una volta il terreno dello scontro sono le entrate tributarie.


Secondo il Tesoro, gli incassi tra gennaio e novembre del 2010 sono aumentati dello 0,7% a quota 361.719 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dei 2009. Quindi, ci sarebbe stato un «netto miglioramento» in confronto al calo dello 0,3% di ottobre. Il ministero sottolinea la sua soddisfazione. Per la prima volta nel 2010, si fa notare, l'andamento delle entrate evidenzia una variazione positiva rispetto al corrispondente periodo del 2009. E, complessivamente, l'andamento di gennaio-novembre, al lordo delle una tantum, «è perfettamente in linea con le previsioni». La Banca d'Italia non fa una replica diretta. Come di consueto parlano, però, le cifre. E il trend delineato sarebbe di segno opposto. Nei primi undici mesi dell'anno, infatti, secondo via Nazionale, si sarebbe registrato un calo dell'1,07% (a 326,761 miliardi).
L'unico puntò su cui si trovano d'accordo le Finanze e l'istituto centrale riguarda l'aumento delle entrate fiscali nel solo mese di novembre. Anche se i dati sono differenti. In particolare, secondo il Tesoro, a novembre le entrate sono ammontate a 56,7 miliardi (7,1% rispetto allo stesso mese dei 2009), al lordo delle una tantum. Senza le una tantum l'incremento si ferma a 16,1%. Il bollettino della Banca d'Italia dedicato alla finanza pubblica segnala invece che nel mese le entrate tributarie hanno registrato una crescita tendenziale del 5,5%. Gli introiti si sono attestati, quindi, a quota 32,454 miliardi di euro.
Un elemento importante dei dati riguarda le una tantum. Il calcolo tenendo conto di queste ultime è infatti differente. In quest'ultimo caso, anche secondo il Tesoro, il gettito risulta in calo. In particolare, nei primi undici mesi dell'anno è diminuito dello 0,4%. Il calo, sottolinea infatti il ministero di Tremonti, si spiega con «il venir meno delle una tantum e/o imposte sostitutive dell'Ires, dell'Irap e delle addizionali, versate nel 2009 per il riallineamento di valori contabili derivanti dall'adozione degli Ias-Ifrs».
La differenza tra i due gruppi di cifre, quelli segnalati dal dipartimento delle finanze di via XX Settembre e quelli di Palazzo Koch si spiega, come sempre, nel differente criterio di calcolo adottato. Il metodo adottato da via nazionale è su base di cassa, cioè tiene conto delle somme effettivamente riscosse.
Mentre il Tesoro adotta un altro criterio di valutazione, quello della competenza giuridica. Cioè considera le entrate che l'Erario ha diritto a riscuotere, indipendentemente dal fatto se poi le ha riscosse o meno. Stavolta, però, la differenza tra i risultati è più rilevante delle volte precedenti. Intanto, secondo via Nazionale si è registrato ancora un record per il debito pubblico italiano. A novembre ha toccato quota 1.869,9 miliardi di euro segnando il valore più alto mai registrato in valore assoluto. Ma si tratta del dato in valore assoluto appunto, e non della percentuale sul pil, valida ai fini del Patto di stabilità europeo.
Tornando ai dati delle Finanze, evidenziano come la lotta all'evasione stia producendo risultati. Tra gennaio e novembre c'è stato un exploit delle entrate derivanti dai ruoli: 4.676 milioni (643 milioni di euro, pari a  15,9% rispetto al corrispondente periodo del 2009).
 

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