lunedì 3 gennaio 2011

La Puglia è pronta ma i rifiuti campani arrivano in ritardo

BARI - Vanno a rilento le operazioni di solidarietà della Regione Puglia verso la Campania per dare un contributo allo smaltimento dei rifiuti di Napoli: tre i siti a disposizione in provincia di Taranto ma finora è stata utilizzata solo la Italcave tra Statte e Taranto ed in due settimane sono giunti poco più di 10 camion per un totale di circa 300 tonnellate smaltite. Un’inezia rispetto alle 500 giornaliere che erano consentite e rispetto alle 45.000 totali di rifiuti speciali non pericolosi provenienti dagli impianti Stir (Stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio di rifiuti urbani) di Tufino, Giugliano, Santa Maria Capua Vetere, Battipaglia e Caivano.


Il protocollo è stato siglato lo scorso 3 dicembre ed è diventato operativo dal 9 dicembre. Da quel momento solo tre i viaggi dei compattatori per il conferimento dei rifiuti. L'intesa tra le regioni ed i successivi tavoli tecnici hanno sancito delle regole molto ferree tra cui la prescrizione che i camion siano dotati di coperture stabili, a chiusura stagna, anzichè semplici teloni, affinchè i rifiuti non abbiano alcun contatto con l’aria onde evitare emissioni ed eventuali perdite di percolato. Il primo viaggio dei sei camion, infatti, fu rimandato indietro per la mancata osservanza di tale disposizione.
La Regione Puglia ha messo a disposizione anche i siti della Ecolevante di Grottaglie e della Vergine di Taranto, finora inutilizzati, perché sono pochi i camion che stanno trasportando i rifiuti dagli Stir campani.
I controlli sono rigidi e sono affidati in Campania all’Arpa, che verifica che siano caricate 'partite omogenee' di rifiuti speciali non pericolosi, ed in Puglia alla Polizia provinciale di Taranto, all’Arpa ed al comando dei carabinieri del Noe.
Il protocollo stabiliva una durata massima di tre mesi per il conferimento, tempi che difficilmente saranno rispettati perché gli attuali volumi sono ben lontani da quelli consentiti, ovvero al giorno fino a 20 mezzi per un massimo di 500 tonnellate giornaliere da distribuire negli impianti finali. Volumi, quelli raggiunti, che non aiutano Napoli ad alleviare l’emergenza dovuta proprio alla mancanza di siti finali di conferimento.
A inceppare il meccanismo anche il fatto che sono appena 7 i camion al momento idonei per conferire i rifiuti campani nelle cave del Tarantino. Dove, peraltro, non manca la protesta di comitati cittadini e di associazioni ambientaliste che chiedono alla Regione di controllare i rifiuti e non i mezzi mentre il protocollo prevede che le verifiche sulle ecoballe sia fatta all’origine e che nei siti di conferimento siano ispezionati i camion.
Alle proteste iniziali dei Comuni ed ora dei comitati il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha risposto che i rifiuti campani non comporteranno un aumento dei volumi di discarica già autorizzati perché vengono utilizzate volumetrie già esistenti e disponibili sul mercato. Per Vendola l’“operazione solidarietà” si è resa necessaria “di fronte alle notizie di bambini ricoverati per problemi sanitari”.
02 Gennaio 2011
 

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