lunedì 10 gennaio 2011

Sale rilancia Irs: Mai più liti tra di noi

10.01.2011 - GIUSEPPE MELONI ABBASANTA
Gavino Sale sa come strappare un applauso scrosciante: «Se volevano fermarci... Non ce l'hanno fatta», dice aprendo il suo intervento all'assemblea di Irs. Effetto azzeccatissimo (con tanto di pausa strategica), vagamente sulla scia del dov'eravamo rimasti? che segnò il ritorno in tv di Enzo Tortora dopo le note vicende.  Stavolta le vicende consistono nella guerra dentro Indipendentzia-Repubrica de Sardigna: l'incontro di Abbasanta, una settimana dopo quello dell'area vicina a Franciscu Sedda e al vecchio esecutivo, chiude la questione.


DESTINI LONTANI Gli «altri» vanno verso un nuovo soggetto politico, per ora si fanno chiamare Sa costituente. Irs resta qui, con Sale e quelli che la pensano come lui. Davvero tanti, più di 400, in una domenica di sole che invita alla festa. E in effetti l'atmosfera è quella: un trionfo personale per il leader storico, che dopo il primo applauso ne conquista altri undici, da aggiungere a due standing ovation. L'assemblea riafferma forte e chiaro - persino con la scaletta degli oratori - alcuni dati politici. Irs recupera la sua anima movimentista: «Saremo nei luoghi del conflitto sociale, accanto alle proteste dei pastori, dei disoccupati, dei licenziati», conferma Sale. Si prepara una battaglia contro Equitalia «che rischia di far chiudere 60mila aziende». Si punta alla «più grande manifestazione indipendentista di sempre», e ritorneranno le azioni clamorose: la prima forse al poligono di Quirra. «Oggi chiediamo, con un documento, di sospendere subito ogni sperimentazione balistica», dice Sale in riferimento allo studio, anticipato dall'Unione Sarda, sulle deformità degli agnelli e i tumori dei pastori negli ovili della zona. «Se non fermeranno le esercitazioni entreremo a migliaia nella base, cun sa chitterra in sa manu », prosegue con quell'efficace ital-sardo cui deve parte delle sue fortune.
PROGRAMMI Il tema delle servitù militari sarà strategico: si capisce già dalla scelta di riservare uno dei primi interventi a Mariella Cao, del comitato Gettiamo le basi. Oltre al risalto mediatico, però, c'è chi ha su Quirra una proposta concreta: «Convertire il poligono in un'area a disposizione di tutta l'Europa per le esercitazioni di protezione civile», suggerisce Giampiero Deidda. Il discorso programmatico continua con gli altri ospiti. Diego Corraine parla di limba , Angelo Marras (Confederazione sindacale sarda) di occupazione, Priamo Cottu della rivendicazione del Movimento pastori. Non tutti sono di Irs, altro segno del nuovo corso: si mantiene la promessa di creare ponti con l'intera galassia indipendentista. E colpisce il calore tributato all'intervento di Claudia Zuncheddu, consigliere regionale dei Rossomori, che chiude tra gli applausi e con l'abbraccio di Bettina Pitzurra, altro nome storico dell'indipendentismo. Consensi anche per Gianfranco Sollai (Unidade indipendentista), ma un po' più trattenuti quando invita a «spingersi sino ai limiti della legalità». Sale ribadirà poi che «l'indipendentismo è non violento», e anzi bisogna cooperare, senza più liti, per suscitare «un'insurrezione concettuale» e creare «il terzo blocco contro il centrodestra e il centrosinistra italiani».
OBIETTIVI «Era ovvio che tentassero di rallentare la nostra crescita», riprende il consigliere provinciale sassarese, «e invece da oggi acceleriamo. Abbiamo costretto la politica a parlare di indipendenza in Consiglio regionale. Ora un comitato riscriverà lo Statuto sardo: il movimento indipendentista dovrà fare irruzione politica in questa discussione». Il carisma e la favella di Sale attirano l'attenzione, ma non esauriscono il dibattito. Francesco Ziccheddu archivia il passato così: «Quel che è successo ci ha fatto male, ma oggi qui c'è tanta bella gente». Nello Cardenia avverte: «L'indipendentismo è il futuro, ora però creiamo altro consenso». Un esempio felice: Mario Satta, primo sindaco indipendentista (di Perfugas). «Poco prima del voto sembrava impossibile», ricorda: «Ciò che abbiamo fatto lì si può ripetere».
 

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