giovedì 10 febbraio 2011

La Lega fa la guerra ai prof. del Sud

Norma al senato per bloccare l'assalto dei precari meridionali
di Alessandra Ricciardi  - Italia Oggi. 
Sono dovuti accorrere di gran carriera anche il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, e della Lega Nord, Federico Bricolo, per tentare di calmare gli animi e trovare un accomodamento. Perché non sono pochi i senatori di maggioranza, di provenienza meridionale, che hanno avuto da ridire all'emendamento del Carroccio che blinda le graduatorie degli insegnanti per un anno.
Obiettivo: evitare che precari del Sud, in virtù dei loro punteggi corposi, possano in sede di aggiornamento insidiare i colleghi del Nord, in attesa da anni di un posto fisso o quantomeno di una supplenza annuale. Al blocco dell'aggiornamento delle graduatorie, in cui sono iscritti circa 230 mila docenti, lo stato maggiore di Umberto Bossi sta lavorando da tempo. Ma è ieri che è esploso il caso e la Lega è scesa in campo mettendo la maggioranza davanti a un aut aut: o si fa passare il blocco oppure, questa era la partita, rischia di saltare l'appoggio alla conversione in legge del decreto Milleproroghe al senato. Il congelamento delle graduatorie è diventato di assoluta attualità dopo la sentenza della Corte costituzionale che ieri ha dichiarato illegittime le norme con cui il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, ha previsto che i docenti possano iscriversi in una graduatoria diversa da quella di appartenenza ma solo in coda ai vecchi iscritti. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 41, ha sancito che la normativa è irragionevole perché «comporta il totale sacrificio del principio del merito posto a fondamento della procedura di reclutamento dei docenti». E dunque, code cancellate. Senza interventi di sorta, il prossimo anno scatterebbe il rifacimento di tutte le graduatorie. Sarebbe un vero terremoto in molte regioni del Nord, quelle dove maggiori sono le chance di essere assunti.
La Lega, che ha ben presente l'importanza che la scuola ha presso il proprio elettorato, ha subito sfoderato un emendamento ad hoc che fa slittare di un anno l'aggiornamento. Nel frattempo il governo metterà a punto una nuova riforma del reclutamento dei docenti, che premi la residenza su uno stesso territorio ai fini delle assunzioni. Ma gli spazi e i tempi per chiudere la partita sono veramente stretti. Entro oggi le commissioni bilancio e affari costituzionali del senato devono ultimare l'esame degli emendamenti, per andare in aula al massimo entro domani. Dove è quasi certo un maxiemendamento governativo che però ripescherà quanto approvato in commissione.. «La sentenza della Corte stabilisce in una materia delicata, che riguarda varie centinaia di migliaia di persone, un principio di uguaglianza e di valorizzazione del merito, ponendo fine ad un intreccio di norme poco trasparenti e inique con le quali il ministro Gelmini ha cercato di governare il reclutamento degli insegnati», attacca la senatrice pd Mariangela Bastico, ex viceministro dell'istruzione. «La sentenza difende i nuovi diritti dei docenti che hanno maturato nuovi punteggi, senza tutelare i vecchi diritti dei docenti che hanno lavorato per anni rispettosi delle regole», replica Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega e primo firmatario dell'emendamento. Che nega che quella del Carroccio sia una battaglia contro il Sud: «Ne trarrebbero benefici anche tanti docenti meridionali, che potrebbero vedersi soffiare il posto dal collega di un'altra provincia». Ma i dati parlano chiaro: è al Nord che ci sono più posti disponibili.
E intanto è arrivato l'appoggio del ministro Gelmini alla battaglia leghista. «Sarà inevitabile rifare le graduatorie», ha spiegato il capodipartimento di viale Trastevere, Giovanni Biondi, con lo scopo di rispondere a quanti hanno fatto ricorso per l'inserimento a pettine, «ma è all'ordine del giorno un emendamento da inserire nel Milleproroghe che, rifatte le graduatorie, congela il meccanismo». In una nota ufficiale del ministero si aggiunge come con la sentenza risulti abrogata tutta la normativa. «Lavoreremo», conclude l'Istruzione, «per garantire l'ordinario funzionamento della scuola e per offrire in ogni caso le maggiori occasioni di impiego ai docenti».
 

Nessun commento: