mercoledì 11 maggio 2011

Federali Mattino-12 maggio 2011. Un mito del federalismo: Zaia. Dice: Correte dall’assicuratore. Ho seguito un corso durante l’università - dice - e sapete dove si vendono più polizze antincendio? Nella via dove una casa è stata devastata dalle fiamme. Dice: Il Santo Padre ha fatto un giusto appello alla Serenissima e all'ospitalità verso i migranti che per noi è un'ospitalità diffusa.----Il presidente Zaia respinge al mittente le accuse di un Veneto chiuso ai flussi migratori. «Sul territorio regionale - mette in chiaro - ci sono 600 mila immigrati, dei quali 30 mila hanno perso il lavoro per la crisi e fanno parte del contingente dei 142 mila disoccupati. È giusto che si sappia che il Veneto è la terza regione d'Italia con la più alta presenza di immigrati».----Tutti i migranti che sono giunti in Veneto sono stati sottoposti a screening sanitari per accertare eventuali parassitosi o altre patologie, garantendo così i massimi standard di sicurezza alla popolazione.

Zaia, o za’ia’ o zaia’ o za'ia o zai’a?:
Veneto. Maltempo, non ci sono più fondi. Zaia: «Correte dall’assicuratore»
Vicenza. Nuovi profughi «Ma ormai qui siamo saturi»
Treviso. Luce e gas tagliati a 80 famiglie: i dati shock sulla povertà della Caritas.


Veneto. Maltempo, non ci sono più fondi. Zaia: «Correte dall’assicuratore»
I soldi della protezione civile sono esauriti. Il governatore: non è che ad ogni grandinata si può venire a battere cassa
VENEZIA — L’estate si avvicina e con lei (purtroppo) pure le trombe d’aria, le grandinate e le sventagliate di maltempo a cui ci hanno abituato i mesi più caldi degli ultimi anni. «Meglio correre ai ripari» avverte il governatore Luca Zaia, il che significa dall’assicuratore, a firmare una bella polizza sulla casa o sull’azienda. Perché affrettarsi? Il motivo è sempre quello, lo stesso che ritorna in ogni stanza del Palazzo: i soldi sono finiti. Stavolta sono quelli del Fondo nazionale della Protezione civile, che normalmente vengono utilizzati per aiutare le vittime delle calamità. «E’ inutile illudere i cittadini - spiega Zaia - non è che ad ogni grandinata si può venire a battere cassa dagli enti pubblici». Sia detto per inciso: tra le sue mille vite, il governatore ne conta pure una da apprendista assicuratore. «Ho seguito un corso durante l’università - dice - e sapete dove si vendono più polizze antincendio? Nella via dove una casa è stata devastata dalle fiamme».
Piccolo aneddoto per addolcire un’amara pillola («Quest’anno non sarà possibile intervenire a ristoro di danni») e per ricordare che spesso, quando si pensa ad un’assicurazione, è troppo tardi ed il danno è già bello e che fatto. Una riflessione stimolata da una visita recente nella zona di Este e Montagnana, dove Zaia ha incontrato alcune persone che hanno subito danni gravissimi a causa di una tromba d’aria e chiedevano conto dei soldi che non arrivano mai: «Quelli estivi non saranno mesi facili: è nelle cronache il ripetersi di eventi eccezionali con danni anche molto gravi. Come Regione stiamo svolgendo un’attività di brokeraggio per tentare di spuntare dalle assicurazioni i prezzi e le condizioni migliori, in ogni caso penso che nessuno sia disposto a rischiare i sacrifici di una vita, a cominciare dalla casa, per non spendere 50 euro in più di polizza all’anno».
Ma.Bo.

Vicenza. Nuovi profughi «Ma ormai qui siamo saturi»
 L'EMERGENZA CONTINUA. Veneto: annunciati 120 arrivi in nottata
 Zaia: «Sono rifugiati veri, scappano dalla guerra e dalle epidemie. Spero che coi Comuni si continui con l'accoglienza "diffusa", senza aprire caserme» 11/05/2011
Antonella Benanzato
VENEZIA
Ne arrivano altri, e cominciano i problemi. Il Veneto va verso la "saturazione", almeno per quanto concerne l'accoglienza "diffusa" ai migranti in arrivo da Libia e Nord Africa. Proprio per la notte scorsa nella nostra regione erano annunciati 120 nuovi arrivi: «Profughi veri - spiega il presidente del Veneto Luca Zaia durante il punto stampa post-giunta - in fuga dalla guerra». E nel fine settimana, avvisa, un altro centinaio giungerà in Veneto.
SONO RIFUGIATI VERI. Zaia non nasconde la sua preoccupazione per questa nuova ondata di arrivi, anche perché come detto non sono più tunisini in "transito" verso altri Paesi: questi sono rifugiati veri, che si fermeranno qui. «Sono donne e bambini, molti dei quali neonati spesso orfani, di età compresa tra uno e due anni che arrivano dalla Libia e dall'Africa sub-sahariana, provati da carestie e pestilenze». Per queste persone l'accoglienza delle associazioni caritatevoli - che il governatore ha voluto ringraziare pubblicamente ancora una volta, dalla Caritas a Emergency - «non basta più». Nelle strutture messe a disposizione dalle diocesi e dall'associazionismo, ci sono al momento solo 20 posti per gli uomini, 60 per le donne, 18 per i bambini.
COINVOLTE LE PROVINCE. Ecco perché la Regione Veneto, di concerto con il Prefetto di Venezia Luciana Lamorgese, ha fatto scattare il piano B. Il Prefetto incontrerà oggi i presidenti delle Province per sondare le disponibilità loro, e attraverso loro dei Comuni, ad accogliere i profughi che, di fatto, sono dei richiedenti asilo secondo quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra. Zaia auspica però che non si ricorra a caserme e grandi strutture: il governatore auspica che si prosegua seguendo il modello dell'accoglienza "diffusa", ipotizzando ad esempio di distribuire un profugo ogni 2 mila abitanti, così da non caricare troppo il territorio. Gli spazi necessari potrebbero essere locali messi a disposizione dalle amministrazioni comunali.
«FINORA 500 ARRIVI». Il presidente della giunta regionale traccia anche un bilancio dei migranti finora sbarcati sul territorio veneto. «Dei 500 arrivati fino ad oggi, molti se ne sono andati in Francia dove avevano i loro famigliari. I 120 che sono in arrivo durante la nottata sono invece profughi veri che si fermano qui come stabilito dalla Convenzione di Ginevra». Zaia non nasconde la preoccupazione per un'emergenza che dalla Libia non cesserà in tempi brevi. «Siamo verso la saturazione - ammette - ma per noi la prima via da scegliere è ancora l'ospitalità diffusa, la seconda l'accoglienza nei Comuni con un migrante ogni 2 mila abitanti e infine il ricorso al "casermaggio", ipotesi che non vorremmo mai mettere in atto perché non è dignitoso per queste persone e non lo è nemmeno per noi».
Fin dall'inizio, il governatore leghista ha voluto evitare che si creassero "ghetti" in Veneto, ricercando piuttosto soluzioni più adeguate alle necessità di persone in transito o comunque in fuga da conflitti e violenze.
«GIUSTO L'APPELLO DEL PAPA». Proprio per questo Zaia coglie il destro per fare sue le parole di papa Benedetto XVI nel corso della recente visita a Venezia: «Il Santo Padre ha fatto un giusto appello alla Serenissima e all'ospitalità verso i migranti che per noi è un'ospitalità diffusa. Spero che questa visita del pontefice rappresenti un ulteriore sostegno al nostro modello che, finora, ha permesso di evitare di mettere le mele marce tra quelle buone. Non voglio che nessuno - ha avvertito - possa diventare il "rais" dei centri d'accoglienza».
L'EUROPA NON C'È. Il punto sugli immigrati è stato l'occasione per ribadire, ancora una volta, l'assenza di supporto da parte dell'Unione europea. «Non sappiamo che farcene delle dichiarazioni della commissaria europea Cecilia Maelstrom: vengano qui e risolvano i problemi - ha tuonato Zaia - non c'è stata un'equa distribuzione degli immigrati sul suolo europeo. In Veneto da quattro settimane riceviamo i profughi senza una sbavatura».
«DA NOI GIÀ 600 MILA IMMIGRATI». Il presidente respinge al mittente le accuse di un Veneto chiuso ai flussi migratori. «Sul territorio regionale - mette in chiaro - ci sono 600 mila immigrati, dei quali 30 mila hanno perso il lavoro per la crisi e fanno parte del contingente dei 142 mila disoccupati. È giusto che si sappia che il Veneto è la terza regione d'Italia con la più alta presenza di immigrati». Tutti i migranti che sono giunti in Veneto sono stati sottoposti a screening sanitari per accertare eventuali parassitosi o altre patologie, garantendo così i massimi standard di sicurezza alla popolazione.

Treviso. Luce e gas tagliati a 80 famiglie: i dati shock sulla povertà della Caritas.
Seimila licenziati in due anni, 16 mila persone sotto la soglia di povertà, almeno 80 famiglie senza  luce e gas, 160 verso lo sfratto. L'appello del vescovo ai sindaci
di Francesco Dal Mas
Il Fondo di solidarietà istituito dalla diocesi, che in due anni ha distribuito ai poveri circa 400 mila euro, sta per esaurirsi. Di qui l'appello, con bacchettata, di monsignor Pizziolo ai sindaci: "Abbiamo constatato che non tutti i Comuni prendono in carico le persone in stato di bisogno. E' ora di cominciare ad adottare stili di vita più sobri e a dimostrare più generosità".11 maggio 2011

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