mercoledì 11 maggio 2011

Federali Sera-11 maggio 2011. Migrazione. L'allarme di Zaia: Veneto verso la saturazione.----Maroni: Noi siamo stati lasciati soli ad affrontare l'emergenza immigrazione. L'Europa non dà risposte e non è bello vedere gli altri Paesi dell'Unione che stanno a guardare.----Il ministro tedesco Friedrich: Potete accogliere i 12.000 che hanno chiesto asilo. In Germania sono 600 i mila rifugiati.----Trentino AA: Saranno validi fino alla fine del 2011 gli aiuti economici per disoccupati, cassintegrati e prepensionati.

Pil in libera uscita:
Ogni anno evasi 120 miliardi
Bankitalia: il denaro riciclato e’ pari al 10% del pil.

Pettirossi:
Genova. Rambaudi: «Mille migranti in arrivo al Nord»
Immigrati, l'allarme di Zaia «Veneto verso la saturazione»
Belluno. Migranti: 50 profughi in hotel a Calalzo? Il sindaco si oppone e blocca l'arrivo
Immigrati, Maroni: Ue ci ha lasciati soli ad affrontare emergenza
Friedrich: «Non criticate l'Europa. In Italia avete avuto solo 25 mila arrivi»

Sud Tirol:
Bozen. L'obelisco di Lana non verrà demolito
Lavoro: la Regione Trentino-Alto Adige proroga le misure anticrisi
Popolazione: Bolzano raggiunge 104.172 abitanti
Bozen. La Provincia taglia 555 dipendenti


Ogni anno evasi 120 miliardi
La riscossione delle tasse sottratte alle casse pubbliche è «necessaria per recuperare risorse indebitamente sottratte e dovute per il bene comune».
E non si tratta di una cifra da poco: «la stima di 120 miliardi di evasione annua indica quanto il fenomeno sia diffuso e capillare». Quindi «contrastare l'evasione fiscale e contributiva vuol dire eseguire atti forse impopolari, ma doverosi». I soci di Equitalia (Agenzia delle Entrate con il 51% e Inps con il 49%) difendono la società di riscossione al centro nei giorni scorsi di manifestazioni di protesta (l'Equitalia day lanciato da Fli) ma anche di veri e propri attacchi alle sedi locali. Il Pd della Sardegna intanto interviene e chiede una moratoria per i debiti non pagati. Ieri a difesa di Equitalia si sono schierati i soci: il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua e il direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera. In un comunicato congiunto hanno sottolineato che la legge ha affidato alla società Equitalia «i metodi e gli strumenti idonei per agire in nome e per conto delle Amministrazioni. I risultati sono più che positivi. Nel 2010 quasi 9 miliardi sono entrati nelle casse dello Stato».

Bankitalia: il denaro riciclato e’ pari al 10% del pil.
Secondo quanto riferito dal vicedirettore generale della Banca d'Italia, Anna Maria Tarantola, il riciclaggio pesa per oltre il 10% del Pil Italiano. Una stima ben superiore rispetto a quella del Fondo monetario internazionale, che vede il valore al 5 per cento. Secondo la Tarantola questo deriva dall'incidenza in Italia di quelle che definisce "alcune multinazionali del crimine".

"PONTE TRA CRIMINE E SOCIETA'" - Nel dettaglio si tratta "di flussi di denaro illecito che assumono rilevanza anche sul piano macroeconomico, e sono suscettibili di generare gravi distorsioni nell'economia legale, alterando le condizioni di concorrenza, il corretto funzionamento dei mercati e i meccanismi fisiologici di allocazione delle risorse con riflessi sulla stessa stabilità e efficienza del sistema economico". Secondo la vicepresidente il riciclaggio è "un ponte tra criminalità e società civile", in gradi di offrire al crimine "gli strumenti per essere accolti e integrati nel sistema, arrivando a sedere nei consigli di amministrazione e a contribuire all'assunzione di decisioni economiche, sociali e politiche rilevanti".

I DATI - In poco più di tre anni, da quando nel nostro ordinamento è stata inserita la direttiva antiriciclaggio, le segnalazioni relative ad operazioni sospette sono triplicate: dalle 12.500 del 2007 alle 37mila del 2008, un aumento che in termini percentuali si traduce in un balzo del 44% nel 2009 e del 77% nel 2010. Per la Tarantola, però, "non può considerarsi soddisfacente il fatto che l'aumento delle segnalazioni sia dovuto quasi esclusivamente agli intermediari bancari e finanziari e alla Poste". Anche la Banca d'Italia ha svolto un'intensa attività di vigilanza: nel 2010 ha effettuato 175 ispezioni di carattere generale, 8 mirate e 113 verifiche presso dipendenze bancarie nell'hinterland milanese, entroterra campano e aree della Sicilia. 10/05/2011

Genova. Rambaudi: «Mille migranti in arrivo al Nord»
 10 maggio 2011
 Genova - Un migliaio di migranti sbarcati negli ultimi giorni a Lampedusa saranno trasferiti tra domani e giovedì nelle regioni del Nord Italia. Lo ha annunciato stamani l’assessore alle Politiche sociali della Regione Liguria, Lorena Rambaudi, che ieri sera ha ricevuto via fax dalla protezione civile il piano di arrivo di due navi nel porto di Genova. Circa novanta migranti si fermeranno in Liguria, gli altri verranno accompagnati con dei pullman in Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e nelle province di Trento e Bolzano.

«Abbiamo già messo in moto tutte le procedure necessarie per accogliere i migranti nel migliore dei modi - ha spiegato l’assessore Rambaudi parlando a margine del Consiglio regionale -. Dobbiamo chiedere loro che cosa hanno intenzione di fare per capire chi intende fermarsi e chi invece vuole proseguire il viaggio. Ho già chiesto all’assessore al Turismo di verificare la disponibilità di strutture alberghiere per i primi giorni di permanenza».

L’ultimo gruppo di immigrati arrivati in Liguria è stato accolto venerdì scorso nel comune di Varese Ligure: «Si tratta di una quarantina di persone - ha spiegato l’assessore Rambaudi - tra cui famiglie con undici bambini tra gli uno e i quattro anni. Sono alloggiati presso una colonia della Croce Rossa e finora sono stati accolti con grande calore». Sia questi ultimi arrivati, sia quelli in arrivo, sono migranti provenienti da paesi del Centro Africa, «i quali - ha detto l’assessore Rambaudi - erano rimasti bloccati durante il trasferimento verso le coste nord africane dalla guerra in atto in Libia e che oggi evidentemente sono riusciti a riprende il cammino».

Immigrati, l'allarme di Zaia «Veneto verso la saturazione»
Il governatore: affidiamoci alla rete delle amministrazioni, l'ospitalità diffusa è la soluzione migliore. Un migrante ogni duemila abitanti
VENEZIA - «La situazione è tutt’altro che tranquilla e siamo preoccupati: pur essendo fortunati, perché il Veneto non ha ricevuto contingenti di immigrati così elevati come altre regioni, la nostra accoglienza diffusa sta raggiungendo il livello di saturazione». L’allarme è stato lanciato dal presidente del Veneto, Luca Zaia, che, rifacendosi alle parole espresse da Benedetto XVI in occasione della sua visita a Nordest, ha definito quello dell’ospitalità un «punto dolente». «Dall’inizio della crisi - ha spiegato Zaia - abbiamo già ospitato circa cinquecento immigrati e, per la prossima notte, ne sono annunciati in arrivo altri 120 da Manduria. Adesso, però, arrivano i profughi veri, quelli secondo la Convenzione di Ginevra del 1951: eritrei, somali, libici, africani della zona sub-sahariana che scappano da fame, carestie, pestilenze. Non si tratta allora più di una scelta amministrativa, ma di applicare una Convenzione internazionale, che, tra l’altro, ne limita la libera circolazione, dovendo restare nel luogo dove ottengono asilo politico».

Zaia ha dunque anticipato che mercoledì il prefetto di Venezia, Luciana Lamorgese, incontrerà sul tema i presidenti delle Province venete. «Siamo di fronte a un bivio. O continuiamo con l’ospitalità diffusa, anche se i posti a disposizione sono pochi: venti posti per uomini, una sessantina per donne e diciotto per bambini. Ma, se lo stimolo del prefetto, con cui c’è perfetto contatto e sintonia, non verrà accolto - aggiunge - dobbiamo puntare sull’ospitalità canonica, con caserme come primi centri di accoglienza, che ritengo devastanti e poco rispettosi della dignità umana».

Per mantenere il modello fin qui adottato, e scartando l’ipotesi-alberghi («Può essere solo un’extrema ratio - sottolinea - una soluzione tampone per al massimo un paio di giorni»), Zaia rilancia dunque la proposta di far accogliere un immigrato ogni duemila abitanti. «Bisogna fare un ragionamento che va al di là, perchè la sfida va vinta come comunità. Affidandoci alla rete delle amministrazioni - afferma - si eviterebbero aggregazioni e situazioni di fibrillazione, ospitando uno o due immigrati per Comune, che potrà accoglierli nella sede degli Alpini piuttosto che nell’alloggio del guardiano della palestra. L’ospitalità diffusa sarebbe così assolutamente invisibile e ci darebbe la possibilità di stabilire un piano prudenziale. Questo, infatti, non significa affatto che siano in arrivo 2.500 immigrati». (Ansa)

Belluno. Migranti: 50 profughi in hotel a Calalzo? Il sindaco si oppone e blocca l'arrivo
Un albergatore aveva dato la propria disponibilità e si era diffusa la voce che i 50 immigranti sarebbero arrivati in giornata nell'hotel di fronte a quello che ospita gli incontri fra Bossi, Tremonti e Calderoli. Ma dopo le proteste la disponibilità è stata ritirata
CALALZO. Più di 50 migranti a Calalzo, nel cuore del Cadore, ospiti nell'albergo di fronte a quello dove Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Roberto Calderoli si danno periodicamente convegno: un'ipotesi rispetto alla quale il sindaco, Luca De Carlo, ha detto no, muovendo mari e monti fino a farla svanire.
 ''Non ci sto. E' assurdo che i profughi che stanno arrivando in queste ore in Veneto trovino spazio solo a Calalzo - afferma De Carlo, Pdl, a capo di una giunta di centrodestra - una comunità di 2000 persone, per quanto accogliente e ospitale, non può sopportare un'invasione di questo tipo. Sono pronto a forme eclatanti di protesta''. Il sindaco afferma di esser stato avvertito degli arrivi per telefono dal presidente della Provincia di Belluno GianPaolo Bottacin.
 ''Stanotte stessa dovevano arrivarne dai 40 ai 60 - prosegue - perché un albergo, unico nel Veneto, aveva espresso disponibilità ad accoglierli: allora ho cercato di farlo ragionare sul fatto che, a fronte di un'entrata oggettiva, i soldi non sarebbero arrivati subito e la popolazione non l'avrebbe presa poi così bene, così il titolare dell'albergo è sceso a più miti consigli e ha revocato la sua disponibilità''.
 ''Non perché sia mancato nelle nostre genti e in lui - afferma De Carlo - il principio della solidarietà, ma perché ci si è resi conto che una comunità come la nostra, di 2000 abitanti, non puo' certo sopportare l'arrivo di un numero così consistente di persone''. La struttura che non avrebbe avuto problemi ad accogliere i profughi e' sita proprio nel centro del paese, con vista stupenda sul lago e sui monti circostanti.
 Il titolare ha ritrattato la disponibilità. ''Se è vero che è Federalberghi ad avere segnalato la struttura - conclude il sindaco - si assuma la responsabilità di avere nel nostro bel Cadore, nel cuore delle Dolomiti patrimonio Unesco e alle porte della stagione estiva, un albergo invaso da profughi. Non mi vengano più a parlare di
turismo''.
 ''Capisco le ragioni umanitarie e il dovere di accoglienza, ma non possiamo permetterci un'invasione - dice da parte sua Dario Bond, capogruppo Pdl in Consiglio regionale, che ha subito contattato il governatore veneto Luca Zaia - non possiamo concentrarli tutti nello stesso paese, come si è ventilato per Calalzo. Si rischierebbe davvero il caos, senza contare i danni per il turismo''.

 In serata sulla vicenda è intervenuto anche il governatore Luca Zaia. ''Io so solo che a Calalzo non vanno''.  Le prefetture non ne hanno notizia, mentre per il presidente della provincia di Belluno GianPaolo Bottacin nessun arrivo è previsto in Cadore, né di tunisini né di libici. Bottacin ha escluso che, almeno per oggi, arrivino profughi nel bellunese, dove, ha detto, la Diocesi non ha strutture disponibili e la sistemazione di Calalzo, inizialmente individuata da Federalberghi, è risultata non idonea. Una ''questione ''tecnica'', sostiene il presidente della provincia. 10 maggio 2011

Immigrati, Maroni: Ue ci ha lasciati soli ad affrontare emergenza
 Roma, 10 mag (Il Velino) - ''Noi siamo stati lasciati soli ad affrontare l'emergenza immigrazione. L'Europa non dà risposte e non è bello vedere gli altri Paesi dell'Unione che stanno a guardare''. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, impegnato a Parigi in una riunione ministeriale del G8 contro il traffico di droga, torna a parlare di immigrazione e chiama nuovamente in causa l’Unione europea. Maroni stima che i potenziali profughi libici siano il doppio dei 750 mila previsti dall’Onu. “Mi chiedo perché l'Europa non si muove per garantire sostegno e creare rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo in modo da favorire condizioni di stabilità per il futuro'', aggiunge. Ed ecco perché giovedì, nel corso della riunione dei ministri dell'Interno europei a Bruxelles, il titolare del Viminale solleciterà delle "risposte". Per quanto riguarda il tema della droga Maroni spiega che “i traffici di cocaina investono direttamente l'Italia attraverso le rotte che partono dal Sudamerica e passano dall'Africa. 'La cosa grave è che questi traffici si intersecano con quello di esseri umani e di armi e quindi anche la risposta deve essere globale''.
(red) 10 mag 2011 13:50

Friedrich: «Non criticate l'Europa. In Italia avete avuto solo 25 mila arrivi»
Il ministro tedesco: «Potete accogliere i 12.000 che hanno chiesto asilo». In Germania sono 600 i mila rifugiati
MILANO - «L'Italia non ha alcun motivo di lamentarsi per la mancanza di solidarietà» da parte dell'Europa sulla vicenda degli immigrati arrivati sulle coste meridionali. Lo ha detto il ministro dell'Interno tedesco, Hans-Peter Friedrich al quotidiano francese Le Figaro. «Dall'inizio delle proteste» nel Nordafrica «in Italia sono arrivati appena 25mila immigrati», ha sottolineato. «Un grande Paese come l'Italia può accogliere senza grande difficoltà i 10.000-12.000 rifugiati che hanno chiesto di restare sul suo territorio. La solidarietà implica anche che si deve adempiere ai propri obblighi», ha aggiunto.

ASILO - Le critiche del ministro degli interni tedesco arrivano il giorno dopo l'audizione alla commissione Affari esteri alla Camera di Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. La commissaria ha dato un quadro degli arrivi e delle domande di asilo in Italia e nei Paesi vicini: «nel 2010 in Francia le domande di asilo sono state 48 mila, in Germania 42 mila, in Italia solo 8.200». In totale, ha riferito Laura Boldrini, in Germania ci sono 600 mila rifugiati, in Francia 200 mila, nel Regno Unito 300 mila, in Italia 55 mila. Insomma il nostro paese «non è tra i più esposti, ci potrebbe essere per questo riluttanza in Unione europea per una suddivisione», visto che negli altri paesi ci sono già «numeri ben più importanti».

Bozen. L'obelisco di Lana non verrà demolito
Il sindaco Stauder: «Quella stele di segnaletica stradale sarà spiegata con una targa»
di Ezio Danieli
  LANA. L'obelisco di Lana, realizzato come stele per la segnaletica stradale in epoca fascista, resterà dov'è, all'inizio della strada che porta alla zona industriale.  Sarà rigettata l'interrogazione presentata da Südtirol Freiheit che chiedeva che l'obelisco fosse rimosso. La stele - risale al 1938 - era stata per lungo tempo all'inizio della strada che da Lana sale a Tesimo e a passo Palade. In quel punto è stata realizzata una rotatoria ed in conseguenza di questi lavori - con qualche polemica - l'obelisco è stato trasferito all'inizio della strada che porta alla zona industriale e quindi allo svincolo di Sinigo della Me-Bo. L'obelisco nel frattempo è stato imbrattato da graffiti e scritte.  Ora Südtirol Freiheit ha chiesto che l'obelisco venga tolto ma il sindaco, dopo averne parlato in giunta, ha deciso che deve rimanere al suo posto. «Ho presentato una richiesta ufficiale al Genio Civile di Trento per avere la storia ufficiale del monumento: è nostra intenzione predisporre una sorta di targa da sistemare ai piedi del monumento in modo tale da spiegare a residenti e turisti il significato di questa presenza che ha scritte in lingua italiana ed il lingua tedesca». Il sindaco Harald Stauder è convinto «che la maggioranza della popolazione di Lana non ha niente contro l'obelisco» e che, di conseguenza, «l'interrogazione di Südtirol Freiheit debba essere respinta». Rispetto alla sua collocazione originale la stele dà anche delle indicazioni sbagliate, dal punto di vista dei chilometri, sulle distanze da percorrere per arrivare a passo Palade. «La nuova sistemazione - chiarisce il sindaco - ha allungato di circa un chilometro le distanze: non credo sia necessario correggerle. Ad ogni modo attendo risposta alla lettera che ho inviato al Genio Civile di Trento e poi decideremo come realizzare la targa e cosa scrivere per spiegare alla popolazione il significato dell'obelisco e soprattutto della sua presenza a Lana».  Lo stesso sindaco annuncia anche la prossima sistemazione, su tutto il territorio, di una serie di nuovi cartelli bilingui: «Sono presenti segnali monolingui: in giunta è prevalsa la decisione di sostituirli con indicazioni bilingui, nel rispetto dei cittadini di lingua italiana e degli ospiti. I nuovi cartelli sono quasi pronti e la loro sistemazione è questione di qualche settimana al massimo».

Lavoro: la Regione Trentino-Alto Adige proroga le misure anticrisi
Saranno validi fino alla fine del 2011 gli aiuti economici per disoccupati, cassintegrati e prepensionati
TRENTO. Un disegno di legge che prevede la proroga delle misure anticrisi attivate dalla Regione nel 2009 a favore dei lavoratori colpiti dalla crisi economica è stato approvato dalla Giunta della Regione Trentino Alto Adige, su proposta dell'assessore regionale Martha Stocker. I termini sono stati prorogati fino alla fine del 2011, permettendo così a chi ha perso il posto di lavoro o si trova in cassa integrazione a causa della crisi di accedere, anche per l'anno in corso, ai contributi finanziari concessi dalla Regione.

Il disegno di legge interviene inoltre per sostenere i lavoratori in mobilità durante il periodo della finestra di accesso alla pensione, ovvero nello spazio di tempo che intercorre fra il momento in cui si è maturata la pensione e quando la si percepisce realmente. Tale periodo è stato portato a un anno con una legge dello Stato del 2010, lasciando scoperti i lavoratori in mobilità.

Ai lavoratori collocati in mobilità, che hanno i requisiti per l'accesso al pensionamento nel corso del 2011 e comunque entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità, viene concessa, o se in godimento prorogata, l'indennità di mobilità regionale fino al momento del diritto alla decorrenza della pensione obbligatoria, maturato sulla base delle finestre di accesso e comunque per un periodo non superiore a otto mesi.

Soddisfazione per il varo del disegno di legge da parte della Giunta e l'auspicio che la normativa possa essere approvata al più presto dal Consiglio regionale sono stati espressi da Stocker, che ha commentato: ''Si tratta di misure urgenti e di grande valenza sociale, che ci permettono di dare risposte ai bisogni di molte famiglie che vivono con grande difficoltà l'attuale momento di crisi''. 10 maggio 2011

Popolazione: Bolzano raggiunge 104.172 abitanti
BOLZANO. Al 31 marzo la popolazione residente a Bolzano ammontava a 104.172 persone, 143 unità in più rispetto al trimestre precedente.
Nel primo trimestre del 2011 si registrano 232 nati vivi (10 in meno rispetto al periodo precedente), 119 dei quali sono maschi e 113 femmine. Il tasso trimestrale di natalità è pari a 8,9 nati vivi ogni 1.000 abitanti. Nello stesso periodo sono decedute 272 persone (17 in più rispetto al trimestre precedente), 133 dei quali erano maschi e 139 femmine; il relativo tasso trimestrale di mortalità è pari a 10,5 decessi ogni 1.000 abitanti.
Le immigrazioni sono aumentate di 93 unità, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente di 70 persone. Sono 735 le persone che nel primo trimestre del 2011 sono emigrate da Bolzano: 342 di queste in un altro comune dell'Alto Adige, 176 in un'altra provincia italiana e 66 all'estero; 151 persone sono state cancellate dai registri anagrafici per altri motivi. Complessivamente, le emigrazioni sono aumentate del 23,7% rispetto al trimestre scorso. 10 maggio 2011

Bozen. La Provincia taglia 555 dipendenti
Durnwalder: «Siamo indietro, dobbiamo accelerare con i risparmi»
di Mirco Marchiodi
BOLZANO. Il presidente Luis Durnwalder e l'assessore al personale Thomas Widmann ieri hanno richiamato all'ordine i loro colleghi di giunta: «Sui tagli al personale abbiamo fatto troppo poco, se vogliamo raggiungere la riduzione di 555 posti in organico entro il 2015, dobbiamo accelerare e iniziare a muoverci fin da subito».
I NUMERI. Nell'ultima legge finanziaria provinciale è stata recepita l'indicazione arrivata dal governo e inserita nel patto di stabilità: entro il 2015 la Provincia (ma anche gli altri enti locali) dovrà ridurre di almeno il 3% la propria pianta organica. «Almeno, anche se credo che bisognerà fare qualcosa di più», avverte Durnwalder. L'organico della Provincia è di 18.515 unità di cui 4.320 amministrativi e 14.187 del settore scuola-istruzione. Ridurlo del 3% significa tagliare 555 posti: non ci saranno licenziamenti, mentre sarà bloccato il turn-over.
LA SITUAZIONE. Ieri in giunta l'assessore Widmann ha presentato la situazione attuale. Gran parte degli assessori non ha fatto i compiti assegnati. «Dai primi dati - dice Durnwalder - emerge che l'impegno di tutta la macchina dell'amministrazione provinciale deve essere aumentato». Widmann ribadisce il concetto: «Il taglio dei dipendenti è un tema impopolare. Probabilmente è per questo che alcuni assessori hanno affrontato la questione meno seriamente di altri. Ma è evidente che la riduzione dell'organico non può avvenire in un solo settore, ma deve riguardare l'intera amministrazione». Per la parte di sua competenza, Widmann in questi anni ha ridotto già di 200 unità le persone che dipendono dal suo assessorato con un risparmio quantificato attorno al 5%.
LE PROSSIME MOSSE. Visto che gli assessori hanno mostrato scarsa volontà nel ridurre i propri dipendenti, la giunta ha deciso di demandare il compito ai tecnici. L'assessore Widmann è stato incaricato di costituire un tavolo che sarà lui stesso a coordinare assieme al capo della ripartizione personale Engelbert Schaller. Al tavolo siederanno tutti i capi dipartimento provinciali. «Entro settembre - annuncia Widman - sarà pronto il piano con la riduzione dell'organico relativo a ogni assessorato». L'assessore ribadisce che non si saranno licenziamenti e che il processo sarà comunque graduale, ma sottolinea anche che non si può fare finta di
niente: «I risparmi sono necessari, ce lo impongono i meno fondi a bilancio».
SCUOLA. La riduzione degli organici inevitabilmente toccherà anche il settore scolastico. Ieri in giunta è stato approvato il piano triennale 2011-2013 che però non prevede tagli al numero degli insegnanti. L'eccezione è motivata dal fatto che sono aumentate le iscrizioni, ma anche dai risparmi amministrativi ratificati dalla giunta nei mesi scorsi tra cui l'accorpamento degli istituti pedagogici all'interno delle intendenze scolastiche. Ma se gli insegnanti per il momento non si toccano, bisognerà comunque lavorare sul personale amministrativo delle scuole: si tratta di circa 2.800 dipendenti. Anche per loro dovrebbe scattare la riduzione prevista dal patto di stabilità.

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