martedì 7 giugno 2011

Commissione Europea. Corruzione: intensificare la lotta. Nuove misure per combattere meglio la corruzione nell'UE.


Nell'UE, quattro cittadini su cinque sostengono che la corruzione rappresenta un grosso problema nel loro paese, sottolineando la necessità di un impegno politico più deciso per combattere questo reato e i danni economici, sociali e politici che esso causa.




Le bustarelle, le mazzette e gli altri pagamenti sottobanco ad opera di cittadini, imprese e criminalità organizzata aggirano il processo democratico, ostacolano l'equa gestione dell'economia e penalizzano gli onesti.
Si stima che la corruzione costi circa 120 miliardi di euro l'anno, pari a più o meno l'1% del PIL dell'UE.
Sebbene tutti i paesi europei dispongano di leggi contro questo fenomeno, non sempre queste vengono applicate in maniera coerente. Per rendere più incisivi i loro sforzi, i governi nazionali hanno conferito alla Commissione un mandato politico per sviluppare una strategia comune contro la corruzione.
La prima fase consiste in una serie di valutazioni, che verranno pubblicate ogni due anni a partire dal 2013, per controllare i progressi compiuti dai singoli governi nel prevenire e ridurre la corruzione. Le valutazioni integreranno quelle già pubblicate dagli organi internazionali.

Le altre proposte prevedono le seguenti misure:
rivedere la normativa UE per agevolare la confisca dei proventi del crimine e garantire che i tribunali nazionali siano in grado di eseguire gli ordini di confisca in tutto il territorio dell'Unione modificare le norme in materia di appalti pubblici, principi contabili e revisione legale dei conti per le imprese dell'UE migliorare le indagini sui reati finanziari e aiutare i governi a raccogliere statistiche più precise sui reati rafforzare la cooperazione giudiziaria e di polizia e potenziare la formazione dei rappresentanti delle autorità di contrasto sviluppare una strategia più efficace per combattere l'uso illecito dei fondi europei rafforzare i requisiti anticorruzione per i paesi che desiderano aderire all'UE  fissare altre condizioni anticorruzione per gli aiuti e le sovvenzioni agli altri paesi garantire una più stretta cooperazione con le agenzie dell'UE, come ad esempio Europol e l'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF).

Una nuova relazione  rivela che diversi paesi non hanno ancora attuato le norme UE che equiparano a un reato la corruzione attiva e passiva da parte delle imprese private.
La Commissione li esorta ad attuare tali norme. Inoltre, invita i paesi europei che ancora non hanno ratificato e attuato gli accordi anticorruzione del Consiglio d'Europa, dell'ONU e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico a prendere le misure necessarie.
L'UE vuole inoltre partecipare al GRECO, il gruppo anticorruzione del Consiglio d'Europa, al quale già aderiscono tutti i paesi membri dell'Unione.

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