martedì 7 giugno 2011

Crisi Grecia, divergenze tra premier e ministri su nuovo pacchetto economico


Una riunione del Consiglio dei ministri greco durata quasi 10 ore ha confermato l’esistenza, tra i membri del governo socialista di Papandreou, di alcune “divergenze che devono essere superate per arrivare all'approvazione del nuovo pacchetto di misure economiche”.


“Il fallimento del Paese sinora è stato evitato - ha affermato Papandreou durante il suo intervento - però rimane sempre un problema aperto”. Lo stesso premier greco ha voluto sottolineare davanti ai ministri quelli che sono gli obiettivi primari, ossia “la salvezza della Grecia dal fallimento e la sua permanenza nella zona dell'euro”. Inoltre, ha escluso categoricamente il ricorso a elezioni anticipate, mentre si è detto favorevole a referendum.

Gli “indignati” - Papandreou si è poi soffermato sulle manifestazioni, svoltesi alla fine del mese scorso, che hanno visto scendere in piazza migliaia di greci "indignati", che hanno voluto protestare contro le misure di austerità decise dal governo. Secondo il premier ellenico, la causa della situazione attuale del Paese è dovuta al sistema politico degli ultimi anni. “Il problema della società greca - ha spiegato - consiste nella disperazione per il domani non solo a causa della situazione economica ma anche a causa dell'impotenza, dell'inefficienza e dell'incapacità del sistema politico, economico, mediatico e giuridico, di dare una soluzione giusta e democratica ai problemi del Paese”.

Le divergenze - Per i ministri esiste un “limite da non oltrepassare”. La maggior parte è contraria alla proposta del ministero delle Finanze di ridurre l'imponibile a 6.000 euro all'anno e ha proposto altre soluzioni. Il ministro Papaconstantinou si è detto pronto a prendere in esame tali proposte alternative, chiarendo che anche la “troika” (composta da Fmi, Ue e BCE) è d'accordo a includere nel programma economico a medio termine altre soluzioni, purché realizzabili. Ministri e molti parlamentari del partito al governo non sono, inoltre, d’accordo con i licenziamenti dei dipendenti delle imprese a partecipazione statale, che saranno chiuse o fuse con altre. Anche in questo caso, secondo i ‘dissidenti’, esistono soluzioni alternative al problema. Un altro delicato capitolo è quello relativo alle misure dei tagli generali degli stipendi e delle pensioni, definite “ingiuste” da altri capi di dicastero.
In conseguenze di tutto ciò, è stata cambiata la data della votazione del programma economico a medio termine. Questo sarà, infatti, approvato dal Parlamento greco dopo il Vertice Europeo di giugno, in questo modo il ministro delle Finanze avrà il tempo necessario per apporre alcune delle modifiche richieste dai ministri.

Idee e preoccupazioni - Intanto, l'Ue sta pensando e lavorando all'ipotesi di un coinvolgimento del settore privato, ovvero delle banche, nel nuovo piano di salvataggio della Grecia. Il tutto è stato confermato dal presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e dal commissario per gli affari economici, Olli Rehn. Juncker ha spiegato che si sta lavorando su una formula che non porti a un giudizio negativo da parte delle agenzie di rating e neanche alla percezione di un fallimento del Paese. Rehn, infine, si è detto preoccupato in riferimento alla divergenza all’interno dell’Ue tra Paesi del Nord e quelli del Sud. Permane, infatti, un certo “lassismo” dei nordici in merito alle difficoltà che attraversano alcuni partner gravemente colpiti dalla crisi.
Mauro Sedda

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