lunedì 15 novembre 2010

The end


di Carlo Cornaglia

Novembre. Sembra il venticinque luglio,
Fini lo invita a dar le dimissioni,
Umberto se ne sta dietro un cespuglio,
tutti lo voglion fuori dai coglioni.

Comincia a impietosire l’uom del fare
che a causa di Gianfranco e di una troia
vive un dilemma: o tira a campare
o va a finire che tira le cuoia,

come un democristiano del passato.
Dai predellini e dai bagni di folla
il leader più potente del creato
sta in un bagnomaria, in un tira e molla

che neanche Andreotti ai tempi suoi…
Fra una verifica e un caminetto
si vedon volteggiare gli avvoltoi
che aspettano le spoglie del ducetto.

Ci proporrà rimpasto o rimpastino?
Governicchio o minestra riscaldata?
Governo fotocopia o ballerino?
O sarà crisi? Al buio o pilotata?

Con un esploratore oppure senza?
L’uomo del far, l’alfiere dell’amore,
il simbolo mondial della potenza,
si aggira nella sua villa di Hard-core

come Adolfo nel bunker di Berlino,
circondato dai più fedel lacché:
Ghedini Nicolò, Bondi, Angelino,
Cicchitto, Gianni Letta e Santanché.

Il Cavaliere è ormai pronto alla resa
e dalla testa ha già tolto il diadema
perché è finita in campo la discesa.
Lo può salvar sol Massimo D’Alema.

(12 novembre 2010)
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