lunedì 6 dicembre 2010

La (seconda) distruzione di Pompei

Articolo di Politica interna, pubblicato martedì 30 novembre 2010 in Olanda.
[Articolo originale "De (tweede) ondergang van Pompei" di ANdrea Vreede ]he speranze di far prevalere le loro ragioni. [NOS]
Pompei non sta bene. Gli scavi nell’antica città mettono tristezza. Ovunque ci sono transenne per tenere lontani i turisti dagli edifici che minacciano di crollare. Molte delle case sono chiuse fino a nuovo ordine con grossi lucchetti ai cancelli.
In molte aree muri pericolosamente inclinati sono stati rinforzati con tubi di ferro e Intere strade sono state semplicemente chiuse al pubblico. Il restauro di famose attrazioni turistiche come la Casa dei Vettii o le terme sarebbe dovuto essere pronto già da tempo ma i cartelli con l’annuncio che le terme saranno riaperte a luglio 2010 sono stati rimossi.
Un valore inestimabile
Pompei è il sogno di ogni archeologo. In nessun altro posto al mondo un’antica cittadina di provincia romana è stata sepolta in un batter d’occhio sotto una spessa coltre di cenere e lapilli dall’eruzione del Vesuvio. La coltre ha sigillato per sempre la vita di questa cittadina, assicurandoci un’inestimabile quantità di informazioni sulla vita quotidiana degli antichi romani.
E Pompei è vasta. Una vera città di 66 ettari, due terzi dei quali sono stati scavati. Un’area immensa cha ha bisogno di manutenzione ma dove si fa troppo poco già da decine di anni.
I giochi di potere
Interventi a breve scadenza sono impossibili. Il dipartimento archeologico di Pompei, paralizzato da giochi di potere politici, è inattivo dal 2008. Il premier Berlusconi ha spedito un commissario straordinario a Pompei, con il compito di dare una lucidata all’immagine degradata del sito. Bisognava attirare visitatori per ricavare maggiori introiti da Pompei. Così è stata realizzata la nuova illuminazione intorno agli scavi, costruita una bella pista ciclabile, l’antico teatro è stato predisposto per ospitare concerti e in alcune case sono stati installati dei percorsi multimediali. Ora finalmente c’è anche un ristorante decente, veri servizi igienici e un bel bookshop. Si è però prestata molta meno attenzione agli scavi.
I crolli
Questo mentre Pompei subisce le conseguenze di restauri mal eseguiti negli anni ‘60 e ‘70. In quegli anni non ci si facevano problemi a costruire tetti di cemento armato sui fragili muri di 2000 anni fa. Muri che tuttora continuano a indebolirsi e che possono crollare dopo forti piogge, come di recente è successo con la palestra dei gladiatori.
Pompei soffre di gravi mancanze di manutenzione. Annualmente si incassano 20 milioni di euro con i biglietti d’ingresso ma ne occorrono dieci volte tanti per poter preservare al meglio la città. Una cifra che l’Italia non ha. L’unica soluzione per poter preservare questa eredità culturale unica al mondo sembra quindi chiedere l’aiuto di altri Paesi o di sponsor internazionali. In caso contrario, fra un paio di generazioni Pompei non esisterà più.
06.12.2010
Fonte:
http://italiadallestero.info/archives/10521


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