lunedì 6 dicembre 2010

Tra fede e tradizione Pellegrini russi in massa per celebrare San Nicola

di CARLO STRAGAPEDE 
Pinuccio Sinisi per una volta smette i panni dell’attore comico e si lascia andare a un tenero ricordo dell’inf anzia: «Fin da piccolissimo mia madre mi portava in Basilica, all’alba del 6 dicembre.
La levataccia - ammette - era dura, ma il sacrificio era attenuato dall’attesa della cioccolata calda. Una specie di premio, il cui sapore, nella mia mente di bambino, si associava ai rituali di San Nicola, nello stesso modo in cui non dimenticherò mai la fatica di venire a piedi dal quartiere Libertà. All’epoca - ricorda Sinisi mentre stringe una busta di allievi crudi - mi sembrava una marcia interminabile».
Fra i devoti, Lucio Marengo, parlamentare di An per due legislature: «San Nicola ha salvato la vita a mio fratello minore». Come? Quando? «Tantissimi anni fa - ricorda Marengo -. Il bambino, colpito da tifo e paratifo, era dato per spacciato. Il medico aveva detto che non sarebbe arrivato all’indomani mattina». Che cosa accadde? «Davanti al letto c’era un quadro al quale la mia famiglia è tuttora molto legata. Raffigura il celebre miracolo dei bambini resuscitati dopo essere stati uccisi dall’oste cattivo. Durante il delirio - rivela Marengo - il bambino si lamentò che quei tre piccini del quadro lo bagnavano, in modo quasi dispettoso. L’indomani mattina mio fratello era guarito».
Il calendario del 2010 ha regalato alla festa di San Nicola un’anteprima soleggiata. Ieri, domenica 5 dicembre, molti fedeli baresi e pellegrini hanno approfittato per stare qualche ora con il «loro» San Nicola prima della data canonica di oggi. Risultato? Basilica, chiesa di San Gregorio e piazzale esterno affollati per le Messe e i momenti di preghiera. Ma anche paninoteche ambulanti, bar e ristoranti a incassare qualche soldo in più per sfamare i devoti giunti da lontano. Il viaggio in pullman, un classico per migliaia di pellegrini: «Noi arriviamo da Vasto - dice un’anziana donna che si appresta a salire sul bus - e chiediamo a San Nicola di assistere le nostre famiglie. Chi non ha un problema serio da affrontare, di questi tempi?».
Il pellegrinaggio è momento di aggregazione e di speranza, anche se il panino non va giù facilmente e gli occhi bruciano un po’ per il sonno perso. Qua e là si intravedono gruppi di russi e di rumeni. In particolare i russi ortodossi sono ormai di casa, in Basilica. Non è il 6 dicembre, però, la loro giornata. Secondo il calendario ortodosso, la festa di San Nicola si celebra il 19 dicembre. A ricordarlo è padre Vladimir Kuciumov, rettore della chiesa russa di corso Benedetto Croce 130: «Potrebbero arrivare anche 5mila pellegrini dalla Russia», fa sapere. Dopo 923 anni dal suo «sbarco» a Bari, San Nicola continua a unire popoli e culture. Un miracolo infinito.
06 Dicembre 2010
Fonte:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=387675&IDCategoria=1

  

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