mercoledì 15 dicembre 2010

Numeri per il Lotto: 43, 8, 3, 1, 5, 21.

Parigi - Sale la pressione del fisco in Italia: nel 2009 è cresciuta al 43,5% del prodotto interno lordo dal 43,3% del 2008. 
Ocse: disoccupazione sale all'8,6% a ottobre, Italia in linea
FISCO, OCSE: ITALIA 3° POSTO, AL 43,5% PIL. Sale la pressione fiscale in Italia.
Ue: pil pro-capite, Italia 12ma
Ocse/ Italia penultima su occupazione giovani, lavora solo 1 su 5. Occupazione 15-24 anni cala a 21,7%, in Ue 35,8%, area Ocse 40,2%


Parigi - Nelle stime preliminari relative all’anno scorso contenute in Revenue Statistics, l'Ocse fa sapere che l’Italia così supera il Belgio (che nel 2009 ha visto il peso del fisco diminuire al 43,2% dal 44,2% del 2008) e scala di un posto la classifica dei Paesi dove maggiore è il peso delle entrate rispetto al prodotto interno lordo. Prima dell’Italia nel 2009 si collocano solo la Danimarca (48,2%) e la Svezia (46,4%).
Il peso della pressione fiscale Oltre a Danimarca, Svezia e Italia, i paesi Ocse che nel 2009 hanno registrato una pressione fiscale sopra il 40%, rispetto al prodotto interno lordo, sono: Australia, Belgio, Finlandia, Francia e Norvegia. Il Messico con il 17,4% di peso fiscale rispetto al prodotto interno lordo e il Cile con il 18,2% hanno registrato nel 2009 la più bassa pressione fiscale dell’area, seguite da Stati Uniti (24%) e Turchia (24,6%). Rispetto alla maggior parte dei Paesi che hanno visto dal 2008 al 2009 una diminuzione della pressione, ci sono Paesi, come la stessa Italia, in cui il peso del fisco nell’anno è cresciuto. Gli incrementi più consistenti si registrano in Lussemburgo (dal 35,5% del 2008 al 37,5% del 2009) e in Svizzera (dal 29,1% al 30,3%).
Disoccupazione all'8,6% Nel mese di ottobre, la disoccupazione nell’area Ocse è stata dell’8,6%, lo 0,1% in più rispetto a settembre. L’organizzazione parigina precisa che il numero di disoccupati resta vicino ai massimi del dopoguerra, a 45,7 milioni. In Italia, a ottobre il tasso di disoccupazione è stato dell’8,6%, contro l’8,3% di settembre. Il nostro Paese resta al di sotto della media dell’area euro (10,1%) e di quella dell’Unione europea (9,6%), ma al di sopra di quella del G7 (8,2%). La crisi economica e le conseguenti azioni di stimolo fiscale messe in campo da molti Paesi hanno inciso sulla pressione fiscale che nell’area Ocse nel 2009 "ha toccato il livello più basso dagli inizi degli anni Novanta". La pressione si colloca, nella media dei Paesi, al 33,7%, rispetto al 34,8% del 2008 e al 35,4% del 2007.

Roma, 15 dic (Il Velino) - Torna a salire nel mese di ottobre la disoccupazione nell’area Ocse. Il dato è cresciuto rispetto a settembre dello 0,1 per cento, portandosi all’8,6 per cento. Rispetto a dodici mesi prima il calo è dello 0,2 per cento. Il livello di disoccupazione rimane così vicino ai massimi post-guerra. Il numero di disoccupati è sceso negli ultimi dodici mesi di 0,8 milioni, portando il totale a 45,7 milioni. Rispetto a ottobre 2007 l‘aumento è però di 15,5 milioni. Guardando ai singoli paesi, la Germania conferma un tasso di disoccupazione al 6,7 per cento, addirittura più basso dell’8,4 per cento dell’ottobre 2007. Tasso basso anche in Korea (3,6 per cento), Olanda (4,4) e Austria (4,8 per cento), mentre Spagna (20,7 per cento), Slovacchia (14,7) e Irlanda (14,1 per cento) stanno ancora affrontando livelli di disoccupazione alti. In Italia la percentuale è salita all’8,6 per cento dall’8,3 per cento del mese precedente. In Francia disoccupazione in lieve calo al 9,8 per cento, stesso valore registrato (a novembre) negli Stati Uniti. (cos) 15 dic 2010 12:30

Nel 2009 è arrivata al 43,5% del Pil, rispetto al 43,3% del 2008. Lo rivela l'Ocse su "Revenue statistics". L'Italia supera così il Belgio, la cui pressione fiscale è invece scesa dal 44,2 al 43,2%, e si classifica al terzo posto tra i Paesi Ocse dove maggiore è il peso del fisco rispetto al Pil.Prima dell'Italia solo Svezia (46,4%) e Danimarca (48,2%). Il Messico,con il 17,4%, e il Cile con il 18,2% sono i Paesi Ocse con la minore pressione fiscale.Sempre secondo l'Ocse l'Italia risulta penultima tra i Paesi dell'area per occupazione giovanile(18%) contro una media Ue del 40%. Dietro solo l'Ungheria.

15 dicembre, 14:04 (ANSA) - BRUXELLES, 15 DIC - Nell'anno della recessione, 2009, l'Italia fa meglio del previsto sul fronte del pil pro-capite piazzandosi al dodicesimo posto e tornando sopra la Spagna. Ma resta ampiamente sotto la media dell'Eurozona, dietro Germania, Regno Unito, Francia e tutte le altre principali economie europee. Saldamente in testa alla classifica Lussemburgo, Paesi Bassi e un'Irlanda ancora non colpita dalla crisi. Subito dopo l'Italia e la Spagna, si piazzano Cipro, Grecia e Slovenia,piu' staccato il Portogallo.

Roma, 15 dic. (Apcom) – La già ridotta occupazione giovanile dell’Italia è ulteriormente crollata negli ultimi dieci anni, avverte l’Ocse, tanto da risultare la seconda più bassa di tutta l’area. In Italia nel 2009 risultava occupato solo poco più di un giovane su cinque tra 15 e 24 anni, il 21,7 per cento dice l’Ocse a fronte del 35,8 per cento tra 19 paesi dell’Unione europea e il 40,2 per cento della media Ocse. Un livello più basso si registra solo in Ungheria (dove è crollata 18,1%). In Italia questa voce è calata più della media: nel 1999 l’occupazione giovanile risultava al 27,3 per cento, laddove nell’Ue a 19 era al 40,3 per cento e nell’Ocse al 44,7 per cento. I dati sono contenuti in un rapporto sulle prospettive di lavoro tra i giovani pubblicato oggi dall’ente parigino.
In Italia è anche calata la disoccupazione giovanile, dal 31,1 per cento del 1999, sempre sui giovani tra 15 e 24 anni, al 25,4 per cento del 2009, ma dato che questa flessione si registra contestualmente a un calo di occupati, più che riflettere persone che trovano un lavoro sembra derivare da abbandoni della ricerca attiva di lavoro. Statisticamente viene calcolato come “disoccupato” solo chi sia alla ricerca di un posto, altrimenti si tratta di “non attivi”. Anche così comunque il rapporto tra disoccupazione giovanile e disoccupazione generale dell’Italia, pari a 3,7 volte, risulta più elevato della media Ue a 19, 2,8 volte, e dell’Ocse, 2,7 volte.

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