mercoledì 15 dicembre 2010

Camorra. L'intervista in tv del pentito.

NAPOLI - Quanto guadagna una capocamorra? E un killer? E un pusher? E che cosa significa quando in un quartiere si sparano all'improvviso fuochi d'artificio anche se non c'e' nessuna ricorrenza?

A queste e ad altre domande risponde, in un'intervista rilasciata al giornalista Elio Scribani e mandata in onda dall'emittente campana Canale 21, il boss pentito Raffaele Scala, in passato esponente di spicco del clan dei Paiano, quello che fa capo ai fratelli Di Biasi dei Quartieri Spagnoli. Scala ha 57 anni e quasi trenta li ha passati in carcere. Ha iniziato giovanissimo la carriera criminale come rapinatore, agendo soprattutto al Nord Italia, poi, intomo ai 25 anni e' entrato nel clan dei Quartieri e ha preso parte, in qualita' di anticutoliano, alla guerra degli anni Ottanta tra la Nuova Famiglia e la Nuova Camorra Organizzata del boss di Ottaviano. L'ultima volta e' stato arrestato nel 2007, un anno dopo ha deciso di diventare collaboratore di giustizia. Non sa quanta galera dovra' ancora scontare perché ha processi tuttora in corso. Nell'intervista ammette di aver commesso omicidi e altri di averli commissionati, senza pero' specificare quanti. Fornisce una cifra, invece, sul suo guadagno mensile, quando era un capoclan: «Sessanta, settantamila euro al mese e forse faccio anche una stima ridotta. Ma li consumavo tutti, perché poi le spese erano enormi». Un killer invece sta piu' in basso, puo' arrivare al massimo intomo ai ventimila euro. Ma Scala spiega che lui aveva stabilito un altro metodo, e ognuno dei quattro killer che aveva scelto «non prendeva proprio niente. Ma quello di cui lui aveva bisogno io glielo davo. Se un giorno aveva bisogno di diecimila o quindicimila euro io glieli davo. Se aveva bisogno di una macchina io gliela davo». Ai pusher, invece, si paga la giornata: «100 o 150 euro» piu' un po' di cocaina. Mentre un esattore del racket guadagna 2000 euro al mese «piu' altri soldi per ogni estorsione che viene fatta e consumata»: insomma, una provvigione. E la storia dei fuochi di artificio? Si dice che vengano usati per festeggiare un omicidio, ma il pentito spiega che non e' cosi': «In quel caso al massimo qualcuno stappa lo champagne». Ai botti, almeno ai Quartieri, si ricorre solo «per festeggiare la scarcerazione di un promotore, un capo».
Fonte: http://tweb.interno.it/twebmi/index2.php


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