domenica 2 gennaio 2011

Caro mutui in Italia, 9mila euro in più media Ue

Ance: ''e'come pagare 1 anno in piu'''. Situazione ostacolo per la ripresa immobiliare"
di Enrica Piovan
Mutui alle stelle per le famiglie italiane. Nel nostro paese, infatti, sottoscrivere un finanziamento per l'acquisto di una casa costa 9.000 euro in piu' rispetto all'Europa. Cioe', e' come se le famiglie italiane, quando quelle europee hanno gia' finito di rimborsare le rate, dovessero continuare a pagare il mutuo per altri dodici mesi. E' quanto rileva l'Ance, sottolineando anche che il differenziale tra il costo dei mutui in Italia e in Europa costituisce un ostacolo alla ripresa del mercato immobiliare italiano.


Da una simulazione, che prende come base di riferimento i tassi sui mutui alle famiglie per l'acquisto dell'abitazione della Bce, e in cui si ipotizza di sottoscrivere a settembre un finanziamento per l'acquisto della casa in Italia e nell'area Euro pari a 150.000 euro per una durata di 25 anni, emerge che le famiglie italiane sono costrette a pagare 9.000 euro in piu' rispetto all'Europa, spiega l'Associazione dei costruttori edili nel rapporto 'Il credito nel settore delle costruzioni in Italia'.

''E' come se le famiglie italiane pagassero un mutuo per dodici mesi in piu' rispetto a quelle europee'', sottolinea l'Ance, precisando che questo avviene ''nonostante la rischiosita' delle famiglie italiane sia rimasta molto bassa dall'inizio della crisi ad oggi, al contrario di quanto accaduto in molti Paesi europei, caratterizzati da un forte indebitamento individuale''. Piu' in generale, sottolinea l'Ance, in Italia ''continua a pesare il differenziale'' con l'Europa sul costo dei mutui erogati a tasso fisso alle famiglie per l'acquisto di abitazioni: mentre in Eurolandia a settembre i tassi medi sui mutui erano al 3,74%, in Italia la media era pari al 4,1%, pari ad un differenziale dello 0,36%. Il margine a settembre si e' tuttavia ridotto, dopo aver raggiunto il massimo ad agosto (0,69%).

Ma quello che colpisce, evidenzia l'Ance, e' ''la resistenza a scendere (inelasticita') dei tassi d'interesse rispetto all'Irs 10 anni (tasso base di indicizzazione, ndr.): il differenziale e' aumentato sensibilmente'', arrivando ad agosto a toccare +1,9%. Inoltre, ricordano i costruttori, come certifica Banca d'Italia nell'ultima relazione annuale, i tassi italiani sono sensibilmente maggiori rispetto a quelli praticati in tutti gli altri principali Paesi dell'Eurozona, esclusi i Paesi Bassi.

''Questo differenziale - conclude l'Ance - di certo non contribuisce ad una ripresa del mercato immobiliare italiano e provoca un peggioramento nella competitivita' del Paese''. Il settore delle costruzioni continua inoltre ad avere problemi nell'accesso al mercato del credito: permane infatti la stretta creditizia, spiega l'Ance, precisando che a settembre piu' di un imprenditore su tre dichiarava forti difficolta' ad accedere ai finanziamenti. Nel primo semestre 2010 emerge tuttavia un rallentamento della caduta dei mutui erogati alle imprese di costruzioni nel 2009 e nel 2008.
 

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