giovedì 23 dicembre 2010

Per l'economia tedesca "cinque o dieci anni di miracolo economico"

È la prognosi di uno dei più ascoltati banchieri tedeschi. Che ricorda al suo paese (e alla Merkel) che non c`è nessuno, in Europa, che abbia approfittato di più dell`euro. Ieri l`Ifo ha pubblicato il rapporto sul credito: anche qui è boom. Ma l`Ocse avverte: squilibri commerciali pericolosi.


E La sua famiglia è a capo una delle più antiche e solide banche di investimenti al mondo. Dall`alto dei 336 anni di eseprienza della B Metzler & figli, Friedrich von Metzler ha spiegato ieri all`Handelsblatt che la Germania ha di fronte «cinque o dieci anni» di miracolo economico. Ma «come allora - lo spiegò anzitutto Ludwig Erhardt - non si tratta di un miracolo, ma di un fenomeno ben spiegabile. Stavolta l`impulso viene dalla dinamica positiva dei paesi in via di sviluppo, la cui domanda viene perfettamente soddisfatta dall`industria tedesca».

Il banchiere ha avuto anche il merito, nel mezzo dell`attuale euforia tedesca alimentata ieri da uno studio dell`Ifo sul "credito facile", di ricordare che la Germania è certamente - come emerso brutalmente in quest`anno di eri si ripetute di solvenza dei debiti sovrani - il "maggiore contribuente" della Ue. Ma che «è stato un bene per noi. Rimarremo tali - ha sottolineato Metzler - perché siamo economicamente forti e approfittiamo più di tutti dell`euro».

Uno studio appena pubblicato dall`Ocse conferma questa tesi e la pericolosità degli squilibri delle bilance commerciali, perniciosi almeno o addirittura più di quelli delle finanze pubbliche.

In un paese come la Germania il boom dell`export e la domanda debole hanno provocato enormi risparmi che sono finiti nelle casseforti delle banche, oserva lo studio. Gli istituti di credito tedeschi hanno dunque dirottato queste montagne di soldi verso i paesi "deboli" dove c`erano più possibilità di guadagno.

E il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Proprio agli istituti di credito tedeschi l`Ifo, l`autorevole istituto che misura la fiducia delle imprese, ha dedicato uno studio diffuso ieri. Da quando la crisi dei suprime si è scatenata oltreoceano, l`accesso delle imprese al credito non è mai stato così buono. Proprio queste «condizioni di finanziamento favorevoli» sono state tra i «fattori determinanti del boom» che sta trainando la prima economia europea.

In particolare, a dicembre la quota di aziende che lamenta condizioni restrittive sui prestiti si è attenuata al 26,3 per cento, sette decimali in meno rispetto a un mese fa. «Complessivamente il 2010 ha registrato una chiara espansione delle politiche di concessione di credito da parte delle banche».

Il miglioramento ha riguardato le aziende di tutte le dimensioni ma particolarmente le medie imprese con un calo delle condizioni restrittive sul credito del 2,2 per cento. Nelle grandi la flessione è stata di 1,6 punti, nelle piccole ancora più attenuata, dello 0,8 per cento. Solo nel settore delle costruzioni 1`Ifo ha contato un numero maggiore di imprese che hanno incassato dei no alle richieste di prestiti: sono l`1,3 per cento, il 39,3 per cento del totale.

Ma siccome sembra lontana la fine dell`attuale momento di "denaro facile", di tassi di interesse al minimo storico dell` 1 per cento, la Bundesbank è ad esempio ottimista sull`andamento del settore delle costruzioni. E nelle ultime stime economiche, il 3 dicembre, ha espresso una previsione di crescita del 3,6 per cento per l`anno in corso e ha corretto anche quelle per il 2011 (2 per cento) e del 2012 (1,5 per cento).

E ci sono anche novità sulla domanda interna, sinora deboli.

«Le esportazioni - si legge nel testo della banca centrale tedesca - rimarranno il traino principale della ripresa, ma gli impulsi esogeni si rifletteranno sempre di più sul mercato interno.

Gli investimenti in costruzioni saranno favoriti dai tassi di interesse bassi, mentre i consumi privati aumenteranno grazie all`aumento previsto dell`occupazione e dall`incremento delle retribuzioni».
T.MAS.
 

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