giovedì 23 dicembre 2010

Perché in Italia le tasse non sono bellissime

di Francesco Arcucci 
Ma è vero che, come ha detto l'ex ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa, recentemente scomparso, le tasse sono bellissime? Certo lo sarebbero se il danaro pubblico raccolto con il gettito fiscale fosse sacro e coloro che se ne appropriano fossero messi alla gogna sociale, mediatica, giudiziaria non meno e anche di più degli evasori.


Ma in Italia vi è una classe politica, una casta, di uno o forse due milioni di persone che vivono dei privilegi che dà la politica: ecco un enorme spreco di denaro pubblico perpetrato alle spalle dei contribuenti. Ma gli sprechi sono dovunque quasi che il denaro pubblico fosse una res nullius di cui ci si possa appropriare impunemente. Con i rimborsi non dovuti ai parlamentari europei. Con le spese per assistenti fantasma senza obbligo di rendicontazione. Con i doppi o tripli stipendi. Con le spese per gli appalti pubblici gonfiati in ogni modo ( quelle che hanno fatto dire a qualcuno dopo il terremoto dell'Aquila: «Ridevo nel letto»). Con i costi derivanti dai conflitti di interesse che favoriscono qualcuno a spese di tutti. Con altre decine, centinaia, migliaia di forme alimentate anche dall'onnipresente corruzione italiana che ci colloca fra i paesi più corrotti del mondo.

Nei paesi anglosassoni il denaro pubblico è considerato degno del massimo rispetto e si sa che in America l'Irs (il servizio delegato al servizio delle imposte) non scherza. Ma in Italia vi è una lunga tradizione per cui il denaro pubblico è un'identità amorfa che i più furbi, i più navigati e i più disonesti riescono ad accaparrarsi. Una macchina blu con tanto di autista e lampeggiante non si nega a nessun politico e i costi lievitano.

Così le tasse «che potrebbero essere bellissime» (perché consentono di sostenere in comune i costi per ottenimento di beni pubblici come l'istruzione, la sanità, la sicurezza, l'ambiente) diventano bruttissime, un taglieggiamento pagato dai più ai non pochi profittatori. Un taglieggiamento nella quale l'Italia è maestra, visto che la nostra pressione fiscale è la più alta del mondo dopo quella della Danimarca. In queste condizioni siamo proprio sicuri che le tasse siano bellissime?

 

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