martedì 11 gennaio 2011

Come ti scappo dal debito municipale

1. Cortina: «Dateci la cittadinanza austriaca»
2. Se il Veneto "perde" Belluno
11 gennaio 2011


Partita col botto l’iniziativa riservata ai residenti nei comuni di Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia. A centinaia vanno a firmare.
di Alessandra Segafreddo

CORTINA. A centinaia si sono recati ieri a firmare per chiedere la cittadinanza italo-austriaca. L'Unione dei Ladini d'Ampezzo e la Schützenkompanie Sizar Anpezo Hayden, in sintonia con l'iniziativa popolare di altri movimenti del Südtirol, promuovono anche nella Conca la raccolta delle firme per proporre la richiesta di una doppia cittadinanza italo-austriaca.
La sottoscrizione è riservata ai residenti nei tre comuni ex-tirolesi di Cortina, Livinallongo e Colle Santa Lucia. Al Parlamento di Vienna, a quanto risulta, allo stato attuale esiste una sola proposta di legge sul tema della doppia cittadinanza. E' stata presentata dal rappresentante dei Freiheitlichen, Neubauer, e contempla la possibilità per sudtirolesi, trentini e ladini di chiedere l'acquisizione della doppia nazionalità, italiana e austriaca, in virtù della loro ex appartenenza al Tirolo storico. Gli Schützen e i Ladini si appellano appunto a questa opportunità e intendono richiedere la doppia cittadinanza ovviamente sulle basi delle loro antiche appartenenze storiche al Tirolo. «E' un'iniziativa che si ricollega al nostro referendum», spiega il presidente del gruppo "Progetto referendum", Eddy Demenego, «è un modo legittimo per chiedere aiuto a livello internazionale. I nostri politici hanno ormai arenato la nostra legittima richiesta di tornare sotto la provincia di Bolzano. Così noi facciamo sentire la nostra voce all'Austria. E' assolutamente chiaro», ammette Demenego, «che al Parlamento di Vienna la nostra raccolta di firme non avrà il benchè minimo peso politico, ma è un'iniziativa intrapresa dai nostri cugini sudtirolesi. Noi ci comportiamo come loro perché crediamo in questa iniziativa. Diamo una dimostrazione concreta che seguiamo quello che fanno i sudtirolesi. Nella provincia di Belluno, e tanto meno in Veneto, nessuno capisce che il nostro referendum è diverso dagli altri; di comune c'è solo il nome. Noi non vogliamo andare in Trentino Alto Adige, ma tornare in Trentino Alto Adige; il che è ben diverso. Abbiamo motivazioni culturali, storiche, identitarie e non economiche come tutti gli altri movimenti referendari. Chiediamo pertanto», conclude Demenego, «una firma per dimostrare che non ce la siamo messa via. La vittoria ottenuta nel 2007 sarà concretizzata prima o poi, e noi metteremo in campo tutte le azioni per arrivare all'obiettivo». Sarà possibile apporre la propria firma per l'iniziativa in occasione delle giornate di tesseramento 2011 dell'ULd'A e dei Sizar d'Anpezo al banco promozioni della Cooperativa di Cortina fino al 15 gennaio. L'iniziativa sarà poi portata avanti negli altri Comuni Ladini del Sella.

Se il Veneto "perde" Belluno (e la lega un pezzo d'egemonia)
Annamaria Gravino
ROMA. Salvo sorprese dell'ultim'ora, la Lega della Provincia di Belluno oggi votera' il via libera al referendum per staccare il territorio dal Veneto e farlo entrare nel Trentino Alto Adige. Di fatto, pur con dichiarazioni di voto che si annunciano cerchiobottiste, sarebbe pronta a sconfessare il "suo" federalismo. Non a caso, a meta' agosto, Umberto Bossi parlo' cosi': «Belluno appartiene al Veneto, non mi sembra sia utile un referendum, il Trentino e' un po' piu' ricco, ma il federalismo riduce le differenze». Cinque mesi dopo il territorio risponde al Senatur, proprio mentre il federalismo arriva alla prova romana, «Il federalismo - spiega il senatore Maurizio Saia, coordinatore veneto di Fli - per la Lega rischia di essere una grande delusione elettorale e il prodromo di nuove forzature. Diranno che e' stato all'acqua di rose, perché hanno dovuto accontentare tutti e magari torneranno al richiamo della secessione. Ma la verita' e' che la Lega ha promesso cose che non puo' mantenere, gli "sghei" subito per tutti, e ora questa contraddizione le esplode tra le mani, anche perché l'elettorato non e' stupido e queste cose le capisce». Diceva un sondaggio Ispo di Renato Mannheimer, presentato sul Mattino di Padova di domenica, che il 46% di chi vota Lega pensa che il 2011 sara' un «annus horribilis». Per Francesco Jori, giornalista che nel 2009 ha pubblicato per Marsilio Dalla Liga alla Lega. Storia, movimenti, protagonisti, l'indagine «offre a Bossi una conferma statistica di quanto ha gia' percepito a pelle: nella sua base fermenta un malessere alimentato dal corposo sospetto che neppure con una Lega di governo si riusciranno a realizzare le riforme vere». In Veneto, in primavera, si votera' alla provincia di Treviso e in 68 Comuni. L'unico capoluogo interessato sara' Rovigo, ma andranno a rinnovo anche una manciata di citta' sopra i 15mila abitanti. Si tratta comunque di un test, anche alla luce delle novita' sulla scena politica, nascita di Fli in testa. Vista la situazione politica generale estremamente mobile, nessuno si spinge a fare pronostici su quello che accadra'. Ma certo e' che «loro non lo dicono pubblicamente, ma - chiarisce Saia - avvertono che questo e' un momento di difficolta', le aspettative nei loro confronti sono alte, anche in termini di risultati elettorali, ma da qui al voto puo' succedere di tutto e temono il calo». Dopo la fase di ascesa, tutti i sondaggi registrano una battuta d'arresto del Carroccio. A livello locale, poi, emerge un correntismo molto forte. In Veneto sono contrapposti il sindaco di Verona Flavio Tosi e il governatore Zaia, in lizza anche per il posto da segretario regionale, In piu' sta venendo al pettine un altro nodo: la selezione della classe dirigente. «La Lega non era pronta all'esplosione elettorale che ha vissuto e, pur di mettere uomini suoi nei posti chiave, ha iniziato a metterci chiunque», sottolinea Saia, ricordando che un giurista di calibro come Mario Bartolissi ha deciso di dare le dimissioni da presidente del comitato padovano per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unita' d'Italia in aperta polemica con i vertici leghisti. «Sono errori che prima o poi si pagano, soprattutto se sono ripetuti», commenta Saia, chiarendo quale sara' la linea di condotta di Fli alle amministrative: «Valuteremo le persone e i programmi. Per noi l'orizzonte resta quello del centrodestra, ma e' chiaro che non potremo sostenere candidati impresentabili. Per esempio, in un Comune come Este, dove la Lega punta sulla deputata Paola Goisis, che rappresenta il leghismo piu' becero, un appoggio e' davvero difficile da ipotizzare». Menti aperte, dunque, puntando a presentare una lista di Fli in ogni comune sopra i 15mila abitanti e a creare alleanze di merito. L'Udc e' un interlocutore privilegiato anche a livello locale, ma non e' detto che non si porti avanti qualche altro tipo di esperimento, a partire dal dialogo con Verso Nord, la realta' che fa riferimento a Massimo Cacciari e con la quale sono gia' in corso dei contatti: «Stiamo organizzando - spiega Saia - un incontro pubblico tra lui e Urso».

 

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