martedì 11 gennaio 2011

Il ricco, il povero ed il pezzente ottimista

1. La Regione Fvg stanzia un milione e 700 mila euro per il commercio elettronico
2. Campania, piano di rientro: riduzione personale e immobili in vendita
3. Calabresi ottimisti, adorano i loro governanti


di Beniamino Pagliaro
TRIESTE. Le piccole e medie imprese del Friuli Venezia Giulia possono puntare sul commercio on line per far lievitare ordinativi e fatturato. La Regione sostiene infatti con fondi europei le aziende che si affacciano oggi a questa nuova interessante finestra di mercato, e mette a disposizione un bando da 1,7 milioni di euro.
Il programma, finalizzato alla promozione dei siti web, la commercializzazione dei prodotti, l’acquisto di sistemi informatici ma anche, ad esempio, per le traduzioni, è stato presentato ieri a Trieste dall’assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti. A beneficiarne potranno essere tutte le piccole e medie imprese, i consorzi e le società consortili, anche riunite in cooperativa. Privilegiati nell’assegnazione dei contributi saranno i progetti volti alla realizzazione di siti nei quali si perfeziona la compravendita on-line. «Il commercio elettronico è obiettivamente non utilizzato in regione - ha sottolineato Seganti - anche a causa delle modalità di transazione e delle dimensioni aziendali».
Proprio per questo, secondo Seganti, il canale dell’e-commerce, «va stimolato soprattutto per le imprese di minori dimensioni, che difficilmente hanno risorse per fare investimenti strategici». Gli incentivi, corrisposti in regime di de minimis, verranno erogati nella misura del 50% della spesa ammissibile. Gli aiuti non potranno comunque superare i 200 mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari. «Il bando - ha affermato l’assessore Seganti - non è rivolto solo alle imprese del commercio ma a tutto il settore produttivo che intende andare oltre i tradizionali canali distributivi per usare il web, sia per la vendita diretta a imprese e consumatori sia per allestire e rimodernare siti per la commercializzazione e la conoscenza del prodotto».
Le domande, dal 2 gennaio scorso al prossimo 30 marzo, andranno presentate alle Camere di Commercio. Verrà poi istituita una graduatoria unica regionale che, ha concluso l’assessore, sarà pubblicata il prossimo agosto. Le spese saranno ammissibili dal giorno successivo alla presentazione della domanda e dovranno venir indirizzate all’acquisizione di servizi di consulenza (specialistici, per l’integrazione con altri sistemi informativi aziendali, per il collegamento con il sistema regionale di teleinformazione e teleprenotazione turistica, per la promozione del sito), all’acquisto di hardware e software anche specifici, come i sistemi di sicurezza a protezione dei pagamenti on-line, di sistemi informatici, di applicazioni e programmi. A parità di punteggio, la priorità verrà data tra l’altro all’imprenditoria giovanile ed a quella femminile, alle microimprese con un massimo di nove occupati e a quelle localizzate in montagna.

Campania, piano di rientro: riduzione personale e immobili in vendita
Napoli, 10 gen (Il Velino/Velino Campania) - Pensionamenti o trasferimento agli enti locali dei dipendenti, tagli ai compensi per gli amministratori delle società partecipate, task force per monitorare l'andamento dei prezzi, dismissione degli immobili non funzionali, creazione di una struttura che analizzi preventivamente la copertura finanziaria di ogni provvedimento di giunta (farà capo all'Ufficio legislativo del Presidente, il parere reso sarà preventivo e obbligatorio, in mancanza gli atti non potranno essere messi all'ordine del giorno della Giunta regionale). Sono le principali misure contenute nel piano di rientro elaborato dal governatore Stefano Caldoro e che in settimana sarò sottoposto alla valutazione del ministro Tremonti. Tante le falle da tappare, tante le storture da 'raddrizzare', perpetuate nella passata gestione e che hanno portato allo sforamento del patto di stabilità. Tra queste, il nodo del personale: i dipendenti della Regione Campania sono in tutto 5.592, di cui 343 distaccati e 307 comandati: se 24 lavorano a Roma e 1 all'ufficio di Bruxelles, destano curiosità le unità dislocate a Como, Perugia e Palermo. “All'ufficio nella Capitale – spiega l'assessore al ramo Pasquale Sommese al VELINO – sono effettivi 16, mentre a Bruxelles lavorano in 3. Quanto alle altre città, sono dipendenti comandati presso altre amministrazioni pubbliche ma che non sono a carico della Regione Campania”. Intanto si prevede di arrivare a meno 800 unità in tre anni, tramite incentivi alla risoluzione del contratto; ci sarà poi il trasferimento di circa 3.500 unità di personale, in ragione delle funzioni decentrate nonché dei processi di assegnazione definitiva del personale in forza ma non in servizio presso l’ente; infine il piano prevede il trasferimento di deleghe, funzioni e risorse agli enti locali, in particolare alle Province. A partire dal primo ottobre 2010 e fino al 31 dicembre 2012 i trattamenti complessivi dei singoli dipendenti, compresi i dirigenti, superiori a 90 mila euro lordi all’anno sono ridotti del 5 per cento per la parte superiore a tale importo e del 10 per cento per la parte eccedente i 150 mila euro all’anno.

Stessa regola si applica ai dipendenti degli uffici di diretta collaborazione, per i quali, nell’attribuire gli incarichi esterni consentiti dal DL 78/2010, il presidente della Regione ha già provveduto ad operare opportune riduzioni. In programma la riduzione dei costi degli organi collegiali, rendendo onorifica la partecipazione agli organi collegiali e agli organi collegiali degli enti che ricevono contributi a carico delle finanze pubbliche; eiduzione del 10 per cento dei compensi dei componenti degli organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione e organi collegiali comunque denominati di tutte le pubbliche amministrazione comunque denominate; corresponsione all’amministrazione dei compensi dovuti al dipendente regionale autorizzato a partecipare all'amministrazione o a fare parte di collegi sindacali di società o enti; adeguamento del limite previsto dalla legge al numero di componenti degli organi di amministrazione e controllo di tutti gli enti pubblici, anche economici e di tutti gli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato; eiduzione del 10 per cento del compenso degli organi di amministrazione e controllo di società non quotate del conto della P.A. e di società totalmente possedute dalle amministrazioni pubbliche; limitazione delle spese per studi, incarichi di consulenza, relazioni pubbliche,convegni, mostre, pubblicità, missioni, formazione e per autovetture). Diverse le opere a rischio: tra queste, 4 milioni di euro per il rischio idrogeologico a Sarno; 15 milioni di euro per le bonifiche a Serre; 500 milioni di euro per il disavanzo sanitario.
(Carlo Porcaro) 10 gen 2011 15:50


Calabresi ottimisti adorano i governanti
di BATTISTA SANGINETO
Un altro anno s’inizia in questa nostra terra annichilita, senza che alcuna speranza si affacci all'orizzonte, non un segno, non un auspicio, neanche dall'alto dei cieli. Per fortuna i calabresi sono ottimisti, non sono lamentosi, è gente allegra e fiduciosa che fa di tutto per guardare al futuro in maniera positiva al punto da gradire moltissimo i propri governanti: presidente della regione al terzo posto e sindaci in posizioni di alta classifica, quella del Sole 24 Ore sugli amministratori locali più apprezzati. Non c'è che dire, checché se ne dica, i calabresi amano la propria classe politica! Quella stessa classe politica e dirigente del Mezzogiorno che si è risentita, pochi mesi or sono, per i giudizi e per gli epiteti rivoltile dal ministro Tremonti e che si è offesa, soprattutto, a causa di un insulto: cialtroni. Il vocabolario Treccani della lingua italiana, alla voce, riporta: “persona volgare e spregevole, arrogante e poco seria, trasandata nell'operare, che non ha voglia di lavorare, priva di serietà e correttezza nei rapporti personali, o che manca di parola nei rapporti di lavoro”. A chi sembra che le definizioni sopra riportate non si attaglino perfettamente alla stragrande maggioranza della classe dirigente di questa parte dell'Italia e, in particolar modo, di quella della nostra regione? Non dovrebbe essere evidente a chicchessia che questa classe dirigente -non solo quella politica, ma anche quella della sedicente società civile- è del tutto incapace di governare e di dirigere alcunché? È vero, l'attuale governo di centrodestra ascolta soprattutto le ragioni e le regioni del Nord, ma cosa sono riuscite a fare, a costruire, a sviluppare nei decenni trascorsi, queste classi dirigenti meridionali e calabresi? La pervasività e l’onnipresenza della 'ndrangheta in ogni aspetto della vita associata di questa regione -politica, imprenditoria, pubblici uffici e ufficiali, persino carabinieri e università- non sono, forse, lo specchio nel quale dovremmo guardarci, vergognosi, tutti noi calabresi, ma per primi voi, signori non-cialtroni, che vi siete assunti l'onere di essere classe dirigente? La 'ndrangheta non può essere un alibi da brandire per giustificarvi del mancato sviluppo, perchè non siete riusciti nemmeno a costringerla nell'ambito locale nel quale era rinchiusa fino a pochi decenni fa. Non siete stati neanche in grado di sottrarle il brodo di coltura nel quale si è enormemente accresciuta: appalti, prebende, favori, assunzioni, concessioni edilizie, contratti miliardari, prima, e milionari, dopo, nella sanità. Se non fosse per quei valorosi magistrati che negli ultimi anni stanno cercando, insieme alle forze dell'ordine, di riacquistarle alla vita civile, non dovremmo considerare ormai perdute per lo Stato le province di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Crotone insieme a altre vaste aree? Se negli ultimi decenni non siete stati in grado, signori non-cialtroni, di mettere insieme un tessuto sociale e culturale decente -perché è con gli atti e gli indirizzi della pubblica amministrazione che si formano i cittadini e si crea il senso di appartenenza ad un consesso civile- come potete stupirvi o dolervi nel vedere la vostra, la nostra terra in prima pagina solo in occasione della strage tribale del vibonese, degli applausi di incoraggiamento agli 'ndranghetisti arrestati o, per fare un altro esempio, del vergognoso “pogrom” razzista di Rosarno? Siete davvero sicuri, cari signori non-cialtroni, di aver fatto interamente e con competenza il vostro mestiere di classe dirigente, non vi viene mai il dubbio di aver sbagliato qualcosa? Se avete distrutto irreversibilmente il paesaggio, se avete permesso la cementificazione delle coste, delle montagne e degli argini dei fiumi, se avete trasformato le nostre antiche città in insensati e enormi grumi di cemento armato nemmeno intonacato, se avete deliberato in spregio a tutte, o quasi, le norme del vivere civile, se parlate e scrivete in deroga persino alle regole grammaticali, perché dovreste sentirvi migliori del leader del Partito du Pilu, Cetto la Qualunque? Esistono, naturalmente, delle eccezioni, ma sono talmente poche -si possono, secondo me, contare sulle dita di una sola mano- che non le elenco per tema che si possa dire che parteggio per qualcuno o peggio, come sempre avviene in Calabria, che lo faccio per andar contro qualchedun altro. Il plebiscitario consenso che l'attuale maggioranza e il suo presidente Scopelliti hanno ottenuto li obbligherebbe a compiere scelte strategiche per il bene e lo sviluppo di questa nostra regione: i beni paesaggistici, ambientali e culturali o la cementificazione (sembrano aver già scelto con quella legge regionale peggiorativa della già deprecabile legge nazionale che introduce la “s.c.i.a.”); una rete di paesi ristrutturati e rivitalizzati (si potrebbero, in tal modo, riguadagnare alla vita quei paesi ormai svuotati d'abitanti e di senso) disposti all'accoglienza o i deturpanti villaggi turistici in riva al mare; una tardiva, e improbabile, industrializzazione oppure uno sviluppo basato sulle vocazioni naturali del territorio come l'agricoltura e quel che resta del paesaggio storico e naturale; il balzello sul carburante o il taglio netto e irreversibile della abnorme spesa sanitaria che viene sperperata nei mille e considerevoli rivoli delle “esternalizzazioni”, delle cliniche e dei laboratori privati, ma convenzionati (spesa pubblica e profitto privato). Nonostante io speri sinceramente, da calabrese, che ci riescano, sono ragionevolmente certo, purtroppo, che non saranno in grado di farcela neanche loro. Eppure il Mezzogiorno d'Italia non è stato condannato dal fato ad una inferiorità perpetua se, per esempio, la Lucania che era, fino a un quindicennio fa, la più arretrata delle regioni italiane -sempre l'ultima in tutte le classifiche, tanto che noi calabresi potevamo consolarci pensando e dicendo che, in fondo, c'era chi stava peggio- ora è una regione vitale, in crescita. La Lucania non versa nelle stesse sciagurate condizioni della Calabria perché è bastato che emergesse, e crescesse, una classe dirigente degna di questo nome, per primo il presidente De Filippo, per toglierla dal fondo delle classifiche. La Calabria non solo non è riuscita a risalire alcuna posizione, ma, per sovrappiù, è stata capace di scendere, per rimanervi, all'ultimo posto di tutte le classifiche fra tutte le regioni europee. Non ci si aspetta la risoluzione, “hic et nunc”, di tutti i problemi della nostra regione e delle nostre città, ma possiamo e dobbiamo aspirare, almeno, ad avere una classe dirigente che abbia un'idea, e sappia realizzarla, di come farci uscire da quella che sembra essere una condanna a tempo indeterminato, un “fine pena mai”. La Calabria è condannata all'ergastolo della sciagura sempiterna da una classe dirigente di cialtroni, eletta e voluta da noi calabresi. Il compito di una classe dirigente competente e incorrotta dovrebbe essere, invece, quello di generare un'idea complessiva, forte di Calabria, un progetto di cambiamento radicale del vivere associato dei suoi abitanti, un'alleanza fra classe dirigente totalmente rinnovata e società civile rigenerata, un governo della cosa pubblica degli onesti e dei capaci, a partire dalle prossime amministrative.

http://www.ilquotidianoweb.it/it/calabria/catanzaro_commento_calabresi_ottimisti_adorano_governanti_battista_sangineto_5464.html
 

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