martedì 11 gennaio 2011

Le imprenditrici agricole in Basilicata

L'incidenza delle donne nelle aziende agricole in Basilicata è pari al 33,3 %, valore al di sopra della media nazionale (30,1 %) e di quello delle "regioni convergenza" considerate nel complesso (32,5 %); la presenza delle imprenditrici agricole sul totale, tra il 2000 e il 2007, si è ridotta di 1,7 punti percentuali.


In termini assoluti le conduttrici donne sono quasi completamente concentrate nelle aree rurali con problemi complessivi di sviluppo. Sono i dati più significativi contenute nell'Atlante delle donne impegnate in agricoltura, diffuso dall'Associazione donne in campo della Cia- e realizzato in collaborazione con la Rete rurale nazionale. "In attesa dei risultati aggiornati che verranno dal sesto censimento nazionale sull'agricoltura, da dicembre in fase di svolgimento anche in Basilicata, l'Atlante, spiega Rosanna Bollettino regionale presidente Donne in campo, intende supportare le Amministrazioni responsabili dei Piani di sviluppo rurale per la programmazione 2007-2013 e quanti impegnati a sviluppare, monitorare e valutare politiche sul territorio indirizzate a favorire le pari opportunità nell'ambito dello sviluppo rurale in Italia, anche in vista dell'importante impegno di programmazione di interventi più efficaci ed efficienti che valorizzino l'impegno delle donne in agricoltura per il post 2013".
Sempre in Basilicata, le giovani donne imprenditrici hanno pesato, rispetto al totale dei giovani conduttori, per una quota più alta rispetto a quella nazionale (32,1 contro il 26,7 % del totale Italia). In Lucania l'incidenza delle giovani donne conduttori di imprese agricole sul loro totale è pari al 2,4 %, valore superiore a quello della media nazionale (1,6 %) e a quello delle "regioni convergenza" considerate nel complesso (1,5 %); la presenza dei giovani donne conduttori, tra il 2000 e il 2007, è diminuita di 1,4 punti percentuali. In termini assoluti i giovani conduttori donne sono più numerosi nelle aree rurali con problemi complessivi di sviluppo, mentre in termini relativi sono le aree rurali con agricoltura intensiva specializzata quelle in cui l'incidenza delle giovani conduttrici sul totale è maggiore (2,7 % contro il 2,4 %). Ancora, l'incidenza delle giovani salariate agricole sul totale della manodopera utilizzata è pari al 13,9 %, valore superiore a quello della media nazionale (7,2 %) ed a quello delle "regioni convergenza" considerate nel loro complesso (10,5 %); la presenza delle giovani salariate sul totale, tra il 2000 e il 2007, è aumentata di 7,3 punti percentuali. Quanto all'incidenza dei capi azienda donne con diploma o laurea è pari al 5,2 %, valore all'incirca uguale a quello della media nazionale (5,4 %) ed a quello delle "regioni convergenza" considerate nel loro complesso (5,6 %); la presenza di conduttori donne con titolo di studio elevato sul totale dei conduttori, tra il 2000 e il 2007, è diminuita anche se di poco ( più 0,3 punti percentuali). In termini assoluti le donne capi azienda con titolo di studio elevato sono più numerose nelle aree rurali con problemi complessivi di sviluppo, mentre in termini relativi sono le aree rurali con agricoltura intensiva specializzata a far registrare la quota più elevata di conduttrici con diploma o laurea sul totale dei capi azienda (7,0 %). Dallo studio, aggiunge il Bollettino, emerge una tendenza per il lavoro extrafamiliare da parte delle giovani donne, che preferiscono lavorare al di fuori dell'azienda agricola della famiglia. Mentre le giovani lavoratrici dipendenti sono aumentate rispetto al totale della manodopera familiare. Si rileva poi un basso livello di scolarizzazione delle imprenditrici. Uno strumento, in sintesi, questo dell'Atlante, utile a quanti sono impegnati a promuovere interventi per lo sviluppo rurale che incrementino la presenza delle donne in agricoltura, in linea con la nuova strategia europea (Eu 2020), che individua tre priorità per il prossimo futuro: una crescita intelligente sviluppando un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione; una crescita sostenibile che vuol dire promuovere una crescita più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde, più competitiva; una crescita inclusiva attraverso la promozione di una economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. Obiettivi questi, per conseguire i quali una maggiore presenza in agricoltura delle donne -conclude Bollettino- aiuterebbe il settore agricolo a sviluppare un'agricoltura più inclusiva, più aperta all'introduzione di innovazioni e più rispettosa dell'ambiente. Le aziende agricole "rosa", afferma il presidente regionale della Cia Basilicata Donato Distefano, svolgono in modo importante specialmente in attività innovative, come ad esempio nell'agriturismo, le cui imprese per il 35 % del totale sono condotte da imprenditrici. Crescite significative si sono registrate negli ultimi anni anche nel settore biologico, nelle produzioni di "nicchia" Dop e Igp, nell'ortofrutta e nella vitivinicoltura. Donne che guardano all'impresa con sempre maggiore attenzione, che puntano con caparbietà sulla qualità e sulla tipicità dei prodotti legati al territorio, sulla difesa della biodiversità. Insomma, vere imprenditrici che operano con la dovuta incisività per una competitività reale sui mercati nazionali e mondiali, che fanno dell'innovazione uno strumento indispensabile per crescere e svilupparsi.
 

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