sabato 20 novembre 2010

Agricoltura ed edilizia, al Sud solo un'azienda su cinque è regolare


L'indagine del ministero, condotta con Inail, Inps e Forze dell'Ordine, rivela le percentuali di lavoro nero e violazioni sulla sicurezza
Roma, 20 nov (Il Velino) - Delle oltre 19mila aziende ispezionate in tutto il Sud, solo una su cinque è regolare. È quanto emerge dai risultati dell’inchiesta svolta dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, assieme a Inps, Inail e Forze dell’Ordine, dopo il “Piano straordinario di vigilanza per l’agricoltura e l’edilizia nella regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia”, approvato il 28 gennaio dal Consiglio dei ministri. L’ispezione ha riguardato i settori dell’agricoltura e dell’edilizia, controllando più di 55 mila lavoratori. Quasi la metà delle aziende agricole ispezionate sono risultate irregolari. In Calabria solo il 29 per cento non è a norma mentre in Sicilia si raggiunge il 48 per cento (ma il numero delle aziende ispezionate è quasi la metà). Maglia nera alla Campania, con 1.500 aziende irregolari su 2.760, seguita dalla Puglia con 983 su 2.165 (ossia il 49 per cento). Degli 8.550 lavoratori irregolari, 3.047 sono completamente a nero. Gli ispettori hanno effettuato 150 provvedimenti di sospensione, anche se la metà è stata revocata. Non va meglio per l’edilizia. Su 12.326 aziende ispezionate, il 61 per cento è irregolare. I lavoratori irregolari sono 8.837 e il 35 per cento di questi lavora completamente in nero. I provvedimenti di sospensione sono stati 1.466 ma il 71 per cento è già stato revocato. Gli ispettori hanno accertato poi 9.079 violazioni in materia di sicurezza. La Regione con più aziende irregolari è la Calabria: su 1.244 imprese controllate, 887 sono fuori norma. Seguono la Campania (con il 62 per cento di irregolarità), Puglia (61 per cento) e Sicilia (54 per cento).
(chc) 20 nov 2010 17:23
Di seguito il documento ministeriale di vigilanza che autorizza de jure la repressione economica e finanziaria delle imprese agricole ed edili del mezzogiorno a causa dei fatti di Rossano.

PIANO STRAORDINARIO DI VIGILANZA AGRICOLTURA/EDILIZIA CALABRIA-CAMPANIA-PUGLIA-SICILIA
ANNO 2010
La Direttiva del Ministro del 18 settembre 2008 ha consentito una profonda modifica del sistema delle ispezioni in materia di lavoro e legislazione sociale, indirizzando gli sforzi dell’Amministrazione e degli Enti verso obiettivi di vigilanza finalizzati alla verifica di problematiche e fenomeni di violazione di carattere sostanziale.
Ciò in quanto l’evidente sproporzione tra risorse ispettive e aziende sottoposte al controllo non consente di svolgere una azione “a tappeto” e pertanto è necessario concentrare l’azione di vigilanza su quei fenomeni di maggiore gravità sul piano economico-sociale che compromettono l’effettiva tutela dei diritti dei lavoratori.
In tale logica si è pertanto impostata una programmazione della vigilanza derivante da una analisi delle diverse realtà territoriali e dei fenomeni che le caratterizzano, cercando di privilegiare interventi su obiettivi selezionati in base ad una attività di intelligence che coinvolge anche gli Istituti previdenziali ed altri organi ispettivi.
I risultati dell’azione ispettiva del 2009 confermano la validità di tale impostazione, in quanto il numero delle violazioni sostanziali accertate é notevolmente incrementato rispetto all’anno precedente, come dimostrano alcuni dati: a fronte di una diminuzione delle violazioni di carattere formale (- 28%, tenuta del Libro Unico del Lavoro) sono fortemente aumentate le violazioni accertate in materia di lavoro “nero” +44%, di appalti e somministrazione + 193%, di orario di lavoro +118%, di rispetto dello Statuto dei Lavoratori +208%, di truffe nei confronti degli Istituti + 483%, di sicurezza sul lavoro + 53%.
Sulla base di tale indirizzo ed alla luce dei recenti eventi avvenuti nella provincia di Reggio Calabria (Rosarno) – in cui l’utilizzo di manodopera irregolare da parte delle imprese agricole locali ha avuto forte ripercussione anche sul piano sociale – si rende opportuno avviare un piano straordinario di vigilanza nei territori del Meridione più sensibili alle problematiche del lavoro irregolare (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
Al fine di contrastare efficacemente tali fenomeni – anche in considerazione delle connesse problematiche di infiltrazioni criminose, dello sfruttamento della manodopera nell’ambito dell’economia sommersa e quindi della tutela della persona del lavoratore – si ritiene
opportuno indirizzare l’attività vigilanza in particolare nei confronti delle imprese agricole ed edili.
La scelta dei citati settori è stata determinata dall’opportunità di intervenire in quegli ambiti dove le problematiche evidenziate possono dar luogo ad un forte impatto sociale e sul piano dell’ordine pubblico e dove sono più probabili i collegamenti delle realtà economiche con le organizzazioni criminose strutturate sullo stesso territorio.
In tale contesto, partendo anche da una analisi dei vari contesti provinciali, è opportuno svolgere interventi mirati e necessariamente differenziati che tengano conto delle specifiche realtà locali ed anche dei diversi fenomeni di illegalità che possono caratterizzare le aree geografiche in questione.
A tal fine si è ritenuto utile procedere ad un incontro con i vertici delle strutture territoriali coinvolte del Ministero del lavoro, dell’INPS e del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro, al fine di pianificare azioni coordinate di intervento, anche con modalità diverse a seconda del fenomeno di violazione oggetto di indagine.
Dal confronto è emersa la necessità di dar vita a specifici gruppi operativi composti da ispettori del lavoro, ispettori dell’INPS e militari dell’Arma dei Carabinieri, da impiegare nell’effettuazione di accessi ispettivi nei settori in questione.
AGRICOLTURA
Il settore agricolo è stato fra i primi ad essere “attenzionato” dal Governo attraverso una semplificazione delle procedure di utilizzo di prestazioni lavorative regolari. In tal contesto, infatti, si colloca l’introduzione del lavoro accessorio (c.d. voucher) che permette di impiegare manodopera proprio nell’ambito di quelle attività di breve durata in cui, precedentemente, si faceva ricorso a personale “in nero” (ad es. attività di raccolta dei prodotti agricoli). Tale iniziativa ha avuto ottimi riscontri nelle Regioni del Nord e del Centro, mentre nel Meridione non si registra – nemmeno a livello di sperimentazione – alcun ricorso al lavoro accessorio, rispetto al quale occorre dunque svolgere, su tale territorio, una adeguata azione di “promozione”.
Va poi evidenziato che, ancora nel Meridione, è possibile notare uno scarso ricorso alle regolari procedure di utilizzo di personale extracomunitario stagionale, atteso che i flussi di manodopera autorizzati non risultano esauriti. Il ricorso a personale “in nero”, pertanto, non sembra potersi giustificare dalla mancanza di “alternative regolari”, né sul piano contrattuale (voucher), né su quello di congrue disponibilità di manodopera (flussi stagionali non ancora esauriti).
Di seguito tabelle, insignificanti, riportanti un elenco di alcune specie merceologiche di frutta e relativi mesi. Servono a giustificare l'operato della guardia di finanza. Infatti il documento si conclude con i due seguenti paragrafi:

MODALITÀ ACCERTATIVE
L’azione ispettiva va modulata in relazione allo specifico settore di intervento, tenendo presente che in agricoltura è necessario il supporto logistico dei reparti territoriali dell’Arma per il confinamento dei luoghi di raccolta dei prodotti agricoli anche al fine di evitare la fuga degli eventuali lavoratori irregolari.
Più in generale, al fine di non rallentare le operazioni dei gruppi ispettivi, si rende indispensabile altresì il coinvolgimento dei locali Commissariati della Polizia di Stato che si occuperanno in particolare delle procedure di identificazione degli eventuali cittadini extracomunitari clandestini, per le operazioni di rimpatrio.
RISORSE FINANZIARIE
Le risorse finanziarie necessarie a garantire una buona riuscita dell’operazione sono legate alla possibilità di implementare le risorse ispettive già operanti in ambito regionale con ulteriori 50 unità, provenienti da altre realtà regionali.
Complessivamente, come indicato in precedenza, il personale coinvolto raggiunge quota 550 unità.
Gli oneri finanziari pertanto si riferiscono al trattamento di missione ed alle spese di viaggio, vitto e alloggio per il personale proveniente da fuori regione per la durata di circa 200 giornate. Come risultante dal seguente prospetto:
- € 1.500.000 spese di vitto e alloggio;
- € 50.000 spese viaggio per 4 viaggi annui;
- € 350.000 rimborso spostamenti interni attraverso l’utilizzo del mezzo proprio e indennità di missione.
Totale € 1.900.000

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