sabato 20 novembre 2010

Un’esistenza piena di rischi


Inviato da redazione il Sab, 20/11/2010 - 08:30
Federico Tulli

EVENTI. In corrispondenza dell’anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti del bambino.

La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza compie 21 anni. Per festeggiare questo fondamentale documento approvato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York, Palazzo di vetro celebra oggi in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti del bambino. Accesso all’istruzione, diritto alla salute, corretta nutrizione, stop al lavoro minorile, alla tratta dei piccoli schiavi, agli abusi “sessuali”, allo sfruttamento della prostituzione e alla pedopornografia. Ogni giorno, sono queste le “battaglie” che ancora deve affrontare un bimbo, specie, nei cosiddetti Paesi del Terzo mondo.

Il passato lascia ben sperare per un futuro meno drammatico. Ad esempio dal 1990 (anno di entrata in vigore della Convenzione) al 2009, si sono registrati progressi notevoli negli ambiti della sopravvivenza dell’infanzia: il tasso di mortalità sotto i cinque anni è diminuito da 90 a 65 decessi per 1.000 nati vivi. Il fatto che muoiano meno bambini riflette il successo degli interventi sanitari integrati adottati nei paesi in via di sviluppo. Successo dovuto, in gran parte, ai programmi estesi di vaccinazione. Questi risultati tuttavia, avvertono gli esperti dell’Onu, non devono illudere: «Si sarebbero fatti maggiori progressi se ai bambini, le bambine e gli adolescenti fosse stata data priorità nelle politiche e nei bilanci, oltre che nelle dichiarazioni d’intenti».

Difatti, quasi 9 milioni di bambini ancora muoiono ogni anno prima di compiere il quinto anno di vita. Oltre 140 milioni soffrono di malnutrizione, circa 100 milioni di bambini in età scolare non ricevono un’istruzione e si stima che 150 milioni di esseri umani tra i 5 e i 14 anni siano impiegati nel lavoro minorile. Numeri da brivido che danno il senso dell’importanza della giornata di oggi. Una celebrazione densa di significato ovunque, pure nella porzione di mondo sviluppato. Laddove cioè, si presume che il benessere abbia portato con sé anche le regole basilari, indicate nella Convenzione ratificata da 193 Paesi, necessarie a garantire pari diritti e dignità per tutti gli esseri umani, a cominciare dai più piccoli. I numeri dicono che anche nell’emisfero Occidentale c’è ancora molto da lavorare.

E questo discorso vale sia per l’Europa in generale, che per l’Italia in particolare, specie per quanto riguarda la prevenzione in tema di abusi. Nel Vecchio continente, infatti, come denuncia il vicesegretario generale del Consiglio d’Europa, Maud de Boer-Buquicchio, ancora un bambino su cinque subisce una qualche forma di violenza “sessuale”, sono in aumento i crimini pedopornografici, che trovano facile sponda su internet, e l’80 per cento degli abusi avviene in casa o sono commessi da persone legate al minore da vincoli di parentela o amicizia, dunque non da parte di sconosciuti. «La violenza contro i bambini - spiega Maud de Boer-Buquicchio - ha diverse forme, dalla pornografia infantile alla prostituzione per arrivare al pericolo emergente e crescente di internet. Questo genere di violenze lasciano delle tracce per tutta la vita a partire dal danno fisico per arrivare a quello, ancora più grave, psicologico con crollo dell’autostima, disordini alimentari, problemi sessuali futuri fino ad arrivare al suicidio».

Questo drammatico quadro chiama direttamente in causa l’Italia. Il 29 novembre prossimo prende il via a Roma la Conferenza internazionale contro la violenza sessuale sui minori. L’evento sarà ospitato dal ministero per le Pari opportunità, e vedrà la partecipazione di autorità ed esperti provenienti dai 47 Stati membri del Consiglio d’Europa. Tutto ruota intorno alla  Convenzione del Consiglio d’Europa «per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale», siglata a Lanzarote il 25 ottobre 2007. Ebbene, tra i 47 firmatari della Convenzione, l’Italia è l’unico Paese a non averla ancora ratificata.

Si tratta di un provvedimento fondamentale per difendere i minori dagli abusi degli adulti. Il ddl di ratifica che da 9 mesi rimbalza tra le aule di Camera e Senato senza essere definitivamente approvato, oltre a inasprire le pene per i pedofili e a migliorare gli strumenti di prevenzione, introdurrebbe per la prima volta nel nostro ordinamento giuridico (con l’articolo 414-bis del Codice penale) il termine “pedofilia”.
Fonte:
http://www.terranews.it/news/2010/11/un’esistenza-piena-di-rischi

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