martedì 23 novembre 2010

«La mafia ormai è ovunque»


Inviato da redazione il Mar, 23/11/2010 - 10:30
Alessandro De Pascale
INTERVISTA. Il capo dell’Antimafia Grasso chiede alla politica «di fare pulizia», a cittadini e istituzioni «maggiore collaborazione», al governo «una norma contro l’autoriciclaggio». Altrimenti saremo «dominati dalla criminalità».

ll magistrato siciliano Piero Grasso dall’ottobre 2005 è il Procuratore nazionale antimafia. Nel 1984 è stato giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra.

Procuratore, esiste un allarme criminalità al Nord?
Non parlerei di allarme, perché la presenza della criminalità in tutto il Settentrione, e non solo in Lombardia, è un fenomeno che esiste da tempo. La mafia non è un problema del Sud ma dell’intero territorio nazionale. Infatti la criminalità organizzata ricava i profitti illeciti nel Meridione e li reinveste nel Settentrione. Si tratta di colletti bianchi e non più di uomini con coppola e lupara. Tanto che al Nord si vede molto meno rispetto al Sud ma si infiltra ovunque, istituzioni comprese. Il rischio futuro è di vedersi dominati dalla mafia.

Ultimamente sono stati assicurati alla giustizia pericolosi latitanti...
Il merito di questi successi è delle apposite squadre delle forze dell’ordine che si occupano della cattura dei latitanti e del sequestro dei beni dei boss. Grazie a questi uomini, clan come quello dei Casalesi sono in difficoltà.


Come sono mutate le relazioni tra criminalità e politica?
Partiamo dal presupposto che questi rapporti riguardano le singole persone. Perché la mafia non ha una sua ideologia e non ha disdegnato di avere rapporti con esponenti politici di qualsiasi colore pur di raggiungere i propri fini. Tra cui il tentativo di infiltrarsi nel sistema degli appalti e della gestione del denaro pubblico. La politica per avere futuro deve fare pulizia e riconquistare la fiducia dei cittadini. E per vincere non può sfruttare il pacchetto di voti che una persona possiede a titolo personale.

Come si può prevenire l’infiltrazione delle mafie negli appalti pubblici?
Già la tracciabilità dei flussi finanziari ha favorito la trasparenza che in passato sicuramente non era il fiore all’occhiello della pubblica amministrazione. Ma tanto altro resta da fare. Serve collaborazione tra tutte le istituzioni e anche quella del singolo cittadino. Perché il silenzio è l’ossigeno di questi poteri: gli consente di riorganizzarsi e rafforzarsi.


A livello legislativo, cosa manca per contrastare la mafia?
Da tempo chiediamo una norma contro l’autoriciclaggio. È una necessità assoluta che serve a indagare su quanti, avendo commesso un altro reato, utilizzano i proventi del denaro sporco per investirlo in attività lecite e quindi turbare l’economia.

La Direzione centrale servizi antidroga ha registrato un aumento delle denunce per associazione a delinquere a carico dei cinesi del 2.100 per cento. L’Italia è terra di conquista anche per le mafie straniere? 
La criminalità organizzata cinese da tempo è presente in Italia e si occupa di diversi ambiti: traffico di esseri umani, contraffazione, prostituzione, gioco d’azzardo, estorsioni e droga. Ma fino ad ora, tranne che per la contraffazione, operava principalmente all’interno del proprio gruppo etnico. Con le ultime inchieste, anche grazie alla collaborazione con le polizie di altri Stati, è stata inoltre destrutturata un’organizzazione balcanica, molto presente in Italia nel traffico di droga. Non si possono escludere legami tra questo cartello e la ’ndrangheta. Questa organizzazione consegnava direttamente al cliente centinaia di chili di cocaina al mese.
Fonte:
http://www.terranews.it/news/2010/11/«la-mafia-ormai-e-ovunque»

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