martedì 23 novembre 2010

Rifiuti, il piano inapplicato. Bondi denuncia “degrado civile”


Roma, 23 nov (Il Velino) - La situazione dei rifiuti in Campania è “anche il frutto di un degrado civile, sociale, morale e culturale di una parte del Mezzogiorno che una classe dirigente nazionale farebbe bene a non sottovalutare e che anzi dovrebbe cercare di affrontare secondo uno spirito di corresponsabilità nazionale, unendo tutte le forze migliori e sane presenti sul territorio”.

A fare questa analisi è il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, il quale ha osservato che “c'è da stropicciarsi gli occhi di fronte a ciò che accade a Napoli” dove “pare che il sindaco, Rosa Russo Jervolino, sia immune da ogni responsabilità per i rifiuti che stanno letteralmente sommergendo la città partenopea. Nessuno naturalmente – ha detto Bondi - si azzarda a chiederne le dimissioni dopo un'esperienza amministrativa che più fallimentare di così non si può immaginare. Le responsabilità del sindaco di Napoli, tuttavia, ad essere onesti e non volgari propagandisti non si possono addossare solo sulle spalle del sindaco di Napoli”. Le conclusioni del ministro dei Beni culturali si possono ricollegare all’analisi fatta dal Corriere della Sera sul problema dei rifiuti. “Il decreto 90 – ha ricordato il quotidiano di via Solferino -, poi convertito nella legge 123/08, a farla breve il piano rifiuti varato da Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso, doveva essere la Bibbia della ‘monnezza’, con precetti ai quali era impossibile derogare. Non era solo il primo atto di un governo che ne aveva sostituito un altro travolto dai cumuli di spazzatura. Era l’ultima possibilità”.

Ma poi, secondo la ricostruzione del Corsera, “una volta finita quella fase dell’emergenza, la legge 123/2008 resta lettera morta. Gli amministratori locali si crogiolano nelle sue lacune, manca ogni istruzione su chi, e come, deve darsi da fare per raggiungere il 50 per cento della raccolta differenziata, l’obiettivo minimo fissato per decreto”. Insomma, si assiste a una continua ritirata su quelli che erano le finalità del piano rifiuti (che prevedeva anche lo scioglimento dei Comuni inadempienti, e infatti - ha scritto il quotidiano - “il 30 gennaio 2009 il Viminale rimuove i sindaci di Maddaloni, Castelvolturno e Casal di Principe” ma nulla accade in altri Comuni “come Napoli”, tanto per fare un esempio). “Alla fine - ha evidenziato il Corsera -, come in un malsano gioco dell’oca, si è tornati alla casella di partenza”. Intanto vanno registrate anche le dichiarazioni del segretario del Pd Pier Luigi Bersani ai microfoni di Radio anch’io: “Il governo - ha ribadito - esca dalla logica del 'ghe pensi mi', del miracolo, apra un tavolo con le parti interessate e l'opposizione”. E ha quindi lanciato la sua proposta concreta di collaborazione. "Io sono pronto ad andare ad una riunione per capire, tutti insieme, cosa possiamo fare seriamente”.

Inoltre, secondo il segretario democrat, a Napoli occorre riavviare “il ciclo razionale” di raccolta e smaltimento attraverso “una quota di discariche in progressiva dismissione, di una quota di raccolta differenziata, e dell'uso dei termovalorizzatori”. Per Bersani “l'unica strada per togliere questa montagna di rifiuti era ricorrere al meccanismo della solidarietà, ma questo è stato bruciato dalla teoria del miracolo. Con la promessa del miracolo Berlusconi ha bruciato i vascelli alle loro spalle, e ora nessuno vuole i rifiuti di Napoli, compresi gli altri comuni della Campania”. Infine Bersani ha difeso il sindaco di Napoli, Iervolino: “Non accetto la teoria del capro espiatorio. Il comune di Napoli fa certamente una raccolta differenziata bassa, del 18 per cento, ma non è molto distante da quella di Roma che è del 20 per cento”.
(red/mlm) 23 nov 2010 11:23
Fonte: http://ilvelino.it/articolo.php?Id=1246143

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