lunedì 29 novembre 2010

Reportage del 17/11: Portogallo, fame e vergogna, code da caritas


29 novembre, 12:48
dell'inviato Francesco Cerri

LISBONA, 17 NOV - ''Tendere la mano e' la cosa piu' difficile del mondo, non mi sono mai vergognata tanto'': Amelia fa parte delle migliaia di nuovi poveri oggi in coda davanti alla Caritas e alle altre organizzazioni umanitarie in Portogallo.

Una cosa impensabile fino a un paio d'anni fa. Ora e' una delle innumerevoli vittime della crisi e del giro di vite antideficit deciso dal governo del premier socialista Jose' Socrates per allontanare lo spettro della bancarotta. Era professoressa, suo marito disegnatore grafico: i due figli, di 20 e 18 anni, andavano all'universita'. Una tranquilla famiglia della classe media, senza particolari preoccupazioni per il futuro. Poi tutto e' cambiato. Lei ha perso il lavoro. Anche suo marito e' stato licenziato. I risparmi sono finiti. I sussidi disoccupazione pure. Impossibile trovare un altro lavoro. Il figlio piu' grande ha lasciato gli studi ed e' emigrato in Svizzera in cerca di lavoro. Ora lei viene alla Caritas. ''E' molto difficile. Piango tutto il giorno, siamo impotenti''.

Secondo l'Istituto nazionale statistiche Ine quasi un quarto della popolazione portoghese, 2,2 milioni  di persone, oggi vive in situazione di poverta'. E ''il peggio - avverte il presidente Caritas Eugenio da Fonseca - deve ancora venire''. La finanziaria lacrime e sangue per il 2011, che deve riportare il deficit al 4,6%, poi al 3% nel 2012, e' un'ulteriore mazzata: taglia stipendi pubblici, aiuti sociali, congela le pensioni, alza l'Iva, fra l'altro sui prodotti alimentari di base, e l'Irpef. ''Una dichiarazione di guerra ai lavoratori'', ha tuonato il leader del sindacato Cgtp Manuel Carvalho da Silva, che con l'Ugt ha proclamato lo sciopero generale per il 24 novembre.

Il Portogallo e' uno dei Paesi piu' poveri dell'Ue, con un Pil procapite di 15.600 euro, dietro a Irlanda (29.700) e Grecia (22.300). L'impatto del giro di vite sulla gente piu' fragile e' ancora piu' duro. Nel Paese, ancora profondamente cattolico, la famiglia rimane il primo pronto soccorso interno. Ma spesso non basta piu'. Nel Paese c'e' di nuovo chi  ha fame. Centomila persone sono assistite dalla Caritas, rileva Correio da Manha, altre 280mila dalla Banca Alimentare contro la Fame (Baf), scrive Publico, che ha dedicato un'inchiesta alla ''classe media che va alla mensa dei poveri'': gente che ''aveva un lavoro, le ferie, tv via cavo e internet, carte di credito''. Ora vanno alla Caritas, alla Baf, a una delle tante 'Misericordias' e chiedono da mangiare, un aiuto per pagare i libri dei figli, il mutuo, il conto della farmacia. Spesso ''sono persone curate, si vede che avevano una vita molto equilibrata'', dice padre Rubens, della Chiesa do Marques, che ora offre da mangiare ogni giorno a 200 persone (contro 40 l'anno scorso). ''Mangiano girati verso la parete, si vergognano e, se gli chiedi un nome, scappano'', spiega il presidente dell'Unione Misericordie Manuel Lemos, che parla di un aumento del 250% delle richieste di assistenza. ''Chiedono aiuto professori, avvocati, ingegneri, che nessuno prevedeva potessero averne bisogno un giorno'', conferma Daniela Guimaraes, di Caritas Porto. Molti si decidono a venire solo con l'acqua alla gola: ''c'e' un fenomeno tremendo - spiega la presidente Baf Isabel Junot - la poverta' che si vergogna''.
Fonti:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/11/29/visualizza_new.html_1675517491.html

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