venerdì 17 dicembre 2010

La Sindaca? mi piace assai.

Iervolino sicura: «Se mi ricandidassi a sindaco mi voterebbero ancora»
E sul discorso d'accusa del cardinale Sepe: «Fare profezie è certo più facile che governare»

NAPOLI — Fare il profeta è più facile che governare. La sindaca Rosa Russo Iervolino accetta la sfida cardinale Crescenzio Sepe a viso aperto e fede immutata. È una sfida tra cattolici che si consuma con rispetto, pacato ma pungente. S’incontrano, il cardinale le carezza viso. È indubbio che la lettera pastorale dell’arcivescovo di Napoli, il suo definire l’ultimo decennio «il più difficile e tormentato per la città» una città «senza progetto» , e ancora il suo richiamo alla politica «in coma» , abbia innervosito, e non poco, la sindaca. Che, in prima fila, ascolta il duro discorso del presule senza fare una piega, ma poi non interviene, va via, con lo stuolo di assessori al seguito. Onore alla Iervolino che se le prende tutte, le critiche. Cristianamente. Ma non porge l’altra guancia. Lontano dalla Stazione marittima, in un’intervista rilasciata al settimanale Donna Moderna, dice: Sua Eminenza si esprime contro tutto, benedice tutti e risolve tutti problemi con la preghiera: ’a Maronna v’accumpagna e amen… In realtà l’emergenza rifiuti non è un problema solo di Napoli che è solo visibile…» .

E prosegue: «Certo l’emergenza è devastante, ma non un fatto personale di Rosa Russo Iervolino e non deve passare per tale solo perché ci sono elezioni in vista e Rosetta è un sindaco di centrosinistra» . E pure se qualche napoletano le ha recapitato, nella sua casa vacanza, due sacchetti di rifiuti un sacco d’amore a Rosetta da Napoli, lei rilancia: «Il mio rapporto con la gente è sempre ottimo. Nel bene e nel male, per i napoletani io sono Rosetta, una di loro: mi si ferma per strada, mi si dà del tu, mi si mette a parte dei problemi e dei bisogni quotidiani. Certo, oggi non sarei rieletta con lo stesso voto plebiscitario di cinque anni fa, ma, se potessi ripresentare, sarei comunque rieletta. Il dissenso più che il sindaco riguarda le istituzioni» . È un atteggiamento, questo, che con meno veemenza la sindaca mantiene anche dopo aver ascoltato, de visu, il discorso del cardinale Sepe. «Ci sentiamo sepolti dall’immondizia» , arringa l’arcivescovo Rosetta è lì. «Offesi dalla disoccupazione» , è sempre lì. «Violentati dall’illegalità diffusa» , non fa una smorfia. «Il 2011 sarà l’anno di una nuova primavera, ma serve l’impegno di tutti», ancora Sepe. Per tutta risposta la sindaca: «Ha ragione» Come ha ragione? «Ho colto — attacca elegante — la visione profetica che ha sempre la Chiesa, che guarda lontano. Certo nelle sue parole c’è una forte dose di realismo, perché il cardinale è assai realista. Incita a muoversi dicendo pure che non ci si può aspettare ricadute immediate. Le caratteristiche del suo discorso sono la speranza, lo sguardo in avanti, il pragmatismo».

Sindaca il cardinale dice anche che Napoli è una città «senza progetto» , lei che dice? «Che non ha la più pallida idea... Noi di progetti ne abbiamo da vendere, non mancano i progetti, ma i mezzi per realizzarli. Quindi va bene la profezia, però...» . Però? «Però è anche abbastanza facile la profezia rispetto al governo della città» . Dieci anni di amministrazione, i dieci anni più difficili? «Beh, è una constatazione. Certo sono stati anni difficili per tutti e per tutta l’Italia, figuriamoci per Napoli. Mi sembra una constatazione giusta» .
Ma non si sente toccata? «Toccata sì, ma sotto accusa proprio no» . La Iervolino si ferma davanti al poster della Misericordia caravaggesca, come se ci pensasse, ha un’ultima frase: «Il cardinale non ha l’impegno istituzionale di realizzare le cose, non è il suo mestiere. Sono cattolica e lui deve indicare meta. Ma a noi serve molto altro» . Imbocca la porta. Lux in tenebris.
Simona Brandolini
17 dicembre 2010


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