venerdì 17 dicembre 2010

Maialetti sardi in arrivo dalla Polonia

La Coldiretti attacca: «È necessario applicare l'etichetta di origine su tutti i prodotti alimentari». L'inganno era già stato svelato: al porto di Olbia i maialetti arrivano ancora vivi, passano in uno dei tanti macelli dell'Isola e finiscono sul banco frigo del supermercato con un'etichetta a forma di Sardegna.

Ecco l'imbroglio: gli allevatori e le associazioni dei consumatori lo denunciano da anni. Ieri mattina, l'ennesima prova di questa colossale frode alimentare, l'hanno raccolta i carabinieri a Olbia. I militari del Nucleo radiomobile, insieme ai colleghi del Nas di Sassari, si sono presentati in porto all'alba, prima che i traghetti arrivassero in banchina. Al momento dello sbarco sono scattati i controlli. Nella rete sono finiti anche due tir pieni di maialetti costretti a vivere in una prigione viaggiante: il primo che è stato fermato arrivava dalla Spagna, l'altro direttamente dalla Polonia. La destinazione per i due camion era diversa, ma il destino dei maiali lo stesso: i banconi delle macellerie. A Natale, come tradizione vuole, la richiesta aumenta e il prezzo sale. La truffa è servita.

I CARICHI SOSPETTI Le ispezioni sulle merci in arrivo, i carabinieri di Olbia e i militari del Nas (coordinati dal capitano Alessandro Dominici e dal tenente Gabriele Tronca) li avevano già organizzati qualche settimana fa. Ieri mattina le pattuglie hanno presidiato tutte le banchine dell'Isola Bianca. Prima delle otto sono arrivate tre navi: una partita da Livorno, una da Civitavecchia e un'altra da Genova. A bordo, come ogni giorno, c'erano decine e decine di tir stracarichi di merce di ogni tipo: le scorte per i supermercati, ma anche materiali edili, legna, carne già affettata e quintali di frutta e verdura. Stranezze sanitarie, i militari del Nucleo antifosisticazioni non ne hanno accertato, ma l'arrivo dei camion pieni di maialetti innesca la solita polemica. «Nei prossimi giorni, oltre ai suini polacchi e spagnoli, arriveranno nei porti sardi anche gli agnelli rumeni - attacca Gianni Sanciu, presidente di Coldiretti Gallura - Questo sistema, oltre che rappresentare una fregatura per i consumatori, provoca un grave danno alle aziende sarde».

LE ETICHETTE Da tempo, anche da prima che esplodesse la protesta dei pastori, la Coldiretti e le altre associazioni agricole chiedono una norma che imponga il marchio di origine per tutti i prodotti. «Non possiamo vietare l'arrivo di merci estere, ma con l'etichetta evitiamo che nei supermercati vengano venduti prodotti taroccati - sostiene Gianni Sanciu - Le gente deve sapere che sta mangiando carne spagnola, polacca o rumena. Siamo certi che questi suini non siano stati imbottiti di estrogeni? L'arrivo dei carichi dall'estero, tra l'altro, influenza il mercato perché gli allevatori sardi non riescono a vendere i loro animali. Oppure sono costretti ad abbassare i prezzi».  
NICOLA PINNA
http://www.unionesarda.it/Articoli/StampaArticolo.aspx?id=207140


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