mercoledì 17 novembre 2010

E Maroni va alla conquista del Sud


La Lega non vuole elezioni anticipate, ma intanto si attrezza. Obiettivo: erodere consensi a Fli-Mpa
In pole come capolista alla camera per Lazio e Campania
 di Alessandra Ricciardi  - 17/11/2010
Ufficialmente, il Carroccio non punta nell'immediato alle elezioni anticipate e professa sostegno pieno al premier. In attesa del responso del 14 dicembre prossimo sulla fiducia delle due camere al governo. Ma intanto si attrezza. Perché la posta in gioco è grossa e questa volta non si può agire solo al Nord.

Per aumentare il proprio peso nel futuro schieramento, e al tempo stesso dare una mano al Pdl per frenare l'erosione di consensi, il Senatur è tentato dal grande passo: sbarcare al Sud. Due le regioni prese in considerazione, il Lazio e la Campania. Con un capolista di eccezione per la camera, Roberto Maroni, il ministro dell'interno che si è creato un'immagine forte come uomo dell'ordine e della sicurezza proprio nei territori in cui lo stato fa più fatica a far sentire la propria presenza. Secondo i rumors di palazzo, la candidatura di Maroni avrebbe già il placet di Umberto Bossi. Deciso questa volta, il Senatur, a mettere a frutto i consensi a favore della Lega Nord registrati alle ultime europee in alcune regioni campione del Meridione, come il Lazio. Consensi che poi, per motivi squisitamente di equilibrio politico della maggioranza, non furono capitalizzati alle elezioni regionali. Ma ora, nel rompete le righe generale, questi equilibri sono saltati. Anzi. A un Pdl che è certamente in affanno per la presenza al Sud dei finiani di Futuro e Libertà, in campo in quasi certa alleanza con il Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo, l'Udc di Pierferdinando Casini e l'Api di Francesco Rutelli, una Lega schierata oltre il Po fa certamente gioco. Chiaro l'obiettivo: frenare la fuga verso il nuovo polo di chi si è dimostrato sensibile alle ragioni del centrodestra, schierando in alleanza con il Popolo delle libertà una Lega che ha dimostrato di sapere intercettare anche i favori dell'elettorato di destra.
Il nome di Maroni è molto gettonato anche negli scenari pre elettorali. Se il premier Silvio Berlusconi dovesse accettare l'idea, e poi riuscire a concretizzarla, di un reincarico in questa legislatura, con un Gianfranco Fini disposto a rinunciare al ruolo di terza carica dello stato, per impegnarsi esclusivamente in politica alla guida del Fli, proprio Maroni potrebbe essere il nuovo presidente della camera. In questo scenario, il Viminale andrebbe a un finiano. Ma si tratta di scenari.
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