mercoledì 17 novembre 2010

Tremonti adesso allenta la borsa


Tutti in fila: trasporto locale, disabili, Regioni, Comuni
 di Franco Adriano  - 17/11/2010
Il cambio di passo era nell'aria: il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sta allentando i cordoni della borsa per rispondere «ai bisogni minimi» cui vorrebbe andare in contro la manovra finanziaria in discussione in parlamento. Il «La» è stato dato dallo stesso Tremonti nel primo pomeriggio quando una nota del ministero dell'Economia annuniciava che il governo presenterà un emendamento al ddl stabilità per dare sostegno ai malati di Sla guadagnandosi il plauso di Cgil, Cisl e Uil.

Non bruscolini. «Per ora accettiamo quanto ribadito di uno stanziamento di 100 milioni di euro di fondi per le famiglie», replicava l'associazione dei malati Sla. Il secondo segnale è venuto dal consigliere politico di Tremonti, Marco Milanese, quando ha affermato che il governo stava ancora valutando se inserire il bonus energia per la riqualificazione degli edifici nel ddl stabilità e se riproporre la proroga tout court dello sgravio oppure «privilegiare l'ipotesi formulata dal ministero dello Sviluppo economico, che avrebbe un impatto sui conti pubblici di soli 150 milioni di euro». La proposta sarebbe stata perfezionata dal viceministro Giuseppe Vegas per il quale inserire nel ddl stabilità il bonus del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici significherà introdurre una modifica rispetto al passato attraverso uan spalmatura in dieci anni. Comunque si tratta di musica per le orecchie di tanti che intravvedono in questa finanziaria l'ultimo treno su cui salire prima di una possibile crisi di governo dai risvolti incerti. Così tutti quanti sono tornati a bussare alla porta del governo: dai Comuni che minacciano «un rischio paralisi» alle Regioni, passando per le associazioni dei disabili. L'Anci ha inviato una lettera a tutti i deputati, sottolineando che l'allarme dell'associazione dei Comuni deriva da una norma del ddl stabilità (l'ex Finanziaria) che porta all'8% il limite di spesa corrente utilizzabile per investimenti. L'Anci, «pur comprendendo la ratio della norma, sottolinea la necessità di una sua graduale applicazione in quanto l'immediata riduzione all'8% dal 15% porterebbe a una paralisi pressochè totale». Cosa chiede di concreto l'associazione dei Comuni? Pur salvaguardando il monitoraggio della spesa degli enti chiede che gli enti che sono in grado di farli possano fare investimenti. Un capitolo a sé lo merita il trasporto pubblico locale. Ieri è scesa in campo la Cgil a bussare al governo. Il maxiemendamento al ddl stabilità presentato dal governo, infatti, «non modifica la sostanza dei tagli previsti dalla manovra correttiva di luglio a carico del trasporto locale», sostiene la Cgil, secondo cui «questa scelta mette a rischio il già insufficiente livello qualitativo e quantitativo del trasporto locale, non aiuta lo sviluppo e crea ulteriori tensioni sul fronte dell'occupazione». «È assurdo», ha sottolineato il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari, «ricacciare l'intero settore in una situazione non dissimile a quella vissuta nell'intorno del Natale di alcuni anni fa, e chi ha la responsabilità e l'onere di provvedere è bene che lo faccia rapidamente. Il governo», ha concluso, ha concluso, «convochi immediatamente un incontro con Regioni, enti locali, aziende e sindacato per scongiurare inutili tensioni e individuare una soluzione che assicuri la sopravvivenza del settore». Un altro argomento su cui il governo dovrà intervenire. Ieri è giunta anche una nota dell'Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) che spiega quanto avvenuto sui fondi per le scuole paritarie che «restano, ma scendono ad una percentuale pari al 2%, circa 10 milioni di euro». Parlare di aumento dei finanziamenti alle scuole paritarie (da 130 a 245 milioni di euro) mentre si tagliano quelli delle scuole statali, perché anche in questo caso il governo dopo la stretta ha riallentato i cordoni della borsa. «Dopo aver inserito nella legge di stabilità (la finanziaria per il 2011) un taglio di circa 255 milioni di euro, pari quasi al 48% di tutti i finanziamenti per le scuole paritarie», spiega la nota, «il Governo ha presentato nel maxi emendamento correttivo alla commissione Bilancio della Camera un incremento di 130 milioni, poi riformulato portandolo a 245 milioni di euro».
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