mercoledì 17 novembre 2010

Fratelli di debito.

A settembre il debito pubblico ha raggiunto quota 1.844,817 miliardi, di euro. Lo Stato Italiano detiene il record del più alto in Europa, pari al 116% del prodotto interno lordo annuo. Poco tempo fa, circa due mesi, il Governo Italiano e’ riuscito, in sede UE, a far passare un criterio più elastico per pesare il livello di indebitamento di un paese, inserendo - accanto a quello pubblico - anche la valutazione del debito delle famiglie, sommato a quello delle imprese. Sempre il Governo, dice che in Italia esso e’ contenuto, percio’ il nuovo dato statistico contribuisce ad alleggerire il quadro complessivo dell’indebitamento italiano, visto che le famiglie e le imprese degli altri paesi UE stanno mediamente un po’ inguaiati. Sulla carta la cosa funziona, il peso statistico complessivo si alleggerisce. Si da’ il caso – pero’ – che gli investitori istituzionali, esogeni ed endogeni, del quadro statistico se ne impippano. Giusto, lo farebbe anche io, come si dice tra noi. Intanto che ci si crogiola della genialita’ partorita dal Tremonti, che l’accredita al Berlusconi, il debito - come gli investitori - se ne frega, e continua a salire. La collocazione, di ieri l’altro, dello stock di cambiali del Tesoro, e’ stata resa possibile ad un costo superiore, rispetto alla precedente, di decimi. Il che vuol dire che per finanziare la spesa corrente e pagare gli interessi sul debito, si e’ ricorsi ad aumentare il tasso d’interesse. Insomma un’offerta piu’ lucrosa per gli investitori. Altrimenti quelli non compravano. Comunque sia, il capitale da rimborsare continua ad aumentare, anche in questo momento. Il montante pure. Ciucciatevi il calzino.
Intanto le entrate dell’Erario sono diminuite dell’1,7%, perche’ la crescita del periodo luglio-settembre è stata inferiore alle aspettative. Vuol dire che la stagione turistica e’ stata una schifezza. E la Cgil afferma che è stato gia’ superato il miliardo di ore di lavoro in cassa integrazione. In circa otto mesi. Mitico, direbbe Burt Simpson, il quale aggiungerebbe: “Cari Italians, di questo passo sfonderete il Break Event Point, altrimenti detto dei coglioni; cioe’ il punto oltre il quale si e’ pure cornuti. Tranquilli, tra qualche mesetto, non vi preoccupate, direbbe Burt, tra qualche mesetto sarete, finalmente, nella Hall of the Fame of Break Event Point”. Che non e’ il famoso break even point. Tanto per non confonderci.
I giornali italiani dicono che la Grecia sta un po’ peggio, ma lo affermano per avere il cuscino sotto i piedi. Son balle, il debito pubblico greco e’ in - termini assoluti - circa nove volte inferiore, e bisogna tener conto che loro, i greci, sono una comunita’ nazionale, anarchici compresi. Se gli salta la mosca al naso, quelli dicono: “Che volete? Chi vi ha imposto di prenderci nella U.E.? Amen, grazie ed arrivederci alla prossima.” Tu che fai? Li isoli? Li espelli? Fammi ridere. Equivale a fargli un piacere. Hanno gia’ venduto il porto del Pireo ai cinesi; i quali vanno in giro per il mondo a comprare debiti dai paesi porci, quelli a rischio d’insolvenza. Cosi’ i porci non potranno dire no al Made in China. Alla faccia di tutti quelli che la pensavano diversamente, i cinesi possono riversare nei circuiti internazionali montagne di dollari, e comprare spot, un po’ di tutto ed anche i bisognosi. Ciucciatevi il calzino.
Questo per affermare, senza alcun dubbio, che in tema di virtu’ finanziaria pubblica, i Cittadini della Repubblica Italiana non sono penultimi a nessuno. In Europa sono gli ultimi. In termini anglosassoni, i primi, tra i porci. Il che e’ vero solo per definizione generica, perche’ se vogliamo stare alla legge delle proporzioni, Portogallo, Irlanda e Grecia sono porcellini, rispetto all’Italia. Punto.
Questo per stabilire un sacrosanto presupposto sul debito del verro (per gli intellettuali, il maschio della scrofa): i cittadini del Mezzogiorno non sono porci, sono innocenti. O deficienti. Ma per buona parte, non c’entrano una beata mazza con il verro ingrassato dallo Stato nelle altre regioni. Nord e compagnia cantante: padania, regioni autonome, province autonome, regioni sviluppate in non so bene cosa; quelli del Mezzogiorno c’entrano poco con le civilissime montagne di cambiali, protesti, giardinetti ecc. Per lo piu’, cavoletti nordici. Compresi quelli coltivati in Val Sugana. Si mettessero nei capannoni a gettare il sangue e faticare per pagare i fottutissimi debiti dello Stato. Il quale paga per la Sanita’ d’eccellenza – che e’ al Nord, giu’ si muore dopo lunga malattia; la Scuola – che nel Mezzogiorno son tutti asini; gli Asili infantili da primato del mondo per qualita’ – che giu’ molti bambini stanno a casa, o per strada; il Sistema delle Comunicazioni – che nel Mezzogiorno non sanno neanche di che cavolo si tratta; e vai avanti con la Messa cantata.
Al nord si difendono attaccando; ottima tattica. Dicono che nel Mezzogiorno ci sono i posti pubblici, troppi, e che loro mandano giu’ i soldi per pagare gli stipendi a questi nullafacenti sfaticati. Balle, se i costi del settore pubblico locale fossero calcolati redistribuendoli sul potenziale accertato e verificabile delle economie di area, il Mezzogiorno se la cava, il centro chiede aiuto al Papa ed il nord va con i porci. La’, la cosa non e’ sana. E’ piu’ sano ed intrinsecamente solida l’economia – i numeri – del Mezzogiorno: da Olbia all’Aquila, via Sicilia. Il fatto e’ che chi puo’ saperlo, lo sa.

Quelli affermano sul Mezzogiorno cose che conoscono meglio del piu’ impastato, mariuolo e scaltro assessore di una qualsiasi delle regioni del Mezzogiorno. E’ il loro modus pensandi, e’ la cultura dell’uomo medio padano, alpino, veneto o carsolino. Corrotto nel midollo, e coperto dal silenzio stampa locale, ed ancor piu’ dal duopolio televisivo. Questi ultimi foraggiati dai finanziamenti delle Leggi Finanziarie. Anche di quest’anno 2010. Ma a Roma va bene cosi’, anche il debito – in fin dei conti – produce PIL: paradossale.
Intanto il Ministero dell’Economia ha espletato la funzione di eiettare la Finanziaria 2010. Quest’anno l’hanno battezzata: infatti si chiama Legge di Stabilità. Uno pensa alla fisica dei solidi. No, clikki su Google, escono circa 381.000 risultati (0,33 secondi): e’ la Legge di Stabilità, quella che hanno pure maxiemendata. Del tipo: dopo il Battesimo ci si Cresima. Un Maxiemendamento cresimato e Star d’Internet. Mitico. Il Ministro Tremonti ha detto che la Legge di Stabilità vale per un triennio, ma è vincolante solo per il primo anno e non per gli altri due, in quanto la Costituzione stabilisce il principio dell’annualità del bilancio. Tremonti, Lei ci e’ o ci piglia per il deretano? Ma che fa? Inventa una bella roba che dovrebbe funzionare per un triennio ma purtroppo non sara’ cosi’. E allora che la tira fuori a fare? Se si puo’, si puo’; se non si puo’, non si puo’.
Il Signor Ministro dell’Economia, Prof. Giulio Tremonti, ha inventato due cose che non servono ad un piffero di niente: il debito privato in quello pubblico, ed il patto di stabilta’. Due robe che servono a niente, se non a riempire le pagine dei compiacenti giornali con elogi per la Sua competenza ed autorevolezza. Oggi, 17 novembre 2010, alle ore 14:17 ne ha inventata un’altra: ”l'Italia è un paese serio, non è vista come un problema ma come parte della soluzione.” Lo ha detto al termine della riunione dell’Ecofin. Non e’ un Mito Moderno? Di quelli che guadagnano l’immortalita’ dissimulando con arte immaginifica la realta’. Mi scusi, Egregio Signor Ministro, ma se quelli della UE vedono l’Italia come “parte della soluzione” e’ solo perche’ bussano a soldi. Vogliono un contributo finanziario per sanare i piccoli porci.
Il Ministro Tremonti riesce ad iperbolizzare la realta’ come palleggiava Maradona. Peccato che con il pallone quello segnava i gol, mentre il Ministro non segna un bel niente perche’ il 15 novembre, l’altro ieri, il prezzo del costo dell’assicurazione contro l’insolvenza per i titoli di Stato, è costato l’1,88%, era l’1,50 il 25 ottobre. Meno di un mese fa. Quello della Germania e’ del 0,05%.
Ma, chiediamoci, anche se son stufo, quale puo’ essere lo spazio di autonomia del Ministro Tremonti con un debito cosi’ alto sulle spalle.
E poi chiediamoci cosa potra’ apportare il Parlamento al testo della Finanziaria – sia pure maxiemendata - da Lui presentata in Aula, e – posto che qualcuno dei suoi componenti ci capisca qualcosa – cosa si puo’ cambiare in meglio. Risposta: niente, e’ da votarla cosi’ com’e’. Non ci sono spazi, il debito incombe. Per cui tutti zitti, parla il SuperMinistro Tremonti. E dopo che Lui ha parlato, fare finta di essere, o non essere. Tutto qui.
Stando cosi’ le cose, la politica economica del Governo è, e sara’, decisa mediante decreti legge, con la scusa della natura dell’urgenza, priva del contributo parlamentare. In realta’ la copertina decreto legge serve per l’incombente inverno siberiano: si pagano gli stipendi e gli interessi montanti sul debito. Finito qui. Fate sacrifici. L’alternativa è incrementare le tasse o inventarne delle nuove. O un mix delle due. Anche perche’ non si puo’ svalutare. E devi pagare i debiti. E allora? Allora lo spazio di autonomia del Ministro Tremonti, con un debito cosi’ alto sulle spalle, non c’e’, nisba, non esiste se non nelle Sue immaginifiche iperboli. L’unica cosa concreta che puo’ fare il Ministro e’ tagliare. Tagliare il prosciutto sino all’osso. Per fare il panino ai creditori. All’interno di questa logica, si pone il quesito di chi debba pagarlo, il panino. Per questo il Nord vuole il federalismo, vuole sia realizzato il suo concetto di federalismo, e intorno a questo suo concetto deve, secondo il grande partito del nord, orbitare l’equilibrio politico ed economico governativo.
grecanico

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