venerdì 26 novembre 2010

Berlusconi torna con l’esercito


Arriverà in prefettura oggi alle 17. L’ordinanza
del sindaco Iervolino sulle foglie della verdura consegnata ai commercianti tra dubbi e ironia.

NAPOLI — Silvio Berlusconi arriverà oggi pomeriggio alle 17 in prefettura a Napoli. Accompagnato dal generale Mario Morelli, a capo della struttura stralcio per l’emergenza rifiuti e, ma è dato in dubbio, dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Sarà proprio l’esercito ad essere impegnato nuovamente in prima linea per liberare Napoli e i comuni della provincia dalle montagne di rifiuti. Non solo, i militari manterranno un ruolo di primissimo piano nella fase di individuazione delle aree da adibire a discariche nel Napoletano.

Circa tremila tonnellate restano a terra nel capoluogo. Berlusconi ieri ha voluto incontrare direttamente il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, per conoscere da vicino le problematiche relative alla realizzazione del termovalorizzatore e all’appalto già avviato dall’amministrazione territoriale di centrodestra. I nodi da sciogliere, dopo il rinvio per chiarimenti da parte del capo dello Stato del decreto varato dal Consiglio dei ministri, restano sul tavolo. Per esempio, la chiusura di cava Vitiello a Terzigno che, secondo le interpretazioni più accreditate sul dubbio sollevato dal Quirinale, non prevede soluzioni alternative. Così come quella di Valle della Masseria a Serre e Andretta in provincia di Avellino non sarebbe stata compensata con «alternative idonee». O il comma che riguarda i poteri del presidente della Regione, Stefano Caldoro, sulla nomina dei commissari per i termovalorizzatori: il «raccordo» tra il governatore e i presidenti delle Province verrebbe modificato in «sentite le Province». Tra l’altro, dal testo del provvedimento sarebbe stato stralciato il comma 9, quello sulle «nuove aree di stoccaggio». Così come non convincerebbe l’attribuzione delle funzioni di sottosegretario ai commissari, senza la dichiarazioni dello stato d’emergenza.

Inoltre, il testo inviato al Quirinale proroga fino al 31 dicembre 2011 la possibilità per i Comuni di gestire «le attività di raccolta, spazzamento e di trasporto rifiuti» che per legge dovrebbero passare alle Province dalla fine dell’anno. Secondo gli uffici legali del Quirinale la norma, così formulata, danneggerebbe la Provincia di Napoli. L’ultimo chiarimento riguarderebbe invece un aspetto più strettamente legato ai requisiti di «necessità e urgenza» che devono essere propri di ogni decreto legge: il testo, secondo il Quirinale, non prevede interventi che consentirebbero effetti positivi immediati sulla situazione napoletana. Ieri, Caldoro, con il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, del Pdl; il capogruppo di Fli, Italo Bocchino; il vicepresidente del gruppo Pd al Senato, Nicola Latorre, ha partecipato alla puntata di Porta a Porta. «Ringrazio Berlusconi e Bertolaso— ha detto il governatore — per aver, due anni fa, riattivato il ciclo dei rifiuti in Campania. Ora, è scoppiata una crisi della raccolta e dello sversamento. Ma a venti anni di errori non si mette riparo con soli due anni di interventi. Oggi non viviamo la stessa crisi del 2008. A Napoli, attualmente, abbiamo poco più di duemila tonnellate a terra. Due anni fa ve ne erano trentamila. Non è possibile, infine, che tra privati è possibile stringere accordi commerciali per trasferire rifiuti fuori regione, mentre quando l’intesa deve essere raggiunta tra istituzioni territoriali, ecco che scoppia la battaglia politica». La Puglia sarebbe disponibile ad accogliere una parte della spazzatura campana. Toscana ed Emilia pure. Ma soprattutto diventa indispensabile vincere la resistenza delle Province campane.

Nel corso della puntata di Porta a Porta è stato velocemente affrontato anche il caso Carfagna. Bocchino ha sconsigliato la ministra di candidarsi a sindaca di Napoli: «Occorre esperienza amministrativa che non ha. E poi — ha aggiunto — noi di Fli andremo da soli al primo turno». Anche Lupi ha frenato: «Fa così bene il ministro, perché dovrebbe fare la sindaca di Napoli?». Poi, l’esponente del Pdl ha confessato: «Sui rifiuti, l’unica colpa del Governo è stata quella di non aver commissariato Napoli, una città che arriva appena al 20 per cento di differenziata». Mentre per Bocchino l’errore di Berlusconi «è stato di pensare che un minuto dopo aver inaugurato il termovalorizzatore di Acerra l’emergenza sarebbe sicuramente scomparsa. Mentre in parte la politica e gran parte la camorra hanno lucrato a lungo sull’emergenza».

E allora, il capogruppo finiano ha spronato Caldoro: «Conosco i difetti del presidente della Campania — ha affermato — ma sulla sua integrità morale scommetterei tutto. Ecco, Caldoro deve mettere il petto in fuori e prendere in mano la situazione: solo così si può mettere argine agli affaristi e ai camorristi che vogliono guadagnare sull’emergenza». Ieri, è stata una giornata rovente di protesta anche a Napoli. Un gruppo di studenti in corteo contro la riforma Gelmini ha rovesciato in strada i sacchetti di spazzatura accantonati all’angolo delle strade. Preoccupati più per il futuro che dalle prenotazioni annullate, infine, gli albergatori napoletani che oggi si riuniranno per considerare l’opportunità di una iniziativa legale, una class action, contro gli amministratori per il danno di immagine prodotto dall’emergenza rifiuti e per le prevedibili conseguenze negative sul turismo.
Angelo Agrippa
26 novembre 2010
Fonte: 
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/26-novembre-2010/berlusconi-torna-l-esercito--1804249871467.shtml


Nessun commento: