venerdì 26 novembre 2010

Il Sistri inguaia Napoli


Da redazione
Creata il 26/11/2010 - 13:30
Giorgio Mottola
IL CASO. Dal primo gennaio entra in vigore il sistema di tracciabilità dell’immondizia che solo in Campania si applica anche ai rifiuti solidi urbani. L’Asìa: «Inutile burocratizzazione, avremo ancora più difficoltà».

Dal prossimo primo gennaio togliere la spazzatura dalle strade di Napoli potrebbe diventare ancora più complicato. A meno di ulteriori proroghe, per quella data dovrebbe infatti entrare in vigore il Sistri, il sistema nazionale di tracciabilità dei rifiuti nato per contrastare le ecomafie, che per la Campania ha un occhio di riguardo. La regione, oggi governata dal centrodestra, si è meritata un capitolo a parte nella legge che disciplina il monitoraggio delle rotte dell’immondizia. Se nel resto d’Italia al Sistri dovranno adeguarsi solo le imprese private, in Campania saranno posti sotto controllo anche i rifiuti solidi urbani. «Non voglio nemmeno immaginare -  dice Daniele Fortini, amministratore delegato dell’Asia, la muncipalizzata del Comune di Napoli - quanto aumenterebbe la nostra difficoltà nel raccogliere la spazzatura».

E di problemi, a occhio, sembra che ce ne siano già abbastanza. Al momento, visto che l’immondizia sta ferma per strada e non si muove, sembrebbe addirittura grottesco tracciarne la rotta. Se venisse confermato quanto prevede l’articolo 14 bis della legge 102/2009, che disciplina il Sistri, gli autocompattatori delle società che si occupano della raccolta pubblica in Campania dovrebbero installare a bordo la famosa black box, necessaria per la connessione al gps satellitare. E soprattutto registrare il carico e scarico dell’immondizia attraverso le fantomatiche chiavette usb. La conseguenza immediata sarebbe il rallentamento inevitabile delle operazioni.

«Soprattutto in questa fase di emergenza è una misura immensamente e inutilmente burocratizzante», spiega Fortini. Secondo l’amministratore delegato di Asia, «chi fa la raccolta dell’immondizia pubblica è già controllato delle istituzioni e gli impianti dove vengono si sversa in Campania sono presidiati addirittura dall’esercito, cosa che nel mondo avviene forse nel Burkina Faso. Si tratta perciò di uno di quegli innumerevoli provvedimenti, che hanno l’obiettivo di tranquillizzare l’opinione senza però riuscire ad apportare alcun reale vantaggio».

Il disegno iniziale prevedeva che a occuparsi della tracciabilità dei rifiuti urbani campani fosse un sistema informatico regionale, nato qualche anno prima del Sistri, il Sitra, messo appunto dopo il fallimento del Sirenetta. Come Terra ha già raccontato in un inchiesta del 28 settembre scorso, il progetto è costato oltre 82 milioni di euro, ma non è mai riuscito a decollare. L’ultimo appalto legato al Sitra, assegnato tramite una procedura negoziata svoltasi al telefono, era stato vinto dalla Cid Studio Software, dalla Dielleti e soprattutto dalla Vitrociset, società partecipata con una piccola quota dalla Selex Servizi Integrati di Marina Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica Guarguaglini.

Per la cifra di un 1 milione e 397 mila euro, il loro compito era quello di riprogrammare le black box. Tutto è però ancora in alto mare. La commissione tecnica della Regione Campania, qualche giorno fa, ha di nuovo bloccato il progetto. Stando così le cose, nonostante il denaro pubblico investito, potrebbe essere definitivamente abortito e sostituito dal Sistri.
URL di origine: http://www.terranews.it/news/2010/11/il-sistri-inguaia-napoli


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