lunedì 22 novembre 2010

Da Bari a Brindisi, viaggio in Puglia


Articolo di Economia salute e ambiente, pubblicato giovedì 4 novembre 2010 in Francia. [L'express]

È nel punto più estremo del sud d’Italia, nel tacco dello stivale, e si trova ad almeno tre ore di aereo da Parigi. Cambiamento garantito.

Qui il mare è ovunque. I mari, più precisamente. L’Adriatico e lo Ionio, che avvolgono nelle loro onde questa punta del Sud Italia, a lungo così lontana da tutto: la Puglia. Scogliere calcaree, colline sommerse da ulivi e lecci, spiagge di sabbia fine… Alla fine della strada c’è sempre la promessa di quella gamma di blu intensi che danno l’impressione di nuotare ora in un Matisse, ora in un Klein. Quando il vostro aereo sarà atterrato a Bari, puntate sul Gargano, una delle più belle foreste d’Italia, abbarbicata su di un promontorio. Per arrivarci si attraversano le città costiere di Vieste, Manacore, Peschici, le cui periferie industriali sono ruvide come il guscio di un’ostrica, ma che racchiudono tutte, al loro interno, un dedalo di strade medievali, come tante piccole perle. Tra due tappe, il mare disseminato di scogli e grotte sottomarine (numerose le gite da fare in barca) svela nei suoi anfratti un rosario di insenature dalla sabbia chiara. Un invito a fare il bagno. Marittima certamente, ma anche contadina: così è la Puglia, che, con più di 50 milioni di ulivi, assicura i due terzi della produzione nazionale di olio.

Percorrendo le pianure dell’entroterra, dietro i muretti a secco, si stagliano i profili enormi di questi alberi, spesso plurisecolari, che punteggiano il paesaggio con un regolarità da metronomo. Nella cittadina più piccola, ci si stupisce nello scoprire, una, due, persino tre chiese dalla facciata barocca, una basilica o addirittura una cattedrale quando la popolazione è [numericamente] importante. Di questo lungo fiume di pietre, il gioiello incontestabile resta Matera, città della Basilicata, regione confinante con la Puglia.

Immaginate un immenso burrone sulle cui pendici, come in un set cinematografico (non è un caso che più di trenta film siano stati girati qui…), le abitazioni, scavate nella stessa roccia, si sovrappongono e si incastrano come pezzi di un Meccano completamente folle. Dal neolitico, le grotte di questi quartieri, chiamati Sassi, hanno ospitato fino a 20 000 persone. Considerata oggi patrimonio dell’umanità dall’Unesco, Matera conserva una forza ipnotica per i suoi visitatori: vicoli intricati, rampe ripide, case semi-abbandonate. Come se si percorresse un’incredibile città fantasma. Qui, il turismo non ha del tutto fagocitato i luoghi, e questo ha permesso di preservarne l’anima.

Non si può dire altrettanto di Alberobello, la città pugliese famosa per i suoi trulli, piccole torri in pietra a secco dai tetti appuntiti, un tempo abitate dai contadini. Cartoline, souvenir kitsch in sei lingue, creme solari: le strade della città sono piene di bancarelle… che vi spingono a fuggire! Per ammirare i veri trulli, perdetevi piuttosto nelle campagne circostanti, nella valle d’Itria soprattutto. È qui che, fra appezzamenti di terra rossa e campi di mandorli, rivedrete quelle piccole case, talvolta abbandonate, ma nel loro ambiente autentico.

E l’autenticità è esattamente quello che si viene a cercare in Puglia. Vittorio Muolo lo ha capito benissimo. Figlio del paese (la sua famiglia abita da generazioni un palazzo nella città portuale di Monopoli) ha, da parte sua, restaurato nella pianura che costeggia l’Adriatico, due vecchie cascine fortificate, due masserie, che ha trasformato in hotel di lusso. Il centro termale è invisibile, nascosto in una grotta sotto il frutteto, il tetto terrazzato, invaso da cuscini bianchi, è il rifugio dove si viene ad approfittare degli ultimi raggi di sole e, soprattutto, il ristorante è diventato il ritrovo obbligato, dove si accomodano a tavola, in incognito, le celebrità in villeggiatura, da Miuccia Prada a Eric Cantona.

Agnello arrosto, pesce pescato nella notte, pasta fresca come le orecchiette: tutto questo accompagnato da verdure dell’orto e da vini locali, come il Negroamaro, dal colore rubino e dal profumo di ciliegia appena un po’ brioso. Per comprare una bottiglia di questo vino locale o di Malvasia, perché non puntare su Lecce, piccola città barocca, persa fra i vigneti, all’estremità dello stivale? Sarebbe un peccato non farvi un giro, perché come non soccombere al fascino di questo gioiello, al sortilegio delle sue facciate dorate, scolpite da cima a fondo di fiori, uccelli e figure umane? Lungo le piazze e i vicoli, i palazzi si succedono alle chiese in un incredibile lusso decorativo ma l’apoteosi si raggiunge infine solo quando si scorge, in fondo a via Umberto, la straordinaria chiesa di Santa Croce.

Rosone, balcone, colonne, telamoni, angeli, cariatidi: tutto si intreccia qui in un delirio affascinante. Un puro spettacolo. Prendendo la strada per l’aeroporto di Brindisi sentiamo che, di questi paesaggi ai confini dell’Italia, conserveremo nella memoria il riflesso metallico delle foglie degli ulivi luccicanti sotto al sole e questa ricchezza architettonica che non immaginavamo. Seduttrice la Puglia? Eccome! D’altra parte, non è forse qui che nacque, nel 1895, il più mitico fra i latin lover, Rodolfo Guglielmi… che probabilmente conoscerete meglio col nome di Rodolfo Valentino?
[Articolo originale "De Bari à Brindisi, cap sur les Pouilles" di Guillaume Crouzet ]
Fonte: http://italiadallestero.info/archives/10431

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