lunedì 22 novembre 2010

Welfare, in Puglia 3.349 minorenni vivono fuori famiglia


BARI – Su 3.349 minori fuori famiglia censiti dai comuni pugliesi al 31 dicembre del 2009 sono 633 gli stranieri, con una variazione rispetto al 2007 in crescita e pari al 48,9 per cento, mentre il dato totale fa segnare il più 4,9 per cento.

Sono alcuni dei dati contenuti nel secondo rapporto regionale sui minori fuori famiglia, presentato oggi a Bari nel convegno sul "Sostegno alle responsabilità familiari e minori fuori famiglia". La Puglia è la prima regione che pubblica i dati del 2009.

Una presenza di minori stranieri (erano 598 a fine 2008) molto forte spiega quasi esclusivamente l’incremento complessivo di minori fuori famiglia tra il 2007 e lo scorso anno mentre - è stato spiegato nella conferenza – la popolazione minorile residente in Puglia ha registrato un decremento del 2,3 per cento. Tra il 2008 ed il 2009 la riduzione maggiore si è registrata (per stranieri e non) nelle province di Foggia e Taranto, mentre la crescita maggiore c'è stata per i minori italiani nella provincia di Bari e per gli stranieri in quella di Lecce.

L’incidenza dell’affido familiare è ancora inferiore al 50 per cento e si è attestata al 43,3. Inoltre per la prima volta nel 2009 si registra una riduzione delle prese in carico in comunità socio educative residenziali per i minori pugliesi (meno 1 per cento); in crescita, invece del 5,7 per cento per gli stranieri.

VENDOLA: SALTO QUALITA' POLITICHE SOCIALI
“Stiamo cercando di diventare un posto civile; non lo eravamo, ma il salto di qualità nelle politiche sociali lo abbiamo fatto con un investimento senza precedenti in termini di infrastrutturazione sociale”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, intervenendo alla conferenza 'Dinamiche del welfare pugliese e politiche regionali per i minori fuori famiglia', tenuta oggi a Bari in occasione della Giornata internazionale per l’Infanzia.

“Il welfare è oggi un pezzo importante del prodotto interno lordo regionale. Siamo passati – ha aggiunto l’assessore regionale al Welfare, Elena Gentile – da un’idea molto medievale che si concretizzava nella monetizzazione del bisogno offrendo risposte di compassione e carità, ad una sistema che invece ha realizzato una rete importante di infrastrutture distribuita sull'intero territorio. Una rete diffusa, robusta di servizi, con standard all’avanguardia nell’intera Italia. Un sistema integrato che privilegia la qualità dell’offerta di servizi”.

“Con il nostro sistema di welfare abbiamo aperto un nuovo mercato del lavoro. Mi riferisco – ha spiegato Gentile – a 6000 nuovi operatori socio sanitari, a ben 4500 lavoratori riqualificati ed offerti alla nuova rete dei servizi. Una platea che a regime occuperà più di 10mila lavoratori. Le criticità sono invece tutte dentro la politica nazionale: il taglio del 75 per cento del Fondo sociale, l’azzeramento dei capitolo per la non autosufficienza e delle risorse per il sostegno alla lotta contro la violenza su donne e minori rischiano poi di far mancare, in questo momento in cui il welfare pugliese decolla, il sostegno economico-finanziario per la gestione”.

“In questi anni però – ha concluso – abbiamo capitalizzato un pò di risorse e saremo in grado di mantenere i livelli sino al 2012. Il governo regionale si impegnerà a sostenere questo percorso e nell’agenda politica della giunta il welfare occupa una postazione di tutto rilievo”.
22 Novembre 2010
Fonte: 
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=384461&IDCategoria=1
                               

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