lunedì 22 novembre 2010

Sanità Pugliese «Dal Federalismo danni senza i criteri»


BARI - Il decreto legislativo sul federalismo e i costi standard rischia di penalizzare la Puglia sia nella quantità di risorse (il riparto del Fondo sanitario) sia nella qualità della spesa.

È il frutto dello studio condotto dal prof. Vito Peragine (Università di Bari), per conto della Regione Puglia, i cui dati sono stati anticipati nel corso del «Farpas day», la due giorni di convegni organizzati dal Far.p.as. (Farmacisti pugliesi associati) a Bari.

Molti i dati emersi nel convegno, cui hanno preso parte, tra gli altri, oltre al presidente del Farpas Vito Novielli, il segretario della commissione Sanità del Senato Luigi D’Ambrosio Lettieri e il dirigente dell’Ares Puglia Vincenzo Pomo. Le valutazioni condotte dal governo per individuare un criterio di riferimento della spesa e dei fabbisogno, secondo lo studio, non tengono conto di alcuni problemi rimasti irrisolti: la peggiore dotazione infrastrutturale della sanità nel Sud e l’indice di deprivazione (ovvero le condizioni socio-economiche della popolazione cui sono legati i fabbisogni sanitari).

A fronte di una spesa pro-capite del servizio sanitario più bassa nel Sud (in Puglia è aumentata più della media nazionale, al 70,1% negli ultimi dieci anni), non solo il finanziamento si è rivelato inadeguato ma la spesa si è innalzata «ex post» nelle Regioni, ingabbiate in crisi di liquidità e di cassa. Di più, è rimasto elevato, soprattutto al Sud, il tasso di ospedalizzazione, aumentando il peso della spesa ospedaliera sull’intero sistema economico della sanità.

In Puglia, la spesa per le case di cura private ha raggiunto quota 796 milioni di euro (il 28,1% del totale), l’assistenza medico-specialistica i 217 milioni di euro (7,6%), l’assistenza medico-generica 399 milioni (14%) e la farmaceutica 837 milioni (29,5%). Non solo in quantità, ma anche in spesa pro-capite la media della farmaceutica (205 euro) supera quella per le altre tre branche e la Puglia primeggia nel calcolo delle confezioni pro-capite pesate (17,6 in Italia, 20,9 in Puglia). Di più, il numero complessivo di ricette (45,1 milioni) il numero di confezioni di medicinali (81,3 milioni) fanno schizzare la Puglia ai primi posti anche nella spesa lorda pro-capite.
Dunque, gran ricorso a farmaci e grande richiesta di ricoveri in ospedali, a fronte di un divario infrastrutturale dei servizi sanitari evidente: fatto 100 il valore del Molise, la Puglia risulta terz’ultima in Italia per offerta, con 54,7. Il criterio di riparto dei fondi previsto del dlgs sul federalismo (5% all’assistenza sanitaria collettiva, 51% a quella distrettuale e 44% a quella ospedaliera), in base allo studio, non correggeranno le inefficienze e sarebbero necessari altri indicatori da adottare onde costruire un sistema di perequazione effettivo tra le diverse Regioni.

«La vera sfida non è tanto quella di ridurre la spesa, quanto quella di farlo senza deprimere la qualità di quella erogata. Anzi - dice Novielli - la qualità determina risparmio e ottimizzazione, costruendo percorsi di efficienza. Rimanendo nel comparto della spesa farmaceutica, quella che cresce in modo significativo è quella ospedaliera, che ad oggi rappresenta anche nella nostra regione quasi il 30%, e questo in virtù non solo di un trasferimento di costi, ma anche per una mancata centralizzazione dell’acquisto dei farmaci e del loro stoccaggio. Una integrazione tra pubblico e privato, soprattutto di quel privato che funziona non solo aziendalmente ma che consente anche elevati indici di apprezzamento e qualità percepita - aggiunge - ritengo possa rappresentare un tema di confronto e insieme u n’occasione per coniugare al meglio la tutela di un interesse collettivo e prezioso come quello della salute pubblica». (b. mart.)
22 Novembre 2010
Fonte:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=384318

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