lunedì 22 novembre 2010

I leghisti cattolici? «Un mondo in via di secolarizzazione»


di Sara Bianchi
22 novembre 2010
Una coincidenza territoriale che arriva ai tre quarti del territorio del Nord, con addensamenti più pronunciati nel Nord-Est in zone di forte industrializzazione. Che la Lega abbia raccolto, una certa eredità democristiana è dato ormai provato dall'evidenza. Ma è interessante capire come il Carroccio sia riuscito nel tempo in quest'operazione e quali siano stati i fattori determinanti in questo virtuale passaggio di mano.

La Lega espolde nel 1983 nel Nord Est, in alcuni comuni dove fino alle elezioni precedenti si condensavano più che altrove voti per la Dc, ma dove contemporaneamente era presente una pratica religiosa inferiore rispetto ad altre zone a forte incidenza cattolica. Erano luoghi dove la Dc era diventata un partito di chiara espressione di interessi locali. Per semplificare potremmo dire che i leghisti, in buona parte dei casi presi in esame, sono quei cattolici che pur dicendosi tali, vanno a messa meno di altri, praticano meno.

Della questione - argomento di studio di sociologi, politologi, esperti di comunicazione - si è occupato un seminario organizzato dall'Università degli Studi di Milano e dall'Università cattolica del Sacro Cuore. Spiega Agostino Giovagnoli, docente di storia contemporanea, profondo conoscitore della storia della Democrazia Cristiana: «era in corso un processo di secolarizzazione per cui la Dc era, soprattutto nelle ultime fasi, un partito di rappresentanza degli interessi ed esprimeva meno un'identità di tipo cattolico. Si tratta di aree che vivevano una certa perifericità rispetto alle metropoli del Nord. Per questo il rapporto con la Dc era vissuto come mediazione fra centro e periferia, come protezione degli interessi locali. È questo tipo di esigenza molto forte che poi è stata raccolta dalla Lega».

Ma in tutto questo si è inserito anche un cambio di dimensione, quasi una crisi di identità delle parrocchie...
«Probabilmente sì. Perché le parrocchie come centri religiosi hanno sempre avuto anche una funzione civile in territori che soffrivano di grandi problemi. Quindi la Chiesa è stata vissuta da molti come protezione: del mondo contadino, delle piccole imprese. Tutto ciò è stato sconvolto dalla globalizzazione. E la funzione della parrocchia si è svuotata, dal punto di vista della funzione sociale e civile. Così la Lega ha in qualche modo sostituito il suo messaggio a quello della parrocchia».

E le bestemmie in chiesa da parte di alcuni esponenti leghisti?
«Questo conferma che si tratta di un mondo da tempo in via di secolarizzazione. Ma non in senso violento, perché non rifiuta i simboli religiosi, anzi li recupera come simboli di identità, di tradizione, identitari. Si tratta però di simboli che hanno una funzione sociale identitaria ma che non corrispondono a un'esperienza religiosa in prima persona».

Perché secondo lei la Lega, e non solo i suoi esponenti di governo, se la sono presa così tanto per le parole di Roberto Saviano che a Vieni via con me ha parlato di «un primato lombardo della 'ndrangheta e di evidenti collusioni tra cosche e politica meneghina»?
«Perché il tipo di linguaggio leghista ci tiene molto a sottolineare la diversità del Nord , le qualità della gente del Nord. E l'identità leghista è costruita in forte contrapposizione all'immigrato, al meridionale. Constatare che esistono infiltrazioni mafiose e malavitose anche nella realtà del Nord, cosa ampiamente dimostrata dalle indagini di polizia e della magistratura, significa contraddire quest'immagine. La reazione molto accesa è tesa a riaffermare non tanto dei dati di realtà ma l'immagine complessiva di diversità del Nord rispetto al resto dell'Italia».

Molti sondaggi indicano il consenso leghista in forte ascesa. Pensa il dato sarà tale fino alle elezioni?
«A breve sembra che andrà così. Ma - come è emerso da questo seminario - il consenso elettorale della Lega conosce fortissime oscillazioni. Del resto il fenomeno riguarda tutti i movimenti della II Repubblica, non ci sono più quei partiti di massa fortemente insediati che conservavano di elezione in elezione un fortissimo blocco, con variazioni minime. Tutti tendono ad oscillare molto. Ma la Lega lo fa in modo particolarmente accentuato, e questo dimostra che non si tratta solo di un partito a insediamento locale, ma anche di un movimento che deve le sue fortune alla capacità di interpretare i trend del momento, gli umori dell'opinione pubblica»
Fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-11-22/leghisti-cattolici-sono-quelli-193235.shtml?uuid=AYgkWqlC

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