mercoledì 1 dicembre 2010

Comunicato Stampa N° 193 del 1 dicembre 2010, ministero dell'economia e delle finanze


Riunione del Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria
Si è riunito oggi il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, per un aggiornamento sulla situazione dei mercati finanziari. In un contesto di accresciuta volatilità sui mercati globali, in particolare quelli dell'area euro, si è confermata la solidità intrinseca del sistema bancario e finanziario italiano e la sua capacità di fronteggiare situazioni di tensione.
Alla riunione, presieduta dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, hanno partecipato il Direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il Direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, il Presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, il Commissario Vittorio Conti della Consob.
Roma, 1 dicembre 2010

QUANTO COSTA SALVARE LE BANCHE
di Angelo Baglioni e Umberto Cherubini 01.12.2010
Il caso irlandese mette in luce che il costo dei salvataggi bancari può diventare determinante nel valutare la tenuta dei conti pubblici di un paese. Bisogna quindi saperlo misurare e tenerne conto nel rapporto debito/Pil, anche ai fini del nuovo Patto di stabilità in Europa. Una misurazione a valori di mercato ci mostra che l'Irlanda è il paese europeo nel quale l'onere, implicito nella garanzia di bail out del sistema bancario, è di gran lunga maggiore. L'Italia è quello che sta meglio tra i "periferici". Ma la Germania è il paese più solido in Europa.
Il dramma dell’Irlanda è una diretta conseguenza dei problemi emersi nel settore bancario di quel paese, insieme alla garanzia di salvataggio fornita dal governo.
I governi europei hanno già stanziato somme enormi per sostenere le loro banche. Ma soprattutto, stanno fornendo una garanzia implicita di sostegno, che va al di là delle somme già esplicitamente impegnate. L’aspettativa di un salvataggio (bail out) delle banche emerge chiaramente dai premi sui credit default swaps (Cds) quotati sul mercato finanziario (si veda il grafico nel nostro precedente articolo): vi è una forte correlazione tra il rischio di insolvenza del settore pubblico e quello delle banche, a conferma del fatto che il mercato si attende che i governi si facciano carico delle eventuali perdite future del settore bancario.

IL PESO DEL SALVATAGGIO PAESE PER PAESE
Dobbiamo quindi chiederci: se la garanzia implicita di salvataggio delle banche fosse valutata al valore di mercato (marked-to-market), quale sarebbe l’effetto sui conti pubblici? In altre parole, quanto costerebbe allo Stato acquistare un’assicurazione contro il fallimento di una grande banca, al limite di tutto il sistema bancario? La domanda è cruciale nel dibattito sulla riforma del Patto di stabilità europeo: qualche partecipante (a cominciare dal nostro governo) ha chiesto che il debito privato venga incluso nella valutazione della sostenibilità finanziaria di un paese. La richiesta sembra del tutto ragionevole, se riferita alle passività del settore finanziario, proprio per l’impatto che queste possono avere sul bilancio pubblico, tramite la garanzia implicita di bail out. Ci sembra invece meno fondata se riferita ai debiti di altri settori, quali famiglie e imprese: in questi casi, le conseguenze per il bilancio pubblico sono assai meno dirette ed evidenti.
L’onere per lo Stato, implicito nella garanzia di salvataggio del settore bancario, rappresenta una quota rilevante del Pil in molti paesi, come si può vedere dalla tabella. È enorme per l’Irlanda, minore ma comunque considerevole per gli altri paesi “periferici” (Piigs) e per il Regno Unito. Può consolare il fatto che l’Italia è il paese che ne esce meglio tra quelli periferici. I fattori cruciali, che stanno dietro ai numeri esposti nella tabella, sono: (i) la dimensione del settore bancario rispetto all’economia di ciascun paese (Irlanda e  Regno Unito sono i paesi con i sistemi bancari relativamente più grandi); (ii) la correlazione tra le probabilità di fallimento delle banche di un paese, che determina la probabilità di una crisi sistemica (la Germania presenta la più bassa correlazione).

        Valore della garanzia di bail out e rapporto Debito/PIL

                     Debito/PIL    Garanzia/PIL      Totale
Portogallo      76.80%           44.96%           121.76%
Irlanda            64.00%           163.17%         227.17%
Italia               115.80%         16.63%           132.43%
Grecia            115.10%         51.16%           166.26%
Spagna           53.20%           37.54%           90.74%
Germania       73.20%           7.68%             80.88%
Francia           77.60%           14.31%           91.91%
UK                   68.10%           32.34%           100.44%
Olanda           60.90%           17.23%           78.13%
Austria           66.50%           26.33%           92.83%

I numeri riportati nella colonna centrale della tabella sono stati ottenuti moltiplicando la probabilità di un evento sistemico (che coinvolga tutto il settore bancario di un paese) per l’ammontare delle perdite generate in tale caso. Questo prodotto misura la perdita attesa per lo Stato, dovuta alla assicurazione implicita che fornisce al sistema bancario; equivale al premio che lo Stato dovrebbe pagare per acquistare una ri-assicurazione sul mercato finanziario. A sua volta, la probabilità di un evento sistemico è stata calcolata sfruttando l’informazione contenuta nelle serie storiche dei Cds spreads a cinque anni, relativi alle maggiori banche presenti in ciascun paese europeo. La perdita (loss given default) è stata fissata al 60 per cento del totale attivo delle banche, seguendo la convenzione utilizzata nel mercato dei Cds. (1) 

GARANZIE E STANZIAMENTI
I valori di mercato – così stimati – della garanzia di bail out a fronte del rischio sistemico mostrano una relazione positiva con le somme effettivamente stanziate finora dai governi europei a questo scopo; le somme totali, per i dieci paesi considerati, sono molto simili: 2.245 miliardi di euro (garanzie implicite) e 2.330 miliardi (somme stanziate). (2) La relazione positiva emerge chiaramente dalla figura. Tuttavia, lo scostamento tra il valore della garanzia e le somme stanziate varia molto da un paese all’altro. I due casi estremi sono, da un lato, la Germania, per cui le somme stanziate sono largamente superiori all’onere implicito nella garanzia di bail out, e ciò è dovuto al basso rischio sistemico in quel paese; dall’altro lato l’Italia, che ha stanziato la somma più bassa (insieme al Portogallo), nonostante la dimensione del suo sistema bancario. A sorpresa, si scopre che l’Irlanda è il paese che presenta, dopo la Germania, il maggiore eccesso di risorse stanziate rispetto alla perdita attesa implicita nella garanzia di bail out. Ciò non toglie che, un volta scoppiata la crisi, il peso che le banche irlandesi stanno trasferendo sul bilancio pubblico del paese sia insostenibile, costringendolo a ricorrere all’assistenza della comunità internazionale.
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