mercoledì 1 dicembre 2010

Emergenza, la Puglia aiuta la Campania ma "no" ai rifiuti pericolosi


di GIUSEPPE ARMENISE
BARI - La disponibilità della Puglia ad accogliere 50mila tonnellate di rifiuti dalla Campania in emergenza è ampiamente sovrastimata.
Il carico totale della monnezza cui è chiamato a farsi carico il sistema degli enti locali - e non una sola regione italiana - ammonterà globalmente a 54mila tonnellate spalmate in un periodo di 90 giorni. Dunque, anche volendo considerare l’indisponibilità di Piemonte, Veneto, Sardegna e Friuli Venezia Giulia a partecipare al riparto, sarà ben difficile che la sola Puglia si accolli quasi il totale dei rifiuti destinati a viaggiare fuori dalla Campania.
Questa mattina, dal tavolo tecnico in programma a Roma si sapranno i dettagli: quanti saranno i rifiuti, con quanti mezzi verranno trasferiti in Puglia, attraverso quali precisi e non modificabili percorsi stradali giungeranno a destinazione e quali saranno le discariche coinvolte. L’assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro, a proposito delle polemiche e dei timori alimentatisi in queste ore nei territori pugliesi che ospitano gli impianti di discarica «incriminati», chiarisce: «Adotteremo tutte le necessarie cautele perchè in Puglia giungano, così come già indicato nel documento della Protezione civile nazionale dello scorso 5 ottobre solo rifiuti già igienizzati e confezionati in balle. Qualunque altra indicazione da chiunque proveniente circa una natura diversa e pericolosa dei rifiuti è destituita di ogni fondamento ».
Con il documento a cui fa riferimento l’assessore, la Protezione civile aveva notificato alla Regione l’avvenuta aggiudicazione del conferimento dei rifiuti speciali «non pericolosi» prodotti nello stabilimento Stir di Napoli a un consorzio palermitano che si serve anche delle tre discariche autorizzate ad accogliere rifiuti speciali in Puglia, tutte in provincia di Taranto: una è a Chiatona, l’altra a Monteparano, la terza a Grottaglie.

«Volevano - dice Nicastro - mandarcene 61mila tonnellate. La Regione è rimasta totalmente estranea all’appalto e comunque si è opposta». Oggi, a emergenza conclamata, e con la richiesta di solidarietà a tutte le regioni d’Italia, il quadro è mutato. «La disponibilità della Puglia apre una fase completamente nuova. Quel che è certo è che non arriveranno da noi i sacchetti abbandonati per strada. La tipologia del rifiuto non potrà che essere quella segnalata a ottobre: rifiuti speciali, non pericolosi, già selezionati, biostabilizzati e igienizzati, confezionati in balle. E comunque, voglio rassicurare il presidente della Provincia Bat, Francesco Ventola, la discarica di Canosa non è interessata. Capisco tutte le critiche, ma non le invettive personali. Ventola mi ha invitato a dimettermi e a tornare al mio lavoro, ammesso che io sappia farlo. Spero che egli si ricordi almeno un decimo del suo, di lavoro».
Intanto ieri si è tenuto un Consiglio comunale sul tema rifiuti a Statte e i sindaci delle amministrazioni dell’arco jonico-salentino hanno annunciato per oggi un incontro nel quale saranno concordate eventuali azioni per fronteggiare l’arrivo dei rifiuti dalla Campania. Protesta il segretario generale Uil Puglia, Aldo Pugliese: «Facciamo nostro - dice - l’appello dei sindaci del Tarantino e la loro sensazione di tradimento da parte delle istituzioni regionali. l’Organizzazione mondiale della sanità ha già bollato la provincia di Taranto come zona ad elevato rischio ambientale. Taranto non è la pattumiera nazionale».
01 Dicembre 2010
Fonte:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=386493

 

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