lunedì 27 dicembre 2010

Basso Molise, sos acqua, il disagio continua

Cresce la rabbia della gente
Cittadini inviperiti e preoccupati per l’emergenza idrica che ha compromesso tutto il periodo natalizio di migliaia di basso molisani. Da piů parti si chiede di accertare le responsabilità di quanto accaduto, con la stessa Procura di Larino che ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sull’accaduto. Intanto autobotti della Protezione Civile in azione all’ospedale di Termoli, mentre la gente, costretta a cucinare con la minerale, ha dovuto fare i conti con i market chiusi, anche perché sprovvisti di scorte d’acqua.


Basso Molise. Il Natale senza acqua potabile è passato. I disagi, invece, restano. Almeno fino alla tarda mattinata di lunedì 27 dicembre, se non piů tardi. Questo, se tutto dovesse andare bene. Vale a dire se i risultati degli esami dell’Arpam sull’acqua che proviene dal potabilizzatore della diga del Liscione, daranno l’esito sperato. Tutto nella norma e acqua bevibile. Ma per arrivare a questo risultato si dovranno attendere i risultati e di conseguenza le comunicazioni della stessa Arpa a Molise Acque e da lì ai nove comuni colpiti dall’emergenza. Passaggi burocratici che non fanno che aumentare la collera nella popolazione, in gran parte inviperita per un disagio tanto abnorme in una regione che di risorse idriche ne ha da vendere.

Si toccano con mano la frustrazione e il malcontento fra le migliaia di persone costrette a cucinare con acqua minerale. Come quella di Michele, nostro lettore, che ci ha inviato una lettera carica di rabbia. « La situazione dell’emergenza idrica nel basso Molise ha del paradossale. In una regione, come la nostra, particolarmente generosa ad assegnare le risorse idriche a favore delle regioni limitrofe come la Campania e la Puglia, si deve fare i conti con una emergenza diversa: la cattiva gestione e/o l’incompetenza di qualcuno si trasforma in un danno (di cui per ora non conosciamo le ripercussioni sulla nostra salute) alla collettività.

Senza dimenticare i ritardi nell’informazione data alla popolazione. «Che acqua abbiamo bevuto per giorni?» si domandano in molti. La domanda che si pone il nostro lettore è ancora piů incisiva. «Nelle mani di chi è la nostra salute? Forse di quelli che dormono anziché fare il loro lavoro, dei controlli tardivi, dopo che i 60.000 abitanti hanno bevuto e cucinato con quest’acqua, degli enti preposti, che sono impegnati a dividersi gli utili aziendali?».

Ma ad aumentare la rabbia della gente c’è anche un altro aspetto. Si tratta del timore che, ancora una volta, i colpevoli di questo “disastro” rimangano impuniti. «Auspico che chi ha sbagliato – continua l’autore della lettera - sia mandato a casa a riflettere sul proprio operato. Da cittadino-utente, una cosa è certa: le bollette idriche arrivano sempre piů care. Forse per pagare l’inefficienza della distribuzione idrica o per pagare stipendi di personale che non fa il suo dovere». Non certo uno sfogo isolato, bensì il sentire comune di migliaia di basso molisani.

L’inchiesta avviata dalla Procura di Larino servirà anche a questo. Ma mentre per appurare le responsabilità dell’accaduto occorreranno tempi incerti, si spera di tornare alla normalità già nella mattinata odierna, 27 dicembre, quando si conosceranno i risultati delle analisi. Poi come detto, l’Arpam dovrà far avere a Molise Acque ai Comuni interessati, i report di quanto rilevato. Solo allora ci potrebbe essere lo stop alle ordinanze di divieto di uso alimentare per l’acqua.

Intanto anche ieri, giorno di Santo Stefano, si sono vissuti momenti di un periodo natalizio da ricordare, in negativo. Le autobotti della Protezione civile hanno fatto visita all’ospedale San Timoteo di Termoli già dalla mattinata, rifornendo del prezioso liquido la struttura anche nel pomeriggio e in serata. Tappa anche al carcere di Larino e in alcune case di riposo della zona.

Tantissime persone hanno invece fatto i conti con un altro imprevisto. Saputo dell’ordinanza del sindaco di Termoli Antonio Di Brino che consentiva di tenere aperti i supermercati anche il 26 dicembre, molti si sono precipitati ai negozi rimanendo però delusi. Diversi market hanno infatti tenuto le serrande abbassate, forse per non voler rinunciare a un giorni di festa, ma soprattutto perché le scorte d’acqua sono andate esaurite alla Vigilia di Natale e farle arrivare nei magazzini durante le feste è stato impossibile.
(Pubblicato il 27/12/2010)
http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=7794
 

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