lunedì 27 dicembre 2010

Federalismo, una stangata per il Sud

LA NUOVA SARDEGNA - 27.12.2010
Il senatore Stradiotto: «C’è il rischio di rendere tutto inutile con il ricorso al fondo perequativo»
ALESSANDRO CECIONI


ROMA. Capoluoghi di Regione che si vedranno tagliato il gettito per abitante del 66% (L’Aquila), altri che se lo vedranno aumentare del 40% (Bologna) o del 34% (Milano). Comuni che avranno il 180% di introiti in più (Olbia), altri che perderanno 408 euro sui 669 attuali (Napoli, -61%). Sono gli effetti del Federalismo municipale così come previsto nel decreto legislativo 292 in discussione alla Commissione bicamerale sul federalismo. Li svela uno studio del senatore Marco Stradiotto, Pd. «Il problema è che il meccanismo così come è stato previsto non serve. Io sono un federalista convinto, ma la questione delle diseguaglianze fra Comuni ricchi e Comuni poveri non può essere tecnica. E’ una questione politica: chi getta via i soldi deve spendere meno. Questo non si decide con le tabelle. Ma dato che si fa finta di niente ecco che io ho tirato fuori i numeri per dimostrare che il meccanismo le diseguaglianze non solo le mantiene, ma, anzi, le esalta. Anche in Veneto, dove si crede che il Federalismo sia il rimedio per tutti i mali», dice Stradiotto, membro della Bicamerale. I numeri svelano salti in avanti e indietro nelle entrate pro capite dei Comuni italiani che colpiscono. In totale con il nuovo fisco federale la perdita di risorse per i Comuni capoluogo di provincia è pari a 445 milioni e 455mila euro rispetto ai dati dei trasferimenti di quest’anno. Su 92 Comuni capoluogo di provincia presi in considerazione (quelli di Friuli Venezia Giulia, Trentino e Valle d’Aosta seguono procedure differenti di trasferimento e nello studio non ci sono) ce ne sono 52 che vedranno le risorse aumentare, e 40 che le vedranno diminuire. Dato che gli introiti sono tutti legati agli affari immobiliari, posti di villeggiatura come la Costa Smeralda, dove le seconde case, le compravendite, gli affitti, la fanno da padrone, avrebbero dal nuovo meccanismo un fortissimo incremento di disponibilità. E infatti proprio a Olbia, primo nella classifica degli incrementi, si passerebbe dai 167 euro ad abitante previsti dall’attuale meccanismo dei trasferimenti, a 469, ovvero 302 euro (il 180,8%) in più. E non è solo una questione di Nord o Sud. Così, ad esempio, fra i 40 Comuni che perdono si trovano anche Genova, Livorno, Roma (il 10%), Torino, Ferrara, Pistoia. Quello che fa la differenza sono gli storici benefici di cui godono molte zone del Sud, quei Comuni che con il sistema attuale - trasferimenti dal fondo del ministero dell’Interno - ricevono una dote molto alta, storicamente alta. Il taglio quindi lì si sente di più, Napoli perde il 61%, ma va detto che è il Comune d’Italia che prende più soldi per abitante: 668 euro contro una media nazionale di 387. Ma qui entrerà in vigore, almeno fino al 2014, il nuovo fondo (gestione del ministero dell’Economia) «sperimentale di riequilibrio» dove, dal 2011 e per cinque anni, verrano convogliati i gettiti dell’imposta di registro, di bollo, dell’imposta ipotecaria e catastale, dei tributi catastali speciali, dell’Irpef relativa ai redditi fondiari e della cedolare secca sugli affitti. «Per compensare le differenze - dice ancora Stradiotto - è necessario prevedere un fondo perequativo molto capiente e questo rischia di annacquare il federalismo fiscale perché resterebbero in vigore meccanismi simili a quelli attuali. Insomma non si romperebbe una storica sedimentazione di privilegi».

 

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