lunedì 27 dicembre 2010

Ore 14,00 del 27/12/2010: Napoli lancia l’Sos, 'O sarracino in chiave rap

“Non scarichiamo neanche un sacchetto”. E per tre anni “avanzano” 600 tonnellate di rifiuti al giorno
Ore 14,00 del 27 dicembre: Napoli non riesce a “conferire”, cioè a depositare in discarica neanche un sacchetto dell’immondizia raccolta in città nella notte e nella mattinata.


Non era mai successo e Paolo Giacomelli, assessore all’Igiene Urbana, è disperato: “Domani sarà una tragedia, duemila tonnellate di rifiuti per strada”. Circa cinquanta “compattatori” sono fermi in fila davanti alla discarica di Caivano, non riescono a scaricare, la discarica in questo lunedì è di fatti inagibile. Quindici compattatori sono immobili e ricolmi davanti alla discarica di Tufino, non c’è “posto” per la monnezza. La Provincia di Caserta ha bloccato lo scarico a Santa Maria Capua Vetere. La somma dei tre blocchi costruisce, prepara, annuncia e scarica sulla città di Napoli quello che l’assessore chiama “il disastro”.

Appena l’altra sera le tv avevano fatto vedere al paese le immagini dei mezzi dell’esercito e dei soldati che raccoglievano i rifiuti sulla strada dell’aeroporto. La “narrazione” era quella delle truppe che liberavano la città o almeno cominciavano a farlo. Era una narrazione bugiarda e inconsapevole. Cinquanta le tonnellate raccolte dall’esercito, cinquanta a fronte di una città che ogni giorno ne produce 1.200 e che ogni giorno, anzi ogni giorno che va bene, riesce a “conferirne”, cioè a scaricarne in discarica o altrove circa 600. “Avanzano” ogni giorno 600 tonnellate. Avanzano e restano per strada 600. Seicento da moltiplicare per mille e più di mille. Tanti infatti sono i giorni che mancano, secondo piani, calcoli e dichiarazioni ufficiali, alla costruzione e messa in funzione dei termovalorizzatori. Ammesso e non concesso che questa sia la soluzione, “avanzano”, se va bene, 600 tonnellate al giorno per circa tre anni. Fanno seicentomila tonnellate di rifiuti sotto le quali Napoli resterà letteralmente sepolta.

Questo è quel che accade e tutti si stanno assuefacendo al fatto che accada. L’opinione pubblica italiana che ormai considera “routine” le notizie che arrivano da Napoli. Napoli stessa che a vederla dal vero ci si rende conto che le immagini televisive non “rendono giustizia” a quel che accade. In tutta, proprio tutta la città, l’immondizia per strada è ormai parte fissa e integrante del panorama urbano. Come i negozi, le vetrine, i semafori: il cumulo di monnezza è ovunque e onnipresente. La raccolta avviene di fatto una, due volte a settimana. L’abitante di Napoli sa che se oggi la monnezza sotto la sua casa è stata raccolta, domani sarà lì sotto forma e dimensioni di cumulo, dopo domani sarà montagnola, domani dopo ancora collina e poi barricata. Fino al prossimo giro, insomma si vive con la monnezza a fianco. Perfino la camorra è arretrata, si limita ad una sorta di limitazione del danno. Non riesce più a imporre la pulizia di certe strade e allora costruisce timide e microscopiche “aree di rispetto”. Nelle stradine al altissimo controllo del territorio da parte della camorra la gente non butta il sacco della spazzatura, va cento metri più in là a farlo. Di più nemmeno la camorra riesce a fare. Quel che si fa e lo fanno ormai i cittadini normali è di tanto in tanto, una volta a settimana, bloccare una strada con una barricata di rifiuti. Allora arriva l’intervento di emergenza, si rimuove la barricata. E poi si ricomincia. Dovrebbe andare avanti così per tre anni. Bloccate le discariche per volontà popolare e di governo, tre anni per i termovalizzatori (un miliardo di euro di fondi pubblici intorno ai quali è già in corso la danza del chi ci si tuffa dentro prima e meglio) e 600 tonnellate al giorno da sbattere sulla strada per ogni giorno che dio manda in terra. E’ una grande sconfitta nazionale, inimmaginabile nelle sue dimensioni e nella sua ineluttabilità. A raccontarla…non ci si crede. Forse per questo il racconto non appassiona e non interessa la nazione.
27 dicembre 2010 | 15:14

'O sarracino» in chiave rap
Premio musicale al teatro Posillipo con Alunni del Sole, Aprile, Arisa, Karkadan, Montecorvino e Co’ Sang
NAPOLI - Alunni del Sole, Silvia Aprile, Arisa, Karkadan, Pietra Montecorvino con Eugenio Bennato, Eddy Napoli, Franco Ricciardi con i Co’ Sang e Ivan Granatino. Questi gli ospiti della nuova edizione del Premio Carosone, in programma domani martedì 28 dicembre alle 21 al Teatro Posillipo di Napoli.

Nona edizione per la manifestazione dedicata alla musica napoletana diretta da Federico Vacalebre e prodotta da Teta Pitteri. Proiettato verso i giovani talenti della musica italiana, il concorso. Quest'anno gli organizzatori porteranno sul palco nuove promesse come la lucana Arisia, la ventitreenne Silvia Aprile, Kardakan l'italo-tunisino che ha riletto in chiave rap «O' sarracino» e la «KNeF Crew» (ovvero Ka Nisciun' è Fess') una posse di breaker per dimostrare definitivamente che si può ancora ballare con Carosone.

L'edizione natalizia, la prima senza sovvenzioni istituzionali, apre le porte al 2011 anno del decennale della scomparsa dell'autore di canzoni quali «Tu vo' fa' l'americano», «Pigliate 'na pastiglia» e «Caravan Petrol».Tra gli ospiti anche Gianni Simioli, Franco Ricciardi ed Eddy Napoli che rileggeranno i classici dell'«americano di Napoli», Pietra Montecorvino che riceverà il premio alla carriera ed Eugenio Bennato. Una delle tante chicche che la serata riserva agli spettatori del Posillipo è un tributo agli «Alunni del sole», il gruppo partenopeo autore di una perla musicale come «A canzuncella». Lo spettacolo sarà trasmesso su Canale 21 e alcuni momenti della serata andranno in onda su Radio Rai 1.
Redazione online
27 dicembre 2010

 

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