lunedì 27 dicembre 2010

Napoli, monnezza: quattro mesi di tregua grazie ad altre Regioni

di GERARDO AUSIELLO
NAPOLI - II "piano" c'è, ma appare estremamente fragile. Napoli e la Campania si preparano ad affrontare un altro anno di emergenza rifiuti e si lavora senza sosta per mettere in campo tutte le soluzioni possibili.


Il problema principale resta lo smaltimento nel capoluogo partenopeo, dove si producono circa 1.300 tonnellate di spazzatura al giorno: di queste, 800, 900 vengono conferite nella discarica di Chiaiano mentre altre 500 tonnellate (trattate) sono trasferite fuori regione grazie agli accordi siglati dal governatore Stefano Caldoro con Puglia, Emilia Romagna, Toscana e Molise. Sono inoltre in corso trattative con il Veneto: dal punto di vista tecnico, i conferimenti di rifiuti trattati non necessitano del via libera delle Regioni ma sono possibili in virtù del codice ambientale. L'obiettivo, però, è ottenere anche un'intesa politica. E giallo, invece, sul trasporto nel Lazio: dopo l'apertura di Renata Polverini,  non si è saputo più nulla. Uno stop dovuto in tutta probabilità a problemi tecnici legati ai siti di smaltimento.
Questo sistema, comunque, dovrebbe consentire alla Campania di respirare per i prossimi quattro mesi. La crisi, tuttavia, è sempre dietro l'angolo perché il meccanismo non ha alcun paracadute né reti di salvataggio. E allora basta uno sciopero o un guasto ad un impianto per far riesplodere l'emergenza. Peraltro, osservano gli esperti, i mezzi a disposizione di Asia non consentono operazioni straordinarie tant'è che spesso, a supporto della società mista del Comune di Napoli, è costretto a scendere in campo l'Esercito. In primavera dovrebbero poi partire i conferimenti in Spagna. Un'iniziativa, questa, pensata per fornire un altro po' d'ossigeno al territorio. Nel frattempo bisognerà impegnarsi con tutte le forze per avviare la costruzione di impianti intermedi e termovalorizzatori. Nel decreto già convertito in legge alla Camera è stato previsto lo stanziamento di 150 milioni che serviranno anche per costruire gli impianti intermedi, necessari per completare il ciclo industriale dei rifiuti. Ma la vera sfida si gioca sulla provincializzazione.


Nessun commento: