venerdì 19 novembre 2010

Milano-Genova, Passo dei Giovi, Brennero. Il Cipe mette soldi soltanto per il Nord


di Edoardo Petti
21 miliardi. Il 90% dello stanziamento finisce al Settentrione. Esulta la Lega. D’Antoni: «Sud cancellato».
Un massiccio investimento in opere pubbliche e infrastrutture, equivalente a 21 miliardi di euro. È questo il contenuto delle delibere approvate ieri dal Comitato interministeriale per la programmazione economica. Ma il documento presenta un taglio nettamente nordista, che emerge in modo evidente se si considera l’entità e la proporzione delle risorse stanziate. Destinatarie privilegiate di circa il 90 per cento delle somme previste sono infatti le aree settentrionali, mentre appare irrisoria la percentuale relativa al Mezzogiorno. Il governo smentisce così ancora una volta l’impegno di puntare sulla creazione delle grandi reti infrastrutturali per promuovere il riscatto economico e civile del Sud. E appare sempre più egemonizzato dalla politica del Carroccio, vero arbitro delle scelte economiche della maggioranza.
I dati del Cipe non lasciano dubbi. Le opere che potranno essere avviate riguardano il Passo dei Giovi, un tratto appenninico della Liguria che attraversa l’Alta velocità Milano-Genova; la linea da Brescia a Treviglio sulla Tav Milano-Verona; la modernizzazione del Valico del Brennero e l’accesso al traforo nel tratto Fortezza-Verona. Altri interventi di rilievo interesseranno la ferrovia Torino-Lione e la settima tranche del Mose di Venezia. Quanto all’Italia centrale, spicca la realizzazione dell’autostrada Roma-Latina e il consolidamento della viabilità sull’autostrada Tirrenica. Il costo complessivo di questi progetti ammonta a ben 19,5 miliardi di euro, quasi la totalità dei 21 miliardi stanziati. E 16,2 miliardi saranno destinati al Nord, come rileva con soddisfazione il viceministro per le infrastrutture, il leghista Roberto Castelli. Il resto sarà destinato alle regioni meridionali, soprattutto alla rete ferroviaria pugliese.
Sul fronte politico, il titolare delle infrastrutture Altero Matteoli esprime la propria soddisfazione per la realizzazione di «alcune opere strategiche come il Brennero e la Torino-Lione, che interessano l’Italia e l’Unione europea: una dimostrazione che il paese ha mantenuto i suoi impegni». Gli fanno eco i ministri veneti Maurizio Sacconi, Renato Brunetta e Giancarlo Galan, fortemente interessati dal pacchetto di investimenti previsto dal Cipe. Se il responsabile del Welfare parla di «opere nevralgiche attraverso cui saranno utilizzate risorse comunitarie altrimenti destinate ad essere perdute», l’ex candidato sindaco di Venezia saluta con entusiasmo «la prosecuzione di una struttura vitale» per la città lagunare.
Lapidario invece il giudizio del Partito democratico, che con il responsabile delle politiche del territorio Sergio D’Antoni denuncia la «cancellazione del Mezzogiorno dal programma di opere pubbliche». Osservando che «i 21 miliardi annunciati dal governo somigliano tanto ai carri armati di Mussolini», l’ex segretario della Cisl denuncia «il vero e proprio sfregio che nessun piano sul Sud riuscirà a nascondere». E la ragione di una simile politica è per D’Antoni tutta «nell’asse di ferro fra il Carroccio e Giulio Tremonti, che spezza l’Italia e danneggia l’intero paese a cominciare dal Nord, come denunciato dall’Ocse, che parla di ripresa incerta e diseguale».
Parole, quelle del rappresentante del Pd, che trovano una conferma, almeno sul piano tecnico se non su quello politico. Nella prossima seduta il Cipe esaminerà infatti un piano organico di opere per il Mezzogiorno, utilizzando a questo scopo le risorse dei Fas, quelle relative alle aree più disagiate.
giovedì, 18 novembre 2010
Commento, di grecanico.
Il piano salva padania procede speditamente. Soldi per nutrire il moribondo pil del nord, giovani del Mezzogiorno a presidiare le vie e le piazza in cui sono cresciuti. Soldati a casa propria. Tanto di cappello al governo brianzolo.
Fonte:

Nessun commento: