martedì 28 dicembre 2010

Sardegna: pastori, un blitz al Ministero

OLBIA. Se non fosse per il biglietto Tirrenia, pagato con regolare carta di credito, questo viaggio potrebbe essere una missione segreta. Voluta, pensata e organizzata dal Movimento pastori. Obiettivo: Roma. Ieri notte i ragazzi (e non solo) di Felice Floris, il leader, si sono imbarcati all’Isola Bianca, stamattina sbarcheranno a Civitavecchia e da lì comincerà la marcia.


Sono in trecento: la loro strategia è un mistero, ma c’è chi dice, con aria da cospiratore: «A Roma, a Roma, per far sentire la voce della protesta dopo la legge truffa della Regione». Del piano d’azione a Roma trapela poco o nulla dal quadrato di comando del Movimento in trasferta. Qualche voce dice che il traguardo della marcia a sorpresa sarà nel piazzale del ministero per le Politiche agricole, in via XX Settembre. È una delle strade finite nella zona rossa allargata, inaccessibile, imposta dal prefetto dopo la guerriglia di 10 giorni fa, quella del tutti contro tutti per il decreto Gelmini. Cosa accadrà oggi con i pastori è un mistero, ma pare non ci sia aria di botte: il clima è ancora natalizio, almeno si spera. Certo, in questi giorni di festa, il Movimento ha organizzato bene la missione. Con il passaparola, ha contattato chi nell’ultima assemblea di Tramatza, un mese fa, era stato incaricato di mettere in atto la nuova tattica della rivolta: dai cortei ai blitz. Il primo a Roma, oggi. È stata una preparazione studiata prima a tavolino, poi ci sono stati i sopralluoghi sul campo, tutto in gran segreto: in pochi dovevano sapere, per evitare che sull’altra sponda preparassero in anticipo le contromisure. Il 25 mattina, insieme agli auguri, è arrivato l’ordine: «Lunedì partiamo». Il Movimento aveva voglia di far risentare la voce della protesta subito dopo la «campagna degli agnelli» - prima di Natale - ed è stato di parola. Eccolo, riscendere in piazza, stavolta straniera: non più Cagliari, ma Roma, il centro del potere, anche di quello agricolo. Con la giunta regionale, i pastori non trattano più da mesi. Dal giorno in cui c’è stato lo strappo sulla legge salva-agricoltura, approvata a novembre dal Consiglio con i soli voti del centrodestra. Legge osannata dall’assessore Andrea Prato, per soldi stanziati - 126 milioni - e progetti epocali, ma marchiata con l’infamia della truffa da chi lotta ancora per il prezzo del latte e ha rischiato di perdere tutto in un pessimo 2010, i pastori. Con la giunta, il Movimento non dialoga più ed ecco che ha scelto un altro interlucotore, più in alto nella scala gerarchica, il ministro. Nella persona di Giancarlo Galan, che proprio con Prato non è stato mai complice e neanche tenero, soprattutto nei giorni più pesanti della protesta, quelli della guerriglia a Cagliari sotto le finestre del consiglio regionale. Allora il ministro fu secco nel giudizio su chi trattava con i pastori: «C’è stato del dilettantismo nel promettere aiuti impossibil». Parole così pesanti da costringere il presidente della Regione ad andare in soccorso dell’assessore-bersaglio: «Il ministro dovrebbe frequentare meno i salotti televisivi e parlare di più con noi», fu la replica aspra di Cappellacci a Galan. Che oggi incontrerà - la speranza è senza nessun contorno d’incidenti - i pastori. Pastori sempre alla ricerca di una via d’uscita dalla lunga crisi, perché - dicono - le scorciatoie della Regione «non ci porteranno lontano».


I pastori bloccati dalla polizia a Civitavecchia
Roma,
Quello che sembrava un normale viaggio verso la capitale con poco piu' di 200 pastori sardi decisi a manifestare a Roma e' diventata una odissea dopo che i pullman che avrebbero dovuto portare gli aderenti del Movimento pastori sardi (Mps), sbarcati a Civitavecchia dalla nave partita da Olbia, sono stati bloccati dalle forze dell'ordine.

Nemmeno il tentativo di prendere il treno diretto a Termini, a meta' mattina, ha avuto successo. "Non riusciamo a partire - ha spiegato uno dei componenti del Mps, Filippo Gioi - non ci fanno salire sul treno. Le forze dell'ordine ci controllano come fossimo pregiudicati mentre siamo persone civili".

I pastori si sentono giudicati prima ancora di aver compiuto qualsiasi azione di protesta ed il loro blitz, che avrebbe dovuto portarli a Roma, davanti al Ministero per le Politiche agricole, per chiedere interventi per il settore agropastorale, e' finito nella stazione di Civitavecchia dove di fatto sono bloccati non riuscendo a raggiungere la capitale.


Le ragioni della protesta
"La pastorizia vive da anni una situazione insostenibile, che rischia di far scomparire dal processo produttivo un settore che occupa decine di migliaia di persone. Siamo ormai al collasso".

Cosi' il leader del Movimento dei pastori sardi, Felice Floris, da stamani insieme ad altri 200 pastori a Civitavecchia, spiega le ragioni della protesta che li ha portati a imbarcarsi da Olbia e giungere alle porte della Capitale.

"Ormai tutto quello che viene prodotto dalla terra non ha nessun valore, siano essi beni di natura animale o vegetale anche se si tratta di prodotti indispensabili per l'esistenza di tutti - aggiunge - e il consumatore paga tutto piu' caro".

 

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